“I fondi della cessione? Da usare per il quartiere”


Milano – Saranno 197 milioni di euro, come stimato dall’Agenzia delle Entrate, o un po’ di più o un po’ di meno, a seconda di come andrà la trattativa tra Comune, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra. Detto questo, il sindaco Giuseppe Sala vuole che i soldi che l’amministrazione ricaverà dalla cessione del terreno di San Siro e dello stadio Meazza ai due club vengano investiti sullo stesso quartiere di San Siro, in modo di compensare, almeno in parte, i disagi a cui saranno sottoposti i residenti durante i sette o otto anni di lavori necessari per realizzare un nuovo stadio rossonerazzurro dove ora ci sono il Parco dei Capitani e il parcheggio dell’impianto (prima fase del cantiere) e la demolizione quasi totale e rifunzionalizzazione del Meazza (seconda fase).

“I fondi restino al quartiere” 

Il primo cittadino – ieri mattina in Piazza Castello a margine della presentazione dell’iniziativa dell’Anpi “Un tram chiamato Liberazione” in vista dell’80° anniversario del 25 aprile – sottolinea che “è importante definire cosa fare dei fondi che incasseremo. Lascio questo tema al Consiglio comunale. Suggerisco che quei soldi siano concentrati su chi vive nel quartiere di San Siro. Perché ci saranno sette o otto anni di lavori”.

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Il sindaco si augura che il cantiere prenda ad esempio quello per il restauro delle ex scuderie De Montel e per la realizzazione delle nuove terme di Milano: “Un lavoro imponente, certo non come quello che attende l’area dello stadio, ma è stato fatto senza creare alcun disturbo ai residenti. Le tecniche costruttive sono meno invasive di una volta, ma si tratta comunque di sette-otto anni di lavori. I residenti hanno diritto a una restituzione”.

Sulla destinazione dei fondi della cessione dell’area di San Siro a opere dedicate al quartiere c’è già un ordine del giorno proposto dal Pd e approvato dall’assemblea di Palazzo Marino lo scorso novembre. Il documento, spiegava allora la capogruppo dem Beatrice Uguccioni, chiede che i 197 milioni di euro per la cessione dell’area di San Siro vengano utilizzati per la riqualificazione del quartiere. Il primo cittadino ne è consapevole e con le sue dichiarazioni intende rilanciare un obiettivo condiviso dal centrosinistra.

Il progetto dei club

Sala, a questo punto, commenta il contenuto e le immagini del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DocFap): “Io continuo a essere favorevole al progetto. Faremo rispettare le regole. Integralmente. Rispetto al valore economico, se e quando Milan e Inter compreranno lo stadio, la ristrutturazione e la demolizione riguarderà loro. Il Comune non può prendere parte a quei costi”. Diverso il discorso che riguarda le bonifiche dei terreni dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto. “Oggi non sappiano cosa c’è sotto quei terreni. Dopo si potrà trattare sul tema bonifiche. Ma ci auguriamo che non siano molto significative, non è un’area che ha avuto una storia industriale. Non sono molto preoccupato. Inoltre va confermato che il 50% dell’area rimanga a verde e che ci siano architettura e servizi in linea con le esigenze del quartiere”.

Quanto alle immagini comparse nel DocFap, il sindaco distingue il suo commento in due parti: nuovo stadio e Meazza ridimensionato. “Il nuovo impianto per ora è impossibile giudicarlo dal punto di vista architettonico. Ma rispetto alle intenzioni iniziali, una cosa è positiva: sarà un impianto con più di 70 mila posti (71.500 secondo i club, ndr) come richiesto dal Consiglio comunale”. Quanto alla rifunzionalizzazione della Scala del calcio – i club vogliono demolire l’impianto tranne il secondo anello di una parte della curva sud e della tribuna arancione – il sindaco parla di “mediazione tra le richieste iniziali di Milan e Inter e ciò che la Sovrintendenza ha chiesto all’inizio. C’è stata anche la mediazione del ministero della Cultura. Al tavolo tutti si erano dichiarati soddisfatti rispetto al progetto dei club”.

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Coas urbanistica

L’ultima nota riguarda il caos urbanistica. Sala non ha gradito che, dopo l’incontro di venerdì mattina a Palazzo Marino, i costruttori abbiano svelato la proposta concordata con il Comune da inoltrare alla Procura, cioè fideiussioni bancarie con le quali le imprese dovrebbero garantire la copertura dei maggiori oneri dovuti a Palazzo Marino. “Mi spiace che qualcuno non capisca il valore della riservatezza”, chiosa il sindaco.



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