A Bari la fabbrica di Ovs per il riciclo dei capi: investimento da 33 milioni, a regime ci saranno 125 assunti


di
Vito Fatiguso

Lo stabilimento, di 15 mila metri quadrati, è situato nella zona industriale. Al momento ci lavorano 55 addetti, tra specializzati in digitale, intelligenza artificiale e cyber security e figure esperte nella rilavorazione dei capi

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Non solo moda, fashion e tendenze di mercato. Ma anche sostenibilità e difesa dell’ambiente. Perché non c’è business senza la salvaguardia delle future generazioni. Così Ovs, gruppo italiano di abbigliamento con una rete di oltre 2.200 negozi in Italia e all’estero (nel 2023 ha realizzato vendite per 1,5 miliardi), avvia a Bari il polo di innovazione tecnologica e il centro multifunzione dedicati anche al riutilizzo dei capi in ottica di economia circolare.

«L’attuazione del progetto – ha spiegato incontrando la stampa Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs – rappresenta un obiettivo importante nel piano di sviluppo previsto del gruppo in ambito di innovazione digitale e sostenibilità. Abbiamo creato un polo tecnologico che accoglie nuove risorse e che sta contribuendo alla trasformazione digitale e innovazione del gruppo, mentre il centro multifunzione per il riutilizzo dei capi sta dimostrando il suo potenziale nell’ambito dell’economia circolare». In sostanza, l’idea nasce da una semplice considerazione: Ovs produce 200 milioni di capi all’anno e a fine stagione almeno il 5-10% ritorna in azienda. Di qui la necessità di procedere allo stockaggio. «Abbiamo approfondito le caratteristiche di questa fase del ciclo produttivo – ha proseguito Beraldo – e ci siamo accorti che esistevano opportunità di business e di difesa dell’ambiente. Il fine ciclo del prodotto può essere gestito con la meccanizzazione e l’innovazione».




















































Il polo tecnologico, quindi, sta sviluppando progetti ad alto contenuto digitale, mentre il centro multifunzione è operativo da gennaio e ha già avviato le attività di recupero dei capi invenduti.
L’investimento, pari a 33 milioni (sostenuto da un contratto di programma sottoscritto con Puglia Sviluppo), è partito con l’assunzione di 55 dipendenti – tra laureati specializzati in digitale, intelligenza artificiale e cyber security, figure esperte nella rilavorazione dei capi e nelle attività di gestione del centro multifunzione – e a regime gli organici saliranno a 125 dipendenti. Lo stabilimento, di 15 mila metri quadrati, è situato nella zona industriale di Bari. All’interno è attivo un innovativo impianto con una capacità di ricondizionamento di 70 mila capi di abbigliamento al giorno, con l’obiettivo di raggiungere un totale di 15 milioni di pezzi ricondizionati nel 2026. Sui dazi di Trump Beraldo ha le idee chiare per il settore: «Non penalizzeranno il comparto dell’abbigliamento».

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All’incontro di presentazione dell’investimento hanno preso parte Michele Emiliano, governatore della Puglia, Vito Leccese, sindaco di Bari, e Francesco Cupertino, rettore del Politecnico. «Il progetto del gruppo Ovs – ha chiarito Emiliano – compie un ulteriore passo in avanti e ci dice due cose: che la Puglia è in grado, attraverso gli strumenti di agevolazione messi a disposizione dalla Regione, di attrarre grandi aziende, e poi che l’ecosistema dell’innovazione, costruito in questi anni mettendo insieme università, imprese, centri di ricerca, distretti ed enti pubblici, funziona bene. Le grandi aziende scelgono la Puglia non solo perché qui trovano delle agevolazioni ma anche le competenze che cercano e sulle quali operano un importante investimento». Il governatore ha anche proposto all’eurodeputato Antonio Decaro (presente tra il pubblico) di farsi promotore di una direttiva che obblighi le aziende d’abbigliamento a smaltire i capi eccedenti tramite tecnologie di recupero.

Soddisfatto il sindaco Vito Leccese che ha ricordato come le battaglie in favore dell’ambiente, avviate negli anni scorse, stanno trovando attuazione. «La nostra – ha sostenuto il primo cittadino di Bari – è una città che negli ultimi anni ha puntato decisamente sull’innovazione in ambito digitale e sulla sostenibilità, due temi al centro delle grandi transizioni in corso, e questa iniziativa realizzata da uno dei principali gruppi italiani di abbigliamento grazie a una forte sinergia interistituzionale risponde appieno alla nostra visione di futuro. È questo il motivo per cui, attraverso i servizi di Porta Futuro, il Comune negli ultimi mesi ha collaborato attivamente con Ovs». «Le tecnologie digitali – ha concluso Cupertino – hanno un risvolto ecologico, perché ci aiutano a ridurre i consumi e ad agevolare il riciclo dei materiali, utile al funzionamento di una vera economia circolare. Grazie a sinergie virtuose come questa, stiamo costruendo un ecosistema dell’innovazione nei settori che nei prossimi anni saranno decisivi per lo sviluppo del nostro territorio e per l’occupazione qualificata dei laureati».

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29 marzo 2025 ( modifica il 29 marzo 2025 | 08:26)

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