Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp), da sempre fortemente sostenuto dagli Stati Uniti, ha lanciato l’allarme per le conseguenze dei gravi tagli al suo bilancio: 58 milioni di persone rischiano di perdere un sostegno vitale. Lo si legge in una nota dell’agenzia dell’Onu. “Nonostante la generosità di molti governi e singoli donatori, il WFP/PAM sta registrando un forte calo dei finanziamenti tra i suoi principali donatori. La gravità di questi tagli, combinata con i livelli record di persone in stato di bisogno, ha portato a una crisi senza precedenti”, si spiega.Â
 “In questo momento, l’organizzazione sta affrontando un allarmante calo del 40% dei finanziamenti per il 2025” e questo “sta avendo gravi ripercussioni” a livello mondiale, “in particolare sui programmi di alimentazione d’emergenza che sostengono i più vulnerabili”. Il WFP ha allertato i donatori sui rischi che corrono le 28 operazioni nei paesi più a rischio: Libano, Sudan, Siria, Sud Sudan, Ciad, Afghanistan, Myanmar, Uganda, Niger, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Mali, Bangladesh, Venezuela, Haiti, Mozambico, Nigeria, Somalia, Kenya, Ucraina, Malawi, Burundi, Etiopia, Palestina, Repubblica Centrafricana, Giordania ed Egitto.
Malawi, campo profughi di Dzaleka – aiuti umanitari WFP/PAM (afp)
28/03/2025
In Malawi, il WFP/PAM potrebbe essere costretto a sospendere gli aiuti ai richiedenti asilo nel campo di Dzaleka, situato a circa quaranta chilometri a nord della capitale Lilongwe e composto principalmente da congolesi, ruandesi e burundesi. “Potremmo interrompere completamente gli aiuti in denaro a maggio se non riceveremo altri fondi. I 57.000 rifugiati rischiano di morire di fame”, ha dichiarato in una conferenza stampa Simon Denhere, vice direttore del WFP/PAM in Malawi. Â
I rifugiati e i richiedenti asilo nel sovraffollato campo di Dzaleka sopravvivono grazie agli aiuti in denaro forniti dal PAM, che ammontano all’equivalente di circa otto euro al giorno. La maggior parte non ha mezzi di sostentamento, visto che il Malawi limita l’impiego dei rifugiati. “Se il Pam interrompe la distribuzione, ci sarà il caos, perché queste persone non possono contare su nient’altro”, ha affermato il responsabile del campo, Elton Phulusa.Â
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità *****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link