«Servire un rinvio immediato della scadenza del 31 marzo per la consegna obbligatoria delle polizze assicurative anti-catastrofali. A pochi giorni dal termine, milioni di imprese italiane si trovano in una situazione di incertezza insostenibile, aggravata da ritardi e mancanza di chiarezza nella normativa. Chiediamo all’esecutivo di confermare la volontà politica di prorogare l’obbligo, dando ossigeno a un tessuto produttivo già sotto pressione. La misura, che impone alle aziende di assicurare gli immobili contro eventi catastrofali come terremoti, alluvioni e frane, sta diventando una corsa contro il tempo ingestibile. In particolare, le piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi – molte delle quali lavorano in immobili in affitto – sono le più colpite».
Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, aggiungendo che «sei circa 2,8 milioni di immobili a uso commerciale, turistico e artigianale presenti in Italia, oltre la metà è in locazione. Ciò significa che più di 1,5 milioni di conduttori devono confrontarsi con i proprietari per definire le caratteristiche degli edifici e verificare eventuali coperture preesistenti, un processo complesso che richiede tempo e coordinamento. Gli oneri economici e organizzativi ricadono sui locatari, mentre i benefici si concentrano sui proprietari, creando un disequilibrio che necessita di essere confrontati».
Secondo Ferrara «pur condividendo l’obiettivo di rendere il Paese più resiliente ai rischi naturali, l’attuale scadenza è impraticabile senza un’adeguata preparazione. Le imprese devono avere il tempo di informarsi, valutare le offerte assicurative sul mercato e sostenerne i costi, che in assenza di interventi rischiano di pesare eccessivamente sui bilanci aziendali. Sebbene la legge non preveda sanzioni dirette, chi non si adegua perde l’accesso a credito, bandi pubblici e contributi in caso di calamità, mentre gli amministratori si espongono a responsabilità legale per eventuali danni. Uno scenario che penalizza chi, per mancanza di tempo o risorse, non riesce a ottemperare all’obbligo. Per questo, il Governo deve intervenire con urgenza, posticipando il termine e garantendo un supporto concreto alle imprese. Solo così si potrà trasformare un provvedimento potenziale utile in un’opportunità reale, evitando che diventi un ulteriore ostacolo per la competitività del sistema produttivo italiano».
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