Fondo MEF per Piazza Affari, presentato veicolo pubblico-privato da €700 mln; obiettivo investire nelle PMI e frenare delisting. L’iniziativa del Mef punta a creare un umbrella fund con la supervisione centrale a Roma, mentre l’operatività dei singoli fondi, che investiranno nelle PMI quotate, sarà gestita da Milano.
FNSI per le aziende quotate a Piazza Affari
Il Fondo Nazionale Strategico Indiretto (Fnsi), il nuovo veicolo pubblico-privato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) per investire sulle aziende quotate a Piazza Affari, ha ufficialmente preso il via. La presentazione si è svolta lunedì in un incontro riservato a Palazzo San Macuto a Roma, con la partecipazione di un centinaio di operatori di mercato selezionati dal governo. Il giorno successivo, il progetto è stato illustrato a Milano, a Palazzo Mezzanotte, durante la Star Conference organizzata da Borsa Italiana (gruppo Euronext), alla presenza dell’amministratore delegato, Fabrizio Testa.
L’iniziativa del Mef punta a creare un umbrella fund con la supervisione centrale a Roma, mentre l’operatività dei singoli fondi, che investiranno nelle piccole e medie imprese (PMI) quotate, sarà gestita da Milano, come spiegato dal sottosegretario al Tesoro, Federico Freni.
Un capitale iniziale di 700 milioni di euro
Il Fnsi partirà con una dotazione iniziale di 700 milioni di euro, di cui 350 milioni messi a disposizione dal Mef per ottenere il 49% del fondo, mentre la restante parte dovrà essere raccolta da investitori privati. Il capitale sarà distribuito tra 7 e 10 veicoli, ognuno con un proprio gestore. I fondi avranno una durata di cinque anni, con una chiusura definitiva prevista per il 31 dicembre 2034.
Come sottolineato da Giulio Centemero, membro della Commissione Finanze e primo firmatario della norma istitutiva del fondo, le PMI italiane rappresentano il 75% dell’occupazione e l’80% del valore aggiunto del Paese, ma incontrano ancora difficoltà nell’accesso al mercato dei capitali. Per sostenere l’offerta, il governo ha rinnovato il bonus IPO per tre anni, e in Lombardia è stato introdotto il voucher quotazioni. Il Fnsi rappresenta una risposta per stimolare la domanda e migliorare il contesto di mercato.
Prime adesioni e prospettive
L’iniziativa ha già raccolto l’adesione di importanti istituzioni finanziarie. Intesa Sanpaolo e Banca Generali sono stati i primi istituti a confermare la propria partecipazione. Anche Azimut, attraverso il fondo Smart Pipe gestito da Angela Oggionni di Electa e Andrea Colombo, si unirà al progetto. Inoltre, Davide Serra ha promesso un investimento personale di circa 20 milioni di euro.
La presenza del Mef in questo fondo viene vista da alcuni come una forma di “mecenatismo” necessario per contrastare la crescente illiquidità delle società quotate a Piazza Affari, in un contesto segnato da un numero elevato di delisting (sette dall’inizio dell’anno) e poche nuove quotazioni (solo tre finora). Secondo i dati di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), dal 2014 il saldo tra nuove quotazioni e delisting è negativo per circa 80 miliardi di euro in termini di capitalizzazione, pari al 10% dell’attuale market cap di Piazza Affari.
Tempistiche e prossimi passi
Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario Freni, il Fnsi dovrebbe diventare operativo nel secondo trimestre dell’anno. Attualmente, il fondo è in attesa del via libera della Corte dei Conti, previsto entro una settimana. Una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, i singoli fondi potranno iniziare a operare, con i primi due o tre veicoli pronti a partire immediatamente, mentre gli altri seguiranno a breve. L’obiettivo è completare gli investimenti nelle PMI entro la fine dell’anno.
Un’ampia partecipazione istituzionale
Alla presentazione del progetto a Palazzo San Macuto hanno partecipato rappresentanti di numerose istituzioni finanziarie italiane, tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm (con Banca Akros), Mediobanca, Mps, Bper Banca, Banca Mediolanum, Banca Ifis, Credit Agricole e Bnl Bnp Paribas. Tra i gruppi assicurativi, era presente Generali.
Hanno partecipato anche diverse società di gestione del risparmio (SGR) e gestori patrimoniali, tra cui Amundi, Arca Fondi, Eurizon, Anima Holding, Investitori Sgr e Assogestioni. Inoltre, erano presenti numerose casse di previdenza e fondi pensione, tra cui Assofondipensione, Previndai, Cassa Forense, Cassa Geometri, Cassa dei Dottori Commercialisti, Enpaia, Enpam, Eppi, Inarcassa, Fondoposte e Fondo Telemaco. Anche le principali fondazioni bancarie hanno aderito, tra cui Fondazione Cariplo, Enpam, Enasarco, Fondazione CR Firenze, Fondazione Modena e Fondazione Carisal.
Il Fnsi rappresenta dunque un progetto innovativo e pionieristico in Europa, con il potenziale di rafforzare il mercato dei capitali italiano e incentivare la crescita delle PMI quotate.
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