LE AZIENDE ITALIANE PUNTANO SUL DIGITALE PER AVANZARE LE ESPORTAZIONI, ANCHE SE EMERGONO OPPORTUNITÀ DI MIGLIORAMENTO


Un’indagine di Promos Italia rivela che il 18% delle imprese utilizza l’IA per sviluppare le vendite all’estero, applicando questa tecnologia per la creazione di contenuti scritti (83%) e la generazione di immagini (42%)

Nel 2024 il 79% delle aziende ha fatto investimenti in tecnologie, con il 15% delle imprese che ha speso fino a €20.000 per gli strumenti digitali, nel biennio 2025/2026 aumentano le realtà (87%) che prevedono di investire nelle soluzioni IT

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In un contesto geopolitico caratterizzato da un’elevata incertezza e cambiamenti costanti, la trasformazione digitale rappresenta uno strumento fondamentale per le aziende che intendono mantenere la loro competitività e affrontare con successo la sfida dell’internazionalizzazione. È con questa premessa che ha preso il via il DigIT Export Day 2025, appuntamento organizzato da Promos Italia e Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi con il contributo del Punto Impresa Digitale Milano Monza Brianza Lodi, volto ad approfondire il ruolo dell’intelligenza artificiale, del digital marketing e dell’influencer marketing applicati all’export.

Durante l’incontro è stata presentata un’indagine di Promos Italia sullo stato di trasformazione digitale delle imprese italiane per le pratiche di vendita funzionali all’esportazione, dalla quale è emerso che, su tutto lo stivale, numerose aziende puntano sulle tecnologie per avanzare il proprio business all’estero, sebbene ci sia ancora spazio per miglioramenti.

La grande protagonista è l’intelligenza artificiale, il cui potenziale è riconosciuto dal 18% delle aziende che ne fa uso per migliorare le vendite internazionali. Le applicazioni più comuni riguardano la creazione di testi (83%) e di immagini (42%), mentre il 33% delle imprese che usa l’IA per l’export dichiara di sfruttare questa tecnologia per analizzare i dati dei propri clienti e offrire, così, vendite personalizzate, con un ulteriore 17% che la implementa per generare algoritmi di pricing per prezzi dinamici. Addirittura, l’8% degli intervistati che impiega l’IA per aumentare le esportazioni, la utilizza per garantire un servizio clienti attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tramite chatbot e agenti virtuali.

Le aziende italiane sono consapevoli dell’importanza degli strumenti digitali per far crescere il proprio business all’estero e i dati sugli investimenti lo confermano. Sebbene circa il 21% delle imprese abbia ammesso di non aver sostenuto spese per la digitalizzazione nel 2024, il restante 79% ha, invece, fatto investimenti per favorire l’implementazione di tecnologie. Il 22% delle aziende ha dichiarato di aver investito meno di €1.000, il 19% ha speso una cifra inferiore a €5.000, il 13% fino a €10.000, il 15% fino a €20.000, il 9% fino a €50.000 e addirittura l’1% fino a €300.000. Se guardiamo alle previsioni per il biennio 2025/2026, lo scenario della spesa IT migliora leggermente. Nonostante ancora il 13% non abbia in previsione investimenti in questa direzione, il 10% prevede di investire fino a €1.000, il 34% fino a €5.000, il 15% fino a €10.000, il 13% fino a €20.000, il 9% fino a €50.000, il 5% fino a €100.000 e ancora l’1% fino a €300.000.

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Viviamo in un’epoca di profonde trasformazioni, in cui l’instabilità geopolitica, le tensioni commerciali e la regionalizzazione degli scambi ridefiniscono le strategie di internazionalizzazione delle imprese. In questo scenario complesso, la competitività non può più prescindere da un elemento chiave: la trasformazione digitale” ha affermato Giovanni Rossi, Direttore Generale di Promos Italia. “La digitalizzazione è il fattore abilitante per affrontare le sfide globali e siamo lieti che numerose aziende stiano intraprendendo un percorso per integrare maggiormente le tecnologie per avanzare il commercio con l’estero. Esiste ancora margine di miglioramento, per questo, come Promos Italia, rinnoviamo la nostra vicinanza alle aziende che vogliono far entrare la digitalizzazione nei loro processi aziendali”.

Dall’indagine emerge inoltre che, chi adopera tecnologie per entrare in contatto con i propri clienti e i prospect, utilizza principalmente il proprio sito web (79%), fa affidamento sui social media (63%), impiega e-mail marketing (47%), partecipa a webinar e meeting online (28%) e ricorre alle pubblicità sul web (23%). Per quanto riguarda la gestione dei contatti dei clienti esteri la maggior parte delle aziende utilizza file Excel (48%) e programmi di CRM, Customer Relationship Management, (37%), anche se il 16% degli intervistati ha dichiarato di preferire ancora l’agenda scritta a mano e il 15% di non utilizzare alcuno strumento. Nonostante il 43% delle aziende non faccia inserzioni pubblicitarie per attrarre nuovi clienti all’estero, il 23% ha dichiarato di investire in annunci online, il 18% in pubblicità su Google Ads, il 12% in promozioni tramite newsletter internazionali e il 4% in campagne di retargeting sul web.

Se guardiamo ai mercati esteri di maggiore interesse per le imprese italiane, notiamo che i primi 5 territori con cui le nostre aziende intrattengono rapporti commerciali sono i Paesi dell’Unione Europea (85%), gli Stati Uniti (44%), i Paesi del continente africano (16%), i Paesi del Sud America (13%) e il Canada (10%). In prospettiva, le aziende del Belpaese vorrebbero sviluppare le vendite in Unione Europea (51%), negli USA (46%), nei Paesi in Africa (26%) in Cina (21%) e in Australia (21%).





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