L’osservatorio
Mantova finisce al 34° posto su ottomila nella classifica di Confcommercio. In calo anche bar e alberghi
Ben 135 vetrine spente nell’arco di dodici anni, 88 dal pre-Covid. Va un po’ meglio per alberghi, bar e ristoranti: dal 2012 ne sono spariti 15 e 37 dal 2019. Numeri comunque impietosi che vedono Mantova al 34° posto nella graduatoria dei Comuni italiani (poco meno di 8mila) che hanno perso più negozi al dettaglio tra il 2012 e il 2024, con un calo del 26%, percentuale più alta della media nazionale e regionale. A scattare la fotografia della morìa di negozi nella nostra città è l’Osservatorio della demografia d’impresa nei Comuni italiani e nei centri storici, realizzato dall’ufficio studi di Confcommercio in collaborazione con il centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne aggiornato a giugno 2024.
Vetrine spente
Per il commercio al dettaglio fuori dal centro storico di Mantova, a giugno 2024 erano attive 219 imprese contro le 251 del 2019 e le 267 del 2012. Va ancora peggio in centro storico: a inizio della scorsa estate le imprese del settore erano 230 contro le 286 del 2019 e le 317 del 2012. Bilancio in rosso, ma meno accentuato, anche per l’aggregato alberghi, bar, ristoranti: fuori dal centro storico, a giugno 2024 c’erano 172 pubblici esercizi contro i 197 del 2019 e i 179 del 2012. Trend analogo in centro storico: 182 imprese a giugno 2024, 194 nel 2019, 190 nel 2012. Tra i settori merceologici, si sono ridotte le attività tradizionali come i negozi di generi alimentari, di tabacchi, di apparecchiature informatiche, di articoli culturali, le farmacie, i distributori di carburanti, il commercio ambulante.
Il dati nazionali e regionali
Su scala nazionale nei centri storici si riducono le attività tradizionali (carburanti -42,1%, libri e giocattoli -36,5%, mobili e ferramenta -34,8%, abbigliamento -26%) e aumentano i servizi (farmacie +12,3%, computer e telefonia +10,5%) e le attività di alloggio (+67,5%) al cui interno si registra un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170%), dovuto alla forte accelerazione nell’ultimo anno, mentre gli alberghi tradizionali calano del 9,7% In Lombardia, in dodici anni, i negozi sono calati del 24%. A soffrire maggiormente i centri storici con un decremento del 27,5% (-1.365), mentre al di fuori ci sono 1.042 negozi in meno (-21,2%).
Le cause
«Gli affitti elevati, l’aumento dei costi energetici, il calo del potere d’acquisto, la difficoltà di trovare personale qualificato, lo sviluppo dell’e-commerce si fanno sentire sul terziario mantovano che ha bisogno di misure di sostegno – commenta il presidente di Confcommercio Lamberto Manzoli – Occorre sostenere le attività di vicinato e il progetto Cities di Confcommercio nazionale punta a riqualificare le economie urbane con il contributo di istituzioni e imprese». «La desertificazione del centro storico e delle periferie è un rischio concreto che deve essere combattuto con politiche utili ad accrescere l’attrattività, l’accessibilità e la sicurezza della città, i negozi sono un presidio anti-degrado che garantisce socialità e sicurezza – fa presente il direttore generale Nicola Dal Dosso – Confcommercio sta facendo la sua parte e auspica il più ampio coinvolgimento possibile per un confronto di idee e di progettualità con le istituzioni e i principali attori del sistema economico e sociale».
Il progetto Cities
Per contrastare la desertificazione commerciale, il progetto Cities di Confcommercio lancia alcune proposte. Si va dal «coinvolgimento delle economie di prossimità e delle loro rappresentanze nella rigenerazione degli spazi pubblici» a piani urbani della mobilità e della logistica con piattaforme di smistamento merci e magazzini di prossimità urbana, dai patti locali per la riapertura dei negozi sfitti «per agevolare la definizione formale di canoni di locazione calmierati, in particolare nei quartieri e nei quadranti più fragili e rendere accessibili gli immobili anche alle imprese nascenti o in difficoltà» alla «gestione partecipata e collettiva delle città con la creazione di servizi per la comunità e la promozione di iniziative culturali e commerciali» per valorizzare il tessuto urbano alle politiche per il commercio locale più efficaci grazie all’uso di tecnologie digitali.
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