Ospedale San Donato tutto nuovo con 200 milioni, il presidente Giani spiega come. Sinergia tra pubblico e privato


Le fondamenta finanziarie per rigenerare l’ospedale San Donato ora ci sono: lo annuncia il presidente Eugenio Giani che indica cifre e metodo. Un’operazione da 200 milioni messa in campo per metà con finanziamenti della Regione Toscana e per metà con il coinvolgimento di partner privati. “Oltre ai 35 milioni di lavori che abbiamo già in corso d’opera”, esordisce Giani ieri in visita all’ospedale di Arezzo, “annunciamo altri 70 milioni di risorse regionali impostati nella forma dell’articolo 20 che consentiranno, appena completato il blocco volano, di ristrutturare uno per uno i 6 blocchi che caratterizzano l’architettura a raggiera del San Donato”.

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Un ospedale costruito tra 1976 e 2005 da aggiornare, che il presidente definisce “eccellenza ospedaliera dell’Asl Toscana Sud Est” e che, sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, “contribuisce alla valutazione alta della Toscana sui livelli essenziali di assistenza erogati”. Ma necessita di efficientamento e riorganizzazione. Ecco allora, annunciata direttamente ad Arezzo da Giani, la “scelta politica forte”. E come reperire le risorse, dato che i trasferimenti dallo Stato per la sanità, lamenta il presidente, sono diminuiti dal 2022 in poi? La soluzione si chiama partenariato, parola difficile che sta per allargamento ai privati, coinvolgimento delle imprese: sì, è questa la novità frutto della strategia della Regione e deliberata ieri dal dg dell’Asl, Marco Torre. I fondi provenienti da Firenze, da soli, non sarebbero sufficienti, nonostante gli ulteriori 70 milioni da aggiungere ai 35 del Pnrr. Ci sarà un bando per attirare imprese. “In cambio della manutenzione il privato potrà godere del sistema impiantistico: una sorta di project financing per la modernizzazione degli impianti”. Con questa terza gamba, unita a Pnrr e fondi regionali, si punta ad un volume di ulteriori risorse da spendere sull’ospedale di Arezzo, tra 60 e 100 milioni. Arrivando così ad avvicinarsi ad un totale di 200.

La fase 1, quella in corso, con le risorse canalizzate dalla Regione sul San Donato, vede concretizzarsi interventi sulle apparecchiature della medicina nucleare e l’inizio della cosiddetta palazzina volano. “Man mano che quella è pronta – spiega Giani – si procederà uno dopo l’altro sui sei blocchi”. Il volano serve per trasferire le attività durante le fasi di cantiere.

Scorrono slide alle spalle di Giani, Bezzini, Torre e di Riccardo Antonelli, direttore del dipartimento tecnico: immagini che mostrano i numeri, grafici, l’area ospedaliera vista dall’alto e un rendering di come dovrebbe risultare, alla fine. Quando? Chissà. L’importante è iniziare a trasformare, aggiornare, modernizzare un presidio che dimostra tutti gli anni che ha e in certe parti anche di più. Un cantiere no stop da tenere aperto senza interrompere servizi e attività che, anzi, di pari passo devono migliorare. La sfida non da poco è questa.

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Eccole le strategie e le azioni al via per disegnare il volto nuovo del presidio ospedaliero presentate da Regione e Asl: dal partenariato manutentivo ai fondi regionali una maxi opera di riorganizzazione e ristrutturazione. Il terzo binario parallelo attivato con delibera dal direttore Torre, riguarda l’adeguamento antisismico e il risparmio energetico. L’obiettivo finale è contenere i consumi di almeno il 30 per cento. La delibera n° 259 porta la data del 21 marzo 2025, prevede la pubblicazione di un avviso di manifestazione di interesse per il partenariato: 120 giorni per presentare le offerte. Le proposte saranno poi esaminate dall’azienda, quindi gara pubblica, affidamento e firma del contratto.

Le opere sono quelle contenute nel masterplan del 2023, il disegno globale per “rifare” il San Donato. Il primo step è la costruzione dell’edificio volano, forse pronto a inizio 2026, quando dovrebbero iniziare gli altri lavori. Entro la fine del 2025, in ogni caso, pronti tutti i progetti esecutivi. E di cosa si parla? “Adeguamento antisismico dell’intera struttura e la riorganizzazione delle aree di degenza per garantire maggiore privacy e miglior comfort ai pazienti.” E ancora: “Per ottimizzare la presa in carico dei pazienti saranno integrate le degenze mediche e chirurgiche e creati percorsi separati per gli utenti esterni, i pazienti interni ed il personale sanitario. Sarà creato anche un polo ambulatoriale e per le attività diurne e un altro per l’attività interventistica e multispecialistica.” Ulteriori previsioni per il nuovo San Donato: “Una piastra di alta intensità di cura cardiovascolare, in continuità con l’area di pronto soccorso, e l’ammodernamento degli impianti tecnologici, oltre a ‘cappotti termici’, per maggior comfort climatico e risparmio energetico”.

L’ospedale sorto nella zona del Pionta nei decenni scorsi, ha 420 posti letto e dispone di 120 mila metri quadri, nel 2024 sono stati ventimila ricoveri, 15 mila gli interventi chirurgici, 65 mila accessi al pronto soccorso e 1.360 parti. Il dg Torre: “Vogliamo restituire al nostro personale e alla cittadinanza un ospedale moderno e accogliente per sostenere l’ulteriore sviluppo dei servizi e delle attività. Con questa delibera avviamo un percorso che unisce il finanziamento che la Regione Toscana ci mette a disposizione a quello derivante da un contratto di partenariato pubblico privato: una concentrazione di investimenti che ci consentirà di realizzare una completa riqualificazione del nostro ospedale, a partire già dal 2026”. Dal direttore generale grazie anche al Comune di Arezzo per aver condiviso questo percorso. L’ospedale del futuro ora può davvero nascere, in progress e partendo dalla stessa struttura originaria. Con sinergia pubblico-privato.



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