La dichiarazione con cui i socialisti europei accettano i nuovi investimenti nella difesa


L’Unione europea è stata un faro di pace e cooperazione fin dalla sua creazione. Pur continuando a sostenere il ruolo dell’Unione come attore di pace, in continuità con il dibattito iniziato negli anni Cinquanta con la Comunità europea di difesa, è giunto il momento di affrontare le sfide in evoluzione del ventunesimo secolo e di rimodellare il nostro approccio alla sicurezza e alla difesa. Le sfide interne e le minacce esterne si sono intensificate negli ultimi anni e rappresentano una minaccia esistenziale per il continente europeo, soprattutto dopo la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e in mezzo all’instabilità in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Alla luce di ciò e delle azioni dell’amministrazione Trump, l’Unione europea deve urgentemente rivalutare la propria strategia per il mantenimento della pace e il rafforzamento della sicurezza collettiva basata sulla solidarietà e su soluzioni condivise.

Il Consiglio europeo straordinario convocato dal Presidente António Costa il 6 marzo, e successivamente il 20 marzo, sono occasioni cruciali per l’Europa. I socialisti e democratici hanno svolto un lavoro notevole per dare forma alla Politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione, soprattutto grazie al lavoro dei nostri leader e dei nostri passati Alti rappresentanti. La Commissione europea ha preso iniziative che comprendono il pacchetto di difesa “ReArm Europe”, recentemente presentato dalla Presidente Ursula von der Leyen, e il Libro bianco sul futuro della difesa europea. Ora il campo d’azione deve essere ampliato per rispondere alle nostre esigenze comuni di sicurezza e difesa con un ulteriore sviluppo a livello europeo.

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È essenziale ricordare che la sicurezza e la difesa non sono fini a se stesse, ma devono sempre essere strumentali alla diplomazia, alla definizione delle politiche e al dialogo multilaterale. Preservare la pace, la libertà e il benessere dei nostri cittadini rimane la nostra massima priorità. Per questo motivo riteniamo che l’obiettivo generale debba essere quello di affrontare la natura multidimensionale della sicurezza per garantire che l’Europa rimanga sicura e prospera, per sostenere i nostri alleati e per aumentare la deterrenza nei confronti di altri attori che potrebbero mettere in pericolo l’Europa stessa. Lavorando collettivamente e sostenendo la pace, i nostri valori condivisi e gli interessi comuni, possiamo costruire un’Europa più sicura, più giusta e più prospera. Alla luce di tutto questo, i Socialisti e Democratici europei vogliono sviluppare una nuova ed efficace Unione europea della Difesa basata sui seguenti principi.

1. Rafforzare la nostra politica di sicurezza e di difesa comune
• La nostra strategia di difesa deve essere completa e comprendere il lavoro diplomatico, la difesa di un ordine internazionale basato sulle regole e il rispetto del diritto internazionale. Ribadiamo il nostro impegno a lavorare in stretta collaborazione con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali, nonché attraverso solide relazioni bilaterali e una rinnovata cooperazione con i Paesi terzi. La cooperazione in materia di difesa deve essere allineata anche ad altri obiettivi, quali lo sviluppo sostenibile, la riduzione della povertà e la lotta contro il terrorismo, la riduzione delle disuguaglianze, o il rafforzamento dei servizi pubblici e welfare che contribuiscono alla resilienza generale. Non possiamo in ogni caso compromettere la giustizia sociale ed economica nel perseguire i nostri necessari e legittimi obiettivi nel campo della difesa, in quanto non si tratta di dimensioni concorrenti, ma reciprocamente complementari.

• Dobbiamo sviluppare ulteriormente la preparazione dell’Unione europea alle crisi attraverso una strategia globale che affronti la sicurezza dell’Unione, compresa la sicurezza informatica, economica, spaziale, ambientale, energetica (compresa la protezione delle infrastrutture sottomarine), politica, sociale e militare. Questa strategia dovrebbe includere frequenti valutazioni delle minacce, meccanismi di gestione delle crisi, misure di allerta precoce, una migliore condivisione delle informazioni e dell’intelligence e il coordinamento delle migliori pratiche tra gli Stati membri, per garantire che l’Unione europea abbia una solida difesa contro tutte le minacce. L’Europa deve mobilitare e rafforzare la propria capacità di difesa, nel rispetto della neutralità di alcuni Stati membri.

• Dal punto di vista del coordinamento strutturale e della cooperazione, ciò include il rafforzamento del coordinamento dell’Unione europea a diversi livelli – europeo, degli Stati membri e della Nato – per garantire un’attuazione efficace della strategia di sicurezza e di difesa.

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• Sottolineiamo la necessità di continuare a rendere operativo l’articolo 42, paragrafo 7, del Tue sull’assistenza reciproca, assicurando la piena solidarietà tra gli Stati membri, in particolare quelli la cui posizione geografica li rende direttamente esposti a minacce e sfide imminenti.

• L’Unione europea ha bisogno di una tabella di marcia per colmare il divario di capacità, ripristinare la deterrenza e consentire un’azione autonoma, insieme a un piano per finanziare queste trasformazioni vitali nella sua capacità di agire. L’Europa deve investire nella sua capacità di difendersi e di proteggere i suoi cittadini, non solo attraverso sforzi di difesa a livello nazionale, ma anche con una soluzione sostenibile a livello europeo. Questa soluzione dovrebbe includere anche i nostri partner in Europa, come il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda e la Svizzera.

• Sul lungo termine, la capacità di pianificazione e condotta militare dell’Unione europea (Mpcc) deve orientarsi verso un comando integrato e una struttura unificata delle forze nazionali per le operazioni civili e militari dell’Unione europea, con gli Stati membri che lo desiderano. Quanto sopra non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri.

• L’Unione europea deve studiare misure per migliorare gli sforzi di collaborazione per combattere le minacce ibride, i cyberattacchi e le campagne di disinformazione che minacciano le istituzioni democratiche e la stabilità della società. I social media che operano in Europa devono essere regolamentati per prevenire la diffusione della disinformazione e l’interferenza nelle elezioni e nella vita politica, come indicato nella legge sui servizi digitali, assicurando che la sicurezza digitale e la vita democratica e politica dell’Europa siano solide. Inoltre, lo sfruttamento dei migranti come arma alle frontiere esterne dell’Unione europea è inaccettabile.

• Per migliorare il coordinamento, l’assertività e l’efficacia dell’Unione europea, dobbiamo anche rivedere l’architettura dell’Unione e passare a una maggiore decisione a maggioranza su alcune questioni di politica estera e a modifiche mirate dei trattati.

• Come socialisti e democratici, continueremo a collaborare con altre forze politiche che condividono questo obiettivo comune e sono favorevoli a una “coalizione dei volenterosi” per progredire nello sviluppo della Politica di sicurezza e difesa comune. L’unità tra le forze pro-democratiche in Europa è essenziale, soprattutto con l’ascesa delle forze reazionarie di estrema destra e populiste in tutto il mondo.

• Una cooperazione efficace tra l’Unione europea e la Nato è essenziale, ma vi è anche la necessità critica di rafforzare il pilastro europeo all’interno della Nato per affrontare efficacemente le sfide di sicurezza comuni. Sebbene la Nato e gli Stati Uniti rimangano partner fondamentali per la difesa dell’Unione, è sempre più evidente che l’Unione europea deve sviluppare la capacità di agire in modo più autonomo nell’ambito della Nato e non solo. Questo approccio porterebbe anche l’Unione ad assumersi maggiori responsabilità per la sua difesa, che a sua volta contribuirebbe al più ampio obiettivo dell’UE di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa.

• Inoltre, è fondamentale che l’Unione europea stabilisca ulteriori partenariati al di là dei quadri dell’Unione e della Nato per promuovere la stabilità geopolitica, la preparazione alle crisi, la cooperazione nella gestione delle crisi e la costruzione della pace. Rafforzare i legami con il Regno Unito, la Norvegia e l’Islanda, ma anche con il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’India, il Giappone, la Corea del Sud e i Paesi dell’America Latina, nonché con organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite (Onu), l’Unione Africana (Ua), l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) e l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) è essenziale per il successo dell’attuazione della Politica di sicurezza e difesa comune, compresa la cooperazione attraverso operazioni di gestione militare e civile delle crisi. Questo riduce la nostra dipendenza da potenze non democratiche e rafforza le nostre alleanze come strumento di deterrenza.

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• Riteniamo che la Russia e i suoi alleati rappresentino la più grande minaccia alla nostra sicurezza e a quella dei Paesi candidati e alleati dell’Unione europea. Ribadiamo la nostra condanna della guerra di aggressione non provocata, illegale e ingiustificata della Russia contro l’Ucraina. Inoltre, ribadiamo il nostro incrollabile sostegno al popolo ucraino e a Volodymyr Zelensky come presidente eletto. Riteniamo inoltre che l’Unione europea e i suoi Stati membri, insieme ai partner internazionali e agli alleati della Nato, debbano urgentemente aumentare il sostegno militare all’Ucraina, consentendole di esercitare il suo legittimo diritto all’autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia.

2. Rafforzare l’industria della difesa
• L’evoluzione del panorama geopolitico sottolinea l’imperativo di investire strategicamente nel rafforzamento delle nostre capacità e di diminuire la nostra dipendenza da fornitori esterni di difesa per migliorare la nostra autonomia strategica.

• La guerra di aggressione in Ucraina ha messo in luce la nostra dipendenza da fornitori extra-UE. Per affrontare questo problema, l’armonizzazione delle attrezzature militari all’interno dell’Unione europea è fondamentale per un migliore coordinamento tra gli Stati membri, ponendo le basi per un mercato unico della difesa riducendo le barriere alla produzione congiunta.

• Per essere un attore decisivo su scala globale, la difesa dell’Unione europea deve diventare parte integrante della sua competitività. Per farlo, deve rivalutare la sua posizione industriale tra le aziende di difesa globali. Ciò richiede: investimenti mirati e giusti incentivi per le imprese di difesa dell’Unione europea, procedure amministrative semplici e trasparenti per promuovere la crescita e l’innovazione, progressi tecnologici e processi normativi semplificati. Ma anche un cambiamento verso una base industriale europea della difesa unificata attraverso la collaborazione transfrontaliera e i programmi di approvvigionamento paneuropei, dando priorità all’acquisto di prodotti europei, e un impegno proattivo con i partner internazionali per espandere la quota di mercato e costruire alleanze strategiche. Questo sforzo dovrebbe essere promosso e coordinato a livello europeo; per evitare duplicazioni e frammentazioni, abbiamo bisogno di sinergie e complementarietà delle nostre forniture militari.

• Sebbene l’adozione del Programma industriale europeo per la difesa (Edip) e l’attuazione della Legge sul rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso appalti comuni (Edirpa), Legge a sostegno della produzione di munizioni (Asap) e della Strategia europea per l’industria della difesa (Edis) rappresentino un inizio lodevole per il rafforzamento della politica industriale europea della difesa, è indispensabile adottare un approccio più deciso che si concentri sull’innovazione, la tecnologia e la reindustrializzazione. Siamo favorevoli a misure che consentano una più rapida ed efficace accelerazione della produzione di prodotti per la difesa in Europa.

• Le tecnologie a duplice uso possono giovare all’economia e al benessere dei cittadini. Allo stesso , contribuiscono a rafforzare la sicurezza. Nell’interesse dei nostri cittadini, qualsiasi investimento in tecnologie di difesa dovrebbe essere indirizzato verso questo approccio multiuso.

• Sostenere posti di lavoro e industrie in Europa è essenziale per contribuire all’autonomia strategica dell’Unione europea. Dobbiamo sviluppare le nostre capacità industriali attraverso la promozione di standard e pratiche comuni nell’industria della sicurezza e della difesa. Sviluppare una forza lavoro completa e investire nelle persone, comprese le donne, è importante quanto investire in attrezzature e infrastrutture. Pertanto, qualsiasi strategia di investimento deve includere piani per la formazione, l’aggiornamento e la riqualificazione dei lavoratori, rendendo l’industria europea della difesa una fonte di posti di lavoro di alta qualità e di prosperità.

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3. Approcci innovativi per finanziare gli investimenti nel settore della difesa
• È essenziale cercare soluzioni comuni a livello di Unione europea, tra gli Stati membri e gli altri Paesi europei, nel modo in cui affrontiamo il finanziamento della difesa. Riteniamo che il potenziamento delle nostre capacità di difesa e di sicurezza e la preparazione alle crisi siano essenziali e che il finanziamento debba riflettere le nuove realtà globali, per la nostra sicurezza e la nostra sovranità.

• Sosteniamo una spesa più intelligente e migliore, abbinata a un programma completo per la difesa, in modo da garantire la convergenza nella pianificazione, nell’approvvigionamento e nella gestione delle capacità. Ciò include la capacità finanziaria di colmare il divario di investimenti dell’Unione europea, riducendo le inefficienze attraverso la creazione di economie di scala e realizzando progetti con effetti positivi di ricaduta.

• Pertanto, l’Unione europea deve valutare la fattibilità e il valore aggiunto di diversi strumenti, compreso il potenziale di quelli innovativi, o di una serie di strumenti, per migliorare l’accesso ai finanziamenti pubblici e privati. In questo contesto, prendiamo atto che il pacchetto ReArm Europe è solo un primo passo che necessita di maggiore ambizione e di essere abbinato a un programma completo per una difesa comune europea. Sarà necessario un ulteriore lavoro per affrontare efficacemente le sfide immediate e le esigenze a lungo termine.

• In particolare, pur riconoscendo che gli sforzi degli Stati membri nel finanziamento nazionale saranno facilitati, è chiaro che gli Stati membri da soli non sono sufficienti a rafforzare le capacità europee contro tutte le minacce. Iniziative congiunte e azioni di collaborazione a livello dell’Unione europea sono essenziali per affrontare le sfide del coordinamento nella pianificazione, nello sviluppo, nella manutenzione e nello spiegamento, rafforzando così l’autonomia strategica europea e garantendo al contempo il pieno coinvolgimento del Parlamento europeo. Il percorso di costruzione della sicurezza e della difesa europea deve essere soggetto a un attento controllo democratico.

• Sulla base del successo della nostra risposta comune alla crisi pandemica, gli strumenti e le soluzioni finanziarie europee aggiuntive necessarie devono essere costruite sulla solidarietà, garantendo al contempo un forte impegno nel bilancio dell’Unione europea e che tutti gli Stati membri beneficino di questo investimento. A questo proposito, l’Unione europea deve sviluppare uno strumento finanziario europeo per incrementare gli investimenti e le capacità in materia di sicurezza e difesa attraverso un debito comune europeo.

• L’approccio progressista alla sicurezza europea non riguarda solo le armi, ma anche la stabilità, il benessere, la cooperazione e la coesione europea. Non c’è benessere senza sicurezza, così come non c’è sicurezza senza benessere. Pertanto, come socialisti e democratici, crediamo fermamente che il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Unione europea non debba andare a scapito dei nostri impegni per la convergenza sociale, territoriale ed economica o a spese di altre priorità progressiste, compresi i fondi di coesione. È in questo spirito che chiediamo una strategia di investimento globale che affronti sia le nostre vulnerabilità nelle capacità militari sia quelle nel nostro tessuto sociale.

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Mentre ci sforziamo di creare un’unione più strategica intorno alla difesa, è fondamentale ricordare che l’Unione europea è stata fondata come iniziativa di pace. Pertanto, le nostre azioni si basano sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. È nostro dovere comune di europei mantenere questa missione di pace, sia in Europa che a livello globale. Per questo motivo, e alla luce dell’attuale situazione geopolitica, come progressisti dobbiamo prendere l’iniziativa e mobilitare le istituzioni europee per promuovere una Conferenza globale per la pace.

Il testo originale della dichiarazione, in lingua inglese, si può leggere qui.



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