Mercato farmaceutico: le Fab13 Made in Italy motore dell’economia nazionale (ma crescono solo all’estero)


Hanno cuore e cervello in Italia, ma crescono soltanto all’estero. Sono le tredici storiche aziende italiane del farmaceutico a guidare (insieme a tutto il settore) il motore dell’economia nazionale.

Innovazione, ricerca e crescita economica i fattori al centro delle loro strategie di espansione. E così le “Fab13”, aziende a capitale italiano iscritte a Farmindustria (Alfasigma, Abiogen pharma, Angelini pharma, Chiesi farmaceutici, Dompé farmaceutici, Ibn Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon) sono riconosciute come uno dei “sette” settori di eccellenza nostrano, affiancando comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda.

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D’altra parte i numeri lo testimoniano in maniera netta. Quelli presentati nel nuovo rapporto Rapporto di Fondazione Edison dedicato proprio alle Fab13 – presentato il 17 marzo a Milano – testimoniano che queste aziende hanno fatto registrare un fatturato complessivo di 16,8 miliardi di euro nel 2023 (+12%) – dei quali 12,8 realizzati sul mercato estero. Le vendite all’estero, peraltro, rappresentano il 76% del fatturato totale e il 100% della crescita degli ultimi 5 anni.

Continua il percorso di espansione globale

Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, le Fab13 hanno consolidato la loro presenza internazionale: mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia, dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie.

Il dettaglio degli investimenti

Nel 2023, le FAB13 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Un impegno significativo è stato dedicato anche alle acquisizioni internazionali, con un investimento di 1,7 miliardi di euro per rafforzare il portafoglio prodotti e l’accesso ai mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse totali, testimoniano l’impegno delle aziende nel mantenere elevati standard qualitativi e tecnologici, sviluppando farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare.

Va poi sottolineato che, pur avendo una forte presenza internazionale, queste aziende consolidano tutti i loro bilanci in Italia, garantendo un contributo fiscale rilevante per il Paese, che si traduce in risorse essenziali per il finanziamento della sanità pubblica e della ricerca scientifica. È significativo anche l’impatto che il settore ha sull’occupazione. Sono oltre 47.000 le persone che oggi lavorano nel comparto, di cui quasi 15.000 in Italia (questi rappresentano circa il 22% degli addetti dell’intera industria farmaceutica), con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Le Fab13 confermano così il loro ruolo di attori chiave nella valorizzazione delle competenze italiane e nella creazione di opportunità di lavoro qualificato.

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Le aziende hanno puntato sull’internazionalizzazione

Marco Fortis, vicepresidente e coordinatore della Fondazione Edison, ha dichiarato- “Le FAB13 hanno saputo, da un lato, mantenere i valori della lunga storia di molte di esse e, dall’altro, puntare su un nuovo futuro fatto di investimenti e tecnologie innovative; hanno saputo puntare sull’internazionalizzazione, mantenendo tutte «cuore e cervello» in Italia.

Questo gruppo di 13 imprese – prosegue Fortis – ha superato i 16 miliardi di euro di volume di affari, trainato dal fatturato estero e in particolar modo dalle esportazioni, che ammontano ad una cifra di tutto rispetto: 6,2 miliardi di euro (nel 2023). Per dare l’ordine di grandezza,si pensi che il valore della produzione italiana delle FAB13 che viene esportata è superiore all’export totaledell’Italia in India (5,2 miliardi) e non molto distante dall’export totale dell’Italia in Giappone (8 miliardi).

E ancora: i 6,2 miliardi di export italiano delle sole FAB13 si collocano tra l’export di 2 colossi dell’eccellenza del Made in Italy: le navi da crociera (4,2 miliardi) e i vini (7,8 miliardi)”. L’incremento delle esportazioni delle FAB13 nel 2023 (+1 miliardo di euro) da solo ha compensato oltre 1/3 del calo dell’export complessivo italiano di tutti i prodotti verso la Germania -2,8 miliardi)”.

Quali le necessità per il futuro del settore

Durante la presentazione del Rapporto, le tredici hanno messo in luce alcune necessità fondamentali per il futuro del settore. “I dati emersi dal Rapporto di Fondazione Edison ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le FAB 13 sono oggi un motore strategico dell’industria farmaceutica italiana”, dichiara Alberto Chiesi, Presidente delle industrie farmaceutiche italiane FAB13.

“È dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco, perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future. Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico, ma nell’evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l’efficienza competitiva raggiunta”.

Sostenere la ricerca sui farmaci

Tra queste, una maggiore comunicazione con i decisori per sensibilizzare sul valore strategico della farmaceutica, un sistema normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l’innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca e la riduzione della pressione fiscale con la creazione di incentivi per rendere l’Italia un hub di riferimento per la farmaceutica. È stato inoltre sottolineato il bisogno di sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, di migliorare la sinergia tra università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico e di semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali.



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