Tassi, Mutui in lieve Rialzo: il Sorpasso del fisso e la “variabile” Trump sul Mercato – PLTV.it


di Giuseppe Gaetano, editor in chief

Mentre i tassi a breve diminuiscono con quelli di riferimento della Bce, ci sono “segnali di lieve rialzo sui tassi a medio e lungo termine – il vice dg vicario ABI, Gianfranco Torriero, determinato da andamenti geopolitici” che a inizio marzo han fatto risalire l’Irs a 10 anni al 2,64% dal minimo del 2,23 toccato a dicembre.

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Ebbene sì: com’è naturale che sia, gli indici Euribor sono tornati ad essere meno cari degli Irs, più influenzati dalle prospettive inflazionistiche.
Dunque – dopo oltre 2 anni di anomalia dovuta all’impennata repentina del costo del denaro – nei prossimi mesi i nuovi mutui a tasso variabile dovrebbero tornare a costare meno del fisso: sono separati ancora da un centinaio di punti base ma è ipotizzabile che la competizione delle banche sugli impieghi favorirà il lancio sul mercato di offerte vantaggiose, magari riducendo lo spread. Da quando l’estate scorsa è iniziato l’allentamento monetario, la rata media mensile dei variabili è scesa già di circa 100 euro, e nel 2026 potrebbe calare di altri 100; mentre quella dei nuovi fissi potrebbe salire.

Intanto, nel weekend, ABI ha aggiornato la situazione a febbraio 2025: il tasso medio sui nuovi prestiti alle imprese è sceso al 3,98% dal 4,15 del bollettino di gennaio, mentre quello sui mutui ipotecari è appunto leggermente salito al 3,17% dal 3,12. Nel complesso, il tasso medio sul totale dei prestiti in essere ai privati è comunque sceso ulteriormente al 4,27% dal 4,32. Lo spread sulle nuove operazioni con famiglie e aziende si è attestato a 180 pb.
I deteriorati netti diminuiscono ancora, a 30,5 miliardi di euro (a gennaio erano l’1,47% dei crediti totali), ma il rallentamento della crescita economica contribuisce a deprimere la domanda di finanziamenti: a febbraio i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dello 0,6% annuo dal -0,7% del mese precedente.

A trascinare al ribasso la percentuale è il credito alle aziende: -1,9% a gennaio contro il +4% del comparto retail.
L’ultimo bollettino Bankitalia, relativo a gennaio, rileva identico trend ma uno scarto di erogato complessivo annuo ancora inferiore, ormai prossimo a pareggiare i conti col corrispondente periodo del 2024, e un piccolo rialzo sugli interessi per il credito al consumo, anziché per i mutui immobiliari. Insomma, nonostante debba ancora recepire il sesto taglio di Francoforte a marzo, pare che il mercato abbia già fiutato il clima di incertezza e sfiducia destinato a perdurare con le iniziative trumpiane: l’evoluzione del contesto internazionale resta un punto interrogativo.

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