Piano UE per colpire risparmi ‘fermi’ in banca/ “10mila mld verso investimenti”: conti corrente a rischio?


IN SETTIMANA AL VIA IL PIANO DI UNIONE RISPARMI & INVESTIMENTI: A COSA PUNTA VON DER LEYEN

Il prossimo 19 marzo 2025 a Bruxelles la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen presenterà il “Saving and Investment Union”, ovvero quello che in gergo più nazionale-patriottico è traducibile con l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti. Ora al netto delle facili ironie calcistiche che possono essere mosse per la sigla inglese di questo nuovo piano europeo (SIU, non ce ne voglia Cristiano Ronaldo…), il tema è tutt’altro che faceto dato che arriva in un momento molto particolare dell’Europa dove su riarmo, difesa e crescita di un’economia “di guerra” guarda con minaccia e paura al prossimo futuro.


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Con 800 miliardi di euro stanziati sul ReArm EU, il piano di riarmo comunitario lanciato sempre da Von der Leyen la scorsa settimana, la Commissione Europea “corre” dopo anni di semi-immobilismo a livello finanziario decisionale: ora aggiunge la nuova Unione dei Risparmi e degli Investimenti che si intesta il gravoso compito di “attivare”, di “mobilitare” – e probabilmente in qualche modo di “sbloccare” – i circa 10mila miliardi di euro dei cittadini europei che restano “fermi” in banca per timore di crisi e di scenari ulteriormente peggiori dopo la batosta per famiglie e imprese dell’epoca Covid.



I tratti principali del piano SIU li ha già delineati la Presidente tedesca, ma è dal 19 marzo che potremo conoscere nel dettaglio cosa effettivamente punta a “smuovere” questo nuovo piano europeo già al centro di polemiche non da poco per il patentato rischio di eventuali “prelievi forzosi” dai conti correnti ora e/o in futuro sotto determinate condizioni che non dipendono minimamente dalla libertà del singolo cittadino risparmiatore.

Sulla scia dei report su competitività e regole del mercato libero UE – delineati dagli ex Premier italiani Draghi e Letta – la linea di Von der Leyen sembra essere andata decisamente oltre ogni iniziale aspettativa: «dobbiamo trasformare i risparmi privati in investimenti necessari», è basta questa frase della Presidente UE per scatenare critiche e timori.

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IL RISCHIO DI PRELIEVO FORZOSO NON È DEL TUTTO ESCLUSO: COME DOVREBBE FUNZIONARE IL NUOVO PIANO UE

Quello che è certo è che bisogna tornare ad investire, a far crescere l’economia senza vincolarla con legislazioni e decisioni ai limiti dell’assurdo: in questo senso è molto positivo l’impulso “nuovo” dato dalla Commissione Ue e dal Consiglio Europeo, che sembrano ora aver capito realmente le problematiche effettive di un Continente che non cresce a dovere.

Il problema è sempre però come e con quali criteri quella spesa deve essere indirizzata: e qui iniziano i problemi, dato che appunto con l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti si cerca di mobilitare parte, il più cospicua possibile, dei circa 10mila miliardi di euro in mano ai conti correnti dei cittadini, come rileva il “Sole 24 ore” nell’anticipare oggi la bozza coi vari dettagli del SIU.

I capitali privati al 70% sono ad oggi sotto forma di risparmio, mentre il 30% è investito nel mercato dei capitali: ebbene, l’obiettivo dell’UE è quello di “svegliare” tali ingenti risparmi per collegarli agli investimenti e in generale al capitale di rischio. Serve insomma un sostegno reale alla competitività dell’industria europea in base alle nuove priorità delineate da Bruxelles, dove la difesa e il riarmo sono ai primissimi posti (con un radicale ribaltamento avvenuto davvero in pochissime settimane, ndr).

Il problema è che il piano proposto dall’Italia con il Ministro Giorgetti in merito al ReArm EU – ovvero un fondo che mobiliti gli investimenti privati di aziende e imprese, così da far girare l’economia senza produrre troppo deficit pubblico – non sembra affatto considerato da Bruxelles: piuttosto, ecco il tema dei “risparmi” da sbloccare nei conti corrente dei singoli cittadini.

È qui che torna l’incubo del prelievo forzoso di cui già vi segnalavamo il problema negli scorsi giorni: come infatti l’Europa ha in mente di agevolare la presenza e partecipazione dei piccoli risparmiatori al mercato, così da sbloccare quei miliardi “inutilizzati” in banca? Ebbene, secondo un piano ancora tutto in divenire, la bozza del SIU prevede un conto di risparmio e investimenti che in alcuni Paesi UE già avrebbe dato buoni risultati: che il cittadino possa essere invogliato, attratto, incentivato, indirizzato o altro ancora, non è un tema da poco da capire prima di approvare un’Unione del genere.

Avere accesso a questi conti per poter depositare lì i propri risparmi dovrebbe poi generare un effetto a catena che porti dai risparmi, i vari investimenti sul mondo del mercato libero: se si tratti di un’iniziativa oculata e con garanzie piene per il risparmiatore, o se invece non sia un modo “edulcorato” per un prelievo forzoso dai conti corrente, ecco questo è proprio il punto che Von der Leyen dovrà cercare di chiarire mercoledì prossimo presentando il suo piano per l’Unione dei Risparmi e degli Investimenti.



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