Imprese, Pluxee Italia protagonista del Welfare day 2025 


“Il rischio di nuovi dazi statunitensi sui prodotti italiani ed europei rappresenta senza dubbio un tema cruciale. L’export verso gli USA sta già mostrando un leggero calo, segnando quasi un -5% rispetto al 2024. Considerando che il 9,3% delle esportazioni regionali venete è destinato agli Stati Uniti, solo Lombardia, Emilia e Toscana ci precedono in questa classifica. I nostri principali settori di esportazione sono macchinari, prodotti metalmeccanici, agroalimentare e tessile. È evidente che qualsiasi ostacolo che limiti il normale flusso commerciale verso questi mercati è motivo di forte preoccupazione”. Così commenta Raffaele Boscaini, neo presidente di Confindustria Veneto, intervistato sulle possibili conseguenze economiche per la regione veneta.

“Le minacce di dazi da parte di Trump possono trasformarsi rapidamente in realtà, ma allo stesso tempo non sono escluse eventuali retromarce – sottolinea Boscaini –. Questa incertezza, sebbene non auspicabile, è al momento difficilmente prevedibile”.

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Proseguendo, Boscaini afferma: “In Veneto esiste un tessuto imprenditoriale solido, capace di affrontare questa sfida grazie a una gestione ponderata delle filiere produttive in entrata e in uscita. Tuttavia, dazi rilevanti come quelli ipotizzati risulterebbero difficili da assorbire senza un inevitabile aumento dei prezzi”.

A suo avviso, “è necessario trovare una strategia di difesa contro questi dazi, preferibilmente evitando conflitti commerciali basati su ritorsioni. La soluzione migliore passa probabilmente attraverso il dialogo e la negoziazione, poiché, come in ogni conflitto, la diplomazia è l’arma più efficace”.

Boscaini traccia poi un quadro della situazione economica veneta: “Non si può negare che stiamo assistendo a un rallentamento economico. Le esportazioni sono in diminuzione, le assunzioni calano – soprattutto nei settori metalmeccanico e calzaturiero – nonostante il mantenimento della piena occupazione. Questi segnali potrebbero preludere a difficoltà ulteriori, motivo per cui è essenziale non abbassare la guardia e adottare le contromisure necessarie. Per il 2025, le previsioni economiche sono contrastanti: si parla di una crescita del PIL tra lo 0,9% e l’1%, un dato comunque superiore alla media nazionale, stimata intorno allo 0,7%. Questo conferma la resilienza e la dinamicità del Veneto”.

Secondo Boscaini, alcune delle principali criticità riguardano il fabbisogno energetico, la mancanza di personale qualificato e la capacità di attrarre investimenti in grado di avere un impatto positivo sul territorio.

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Commentando la sua elezione a presidente di Confindustria Veneto, Boscaini si dichiara “onorato per l’unanime convergenza sulla mia candidatura e per l’unità di visione, fondamentale in una fase complessa come quella attuale”. Aggiunge inoltre: “Il ruolo di Confindustria Veneto è quello di fungere da ponte tra le istanze delle associazioni territoriali e provinciali e le istituzioni, sia locali che nazionali. Un supporto importante in questa direzione proviene dalla Fondazione Nord Est, che offre alle imprese strumenti di analisi economica e strategica”.

Boscaini sottolinea l’importanza delle misure necessarie per affrontare le sfide future: “Sul decreto bollette, va riconosciuto l’impegno del governo. Anche se non ci pone ancora in condizioni ottimali, lo sforzo è certamente apprezzabile”.

Ritiene comunque che “ci siano molti ambiti migliorabili. Ad esempio, sarebbe opportuno rafforzare le PMI sui mercati internazionali attraverso politiche mirate. Un altro tema cruciale è la sburocratizzazione, poiché le complicazioni amministrative rappresentano un freno agli investimenti e comportano costi aggiuntivi per le imprese”.

Boscaini evidenzia inoltre la necessità di “aumentare gli ingressi legali di lavoratori stranieri, soprattutto nei settori manifatturiero e agroindustriale. Si tratta di un bisogno che, se ben gestito, può generare benefici sia per il nostro Paese che per chi cerca migliori opportunità di vita”.

Infine, parlando delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, Boscaini osserva che “possono generare ricadute economiche rilevanti per i territori e le imprese locali, oltre a lasciare in eredità infrastrutture sportive utili per decenni. Le polemiche sull’adeguamento degli impianti, come la pista di bob, risultano incomprensibili. È cruciale invece sfruttare al meglio queste strutture, come accaduto a Verona con lo stadio realizzato per Italia ’90”.



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