Economia sostenibile Il pacchetto intende abbassare significativamente gli oneri amministrativi alle pmi e liberare risorse per gli investimenti in innovazione
Il pacchetto di misure Omnibus I e II, proposto dalla Commissione Europea, punta ad abbassare significativamente gli oneri amministrativi per le imprese, con una riduzione del 25% complessiva e del 35% specificamente per le Pmi. L’obiettivo principale è quello di facilitare il passaggio verso un’economia più sostenibile, incentivando investimenti di qualità e stimolando la competitività dell’Ue, in linea con gli obiettivi del Green Deal (si stima un risparmio di 6,3 miliardi di euro in costi amministrativi e una mobilitazione di 50 miliardi tra investimenti pubblici e privati).
Le modifiche proposte dal pacchetto comprendono interventi su diverse normative per semplificare regole e procedure, migliorando così l’ambiente imprenditoriale e aiutando, in particolare, anche il settore tessile che rappresenta una parte significativa della produzione europea. Una delle novità principali riguarda gli obblighi di rendicontazione previsti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), con l’introduzione di standard volontari come il VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard), ideati per alleggerire il carico burocratico delle piccole e medie imprese. Aspetto particolarmente utile in settori caratterizzati da filiere frammentate, come il tessile.
«Omnibus apporta significative modifiche all’approccio di raccolta dati e rendicontazione che le nostre aziende si apprestavano ad affrontare seguendo le direttive» spiega Lucia Bianchi Maiocchi (Vitale Barberis Canonico) delegata del Presidente Uib alla Sostenibilità nel tessile. «Il carico di lavoro per l’elaborazione dei dati avrebbe per forza gravato sull’l’intera filiera, comprese le pmi formalmente escluse dall’onere. La semplificazione proposta secondo standard volontari semplificati da un lato garantisce la trasparenza e dall’altro libera preziose risorse aziendali che possono essere dedicate, aldilà del rendicontare, a implementare nuove strategia di riduzione di impatto, a creare sinergie di sistema per la riduzione degli sprechi, a trovare più soluzioni per investire su ricerca e innovazione. Il nostro Paese, e in particolare il nostro settore, vanta primati virtuosi a livello UE in termini di buone pratiche, citiamo per esempio il riciclo. Bene semplificare ma servono politiche che agevolino le nostre aziende a incrementare il cammino verso un’ innovazione responsabile e competitività».
Altro elemento chiave è la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), che viene modificata per ridurre le richieste di verifiche abbassando l’impatto amministrativo sulle imprese meno strutturate, contenendo gli effetti della pressione delle grandi aziende lungo la catena di fornitura, migliorando così l’equilibrio tra sostenibilità e costi operativi.
Per quanto riguarda poi il commercio internazionale, le modifiche al meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) offrono agevolazioni come l’esenzione per i piccoli importatori e una semplificazione dei calcoli relativi alle emissioni. Misure che mirano a proteggere le aziende di dimensioni ridotte favorendo la loro competitività su scala globale.
In sintesi, con Omnibus le imprese potranno concentrarsi meglio su pratiche sostenibili, come, per esempio, l’uso di materiali riciclati e il miglioramento della filiera. E per il settore tessile, ciò significa poter affrontare meglio sfide ambientali come l’inquinamento e il consumo eccessivo di risorse.
«Le nostre aziende investono in innovazione e tecnologie pulite, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo il riutilizzo dei materiali, non solo per rispondere alle normative ma come scelta strategica per un futuro sostenibile» conclude Elena Maggioni, (A2A Ambiente) e vice presidente Uib alla Transizione e Obiettivi ESG. «La vera svolta si ha quando la sostenibilità diventa parte integrante del Dna aziendale, con un approccio olistico lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti. In questo percorso, il Green Deal è un riferimento chiave, sebbene la sua complessità normativa abbia sollevato perplessità. Con Omnibus l’Europa vuole facilitare la transizione ecologica, riducendo la burocrazia, incentivando investimenti mirati e tutelando la competitività, al fine di permettere al mondo industriale di fare della sostenibilità un elemento strategico differenziante. È importante non separare sostenibilità e competitività, poiché un approccio responsabile verso l’ambiente e la società può potenziare l’innovazione e il successo a lungo termine delle imprese».
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