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Nel 2023 i rifiuti da imballaggio conferiti dai Comuni al sistema CONAI hanno fruttato alle amministrazioni locali 700 milioni di euro di corrispettivi. Ora però c’è da adeguare il sistema alle nuove regole europee sulla copertura dei costi di gestione del fine vita. Anche per questo le trattative sul nuovo accordo di comparto sono ancora in corso
Nel 2023 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia ha raggiunto il 66,6%, con una crescita del 5% rispetto al 2019 e dell’1,5% sul 2022, fruttando ai Comuni convenzionati con CONAI circa 700 milioni di euro in corrispettivi per la raccolta degli imballaggi. È quanto emerge dal XIV rapporto ANCI-CONAI, presentato questa mattina a Roma, stando al quale tra carta, plastica, metalli, vetro, legno e bioplastiche sono 5,5 i milioni di tonnellate di packaging a fine vita separati dai cittadini e avviati a riciclo dal sistema dei consorzi di filiera. Quantità in calo di circa 100 mila tonnellate sull’anno precedente, che hanno comunque garantito alle amministrazioni convenzionate 693 milioni di euro a copertura dei maggiori oneri della differenziata, in crescita sull’anno precedente (e in linea con il trend dell’ultimo quinquennio) anche per effetto del rialzo dei corrispettivi riconosciuti dai consorzi di filiera nell’ambito dei singoli accordi tecnici con i Comuni.
Nell’arco dell’ultimo quadriennio coperto dall’accordo ANCI-CONAI, i corrispettivi riconosciuti ai Comuni sono cresciuti ni media del 14,1%. “Visto che i corrispettivi dipendono non solo dalla quantità ma anche dalla qualità dei rifiuti conferiti, i numeri ci dicono che stiamo andando bene su tutti e due i fronti – ha spiegato Francesco Iacotucci, tra i curatori del rapporto ANCI-CONAI – e che quindi siamo pronti alla nuova era”. Il meccanismo di compensazione economica della raccolta introdotto nel 1999 con il primo accordo quadro ANCI-CONAI, che negli ultimi venticinque anni ha garantito la crescita costante delle quantità intercettate, a partire dal 2025 dovrà infatti essere adeguato alle nuove indicazioni dell’Ue, secondo cui i sistemi di responsabilità estesa dei produttori di imballaggi dovranno coprire i costi di gestione del packaging a fine vita in maniera integrale o, in deroga, all’80% dei costi efficienti. Anche per questo i negoziati per il rinnovo dell’intesa tra enti locali e consorzi, che avrebbero dovuto concludersi entro la fine del 2024, sono ancora in corso.
Una trattativa “complessa” e “in una fase delicata”, ha ammesso la vice segretario di ANCI Stefania Dota, e non solo perché “l’intesa riguarderà non più solo ANCI e CONAI ma un sistema più ampio”, che includerà anche i consorzi autonomi in un accordo di comparto, ma soprattutto perché “c’è da individuare un meccanismo di compensazione dei PEF approvati dai Comuni che, come previsto dalla legge, copra almeno l’80% dei costi della differenziata”. Un sistema che possa “tenere conto delle diversità delle realtà urbane e determinare anche un abbattimento della TARI per le amministrazioni virtuose”, ha aggiunto il Sindaco di Cagliari e delegato ANCI ai rifiuti Massimo Zedda. Sul fronte dei consorzi l’adeguamento dei corrispettivi riconosciuti ai Comuni alle nuove regole Ue “non spaventa nessuno”, ha chiarito il vice direttore generale di CONAI Fabio Costarella. “I consorzi di filiera sono sempre stati pronti a rispondere alle esigenze dei territori – ha detto – e anzi mi auguro che la definizione dell’accordo quadro arrivi presto per passare poi alla vera negoziazione, che sarà quella sui singoli allegati tecnici”.
Una partita alla quale guardano con interesse anche le imprese di gestione del servizio pubblico, convinte che il nuovo accordo di comparto possa fare da leva per superare la frammentazione della governance e i ritardi infrastrutturali che ancora caratterizzano ampie aree del paese. “Bisogna favorire gestioni industriali – ha spiegato Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – ad esempio facendo in modo che il sistema delle deleghe consenta di dispiegare al massimo le opportunità che le imprese industriali possono offrire per raggiungere i risultati che l’Ue ci ha dato”. “Il sistema nazionale è già in anticipo sugli obiettivi europei di riciclo e viene portato a esempio – ha chiarito il presidente di RICREA Domenico Rinaldini – ora stiamo affrontando una trasformazione, ma è importante che vengano conservati i principi fondamentali che hanno ispirato questa esperienza. Ci sono interessi legittimi e diversi, aspetti economici importanti ma è altrettanto importante ricordare che la stella principale resta quella della tutela dell’ambiente”.
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