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Nella giornata di ieri due lampi hanno squarciato il fitto buio che l’amministrazione Trantino ha fatto scendere sull’utilizzo dei 20 milioni di euro che il decreto Caivano destina alla rigenerazione di San Cristoforo.
Il primo viene direttamente da Palazzo Chigi: “Su San Cristoforo, ci informa la Meloni, si procederà alla riqualificazione di via Plaia”. Il secondo balenio proviene direttamente dal cuore del quartiere: un convegno organizzato dalla “Città dei ragazzi” con ospiti d’onore il sindaco Enrico Trantino e Totò Cuffaro, segretario nazionale della Nuova D.C., il politico condannato per mafia, ancora in servizio permanente, mentre ci aveva assicurato che sarebbe andato in Africa a fare il volontario.
I soldi che arrivano da Roma non servono a cambiare le cose ma ad alimentare cricche e clientele di ogni sorta. Una denuncia pronunciata oltre 40 anni fa da Pio La Torre che sembra quanto mai attuale nella complessa partita di San Cristoforo.
La Giunta Trantino ha indetto due “concertazioni”. Nel primo incontro ci è stato detto che le proposte andavano inviate per email, inaugurando così un’inedita via alla concertazione per messaggistica. Il secondo giro di concertazione è stato, se possibile, ancora più imbarazzante. Il sindaco Trantino non ha nemmeno citato i progetti del mondo associativo.
Eppure in quei documenti erano presenti sia indicazioni di metodo per dare vita ad autentici percorsi di democrazia partecipata (“Assieme per San Cristoforo 1” promosso dal Cantiere per Catania) sia puntuali e concreti progetti operativi provenienti dal Comitato per il Parco Monte Po Acquicella, da Cgil – Sunia – Auser, dal Comitato Cittadino Federico II, dalla Comunità della Salette. L’amministrazione si è mossa come se quella grande ricchezza nemmeno esistesse. Su quelle proposte è sceso il più duro e sconcertante dei silenzi.
Trantino ha dettato la propria agenda, mettendo al primo posto la trasformazione di via Plaia in una sorta di rambla o boulevard per i turisti. Vedremo. Certo è che questa rambla alla catanese poco ha a che fare con il decreto Caivano, dedicato, al netto delle scellerate scelte securitarie di cui è portatore, al contrasto della povertà educativa, del disagio giovanile e del degrado sociale. Insomma, l’amministrazione non ha ascoltato.
Ma la società civile ha rilanciato e non ha alcuna intenzione di fermarsi. Con il documento “Assieme per San Cristoforo due”, con lo stile giusto proprio dell’ex Prefetto Sammartino e la forza missionaria di don Marcello de Le Salette, propone interventi alternativi per una rigenerazione sociale del quartiere.
Intanto, c’è da fare i conti con la presenza di Totò Cuffaro a San Cristoforo. L’occasione per rafforzare la sua presenza elettorale a Catania è ghiotta, visti gli inciampi giudiziari in cui sono incappati due esponenti del MPA: Giuseppe Castiglione, deputato regionale e capogruppo Mpa all’Ars e Matteo Marchese consigliere comunale Mpa a Misterbianco, entrambi accusati di voto di scambio politico mafioso. Trantino sarebbe ben contento di avere a che fare con un Lombardo indebolito e per questo meno arcigno e riottoso del solito.
Intanto è davvero singolare che un leader di partito venga a San Cristoforo a perorare la causa di una associazione di Terzo settore che si autoproclama comunità educante. L’impressione è che su San Cristoforo si giochi una doppia partita. La prima è quella dei fondi del decreto Caivano. La seconda è legata al progetto “Organizziamo la speranza”, iniziativa promossa da “Con i Bambini”nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Un progetto di oltre 3 milioni di euro che dovrà essere realizzato in partenership dagli enti di terzo settore, con un ruolo di primo piano del Comune di Catania.
Forse a Palazzo degli Elefanti hanno pensato ad una suddivisione dei fondi. Quelli del decreto Caivano per realizzare opere che soddisfino gli appetiti delle imprese e alimentare l’eterno ciclo del cemento catanese. Mentre il ricco finanziamento del progetto promosso da “Con i Bambini” sarebbe da destinare alle associazioni di terzo settore, magari a quelle di riferimento.
Così si andrebbe dritti dritti contro un muro, fatto di sprechi e di consorterie. La strada del passato che non passa. Speriamo di no. Per il bene di San Cristoforo e di Catania. Per questo è ancora più importante che la società civile resti in campo e faccia vivere le proprie proposte tra la gente.
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