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Sollecitare il governo per risolvere la carenza di organico e le disfunzioni organizzative presso il Tribunale per i minorenni di Bologna. A chiederlo è il Partito democratico con un’interrogazione a firma Gian Carlo Muzzarelli (primo firmatario), Maria Laura Arduini, Niccolò Bosi, Fabrizio Castellari, Daniele Valbonesi, Barbara Lori, Andrea Massari, Ludovica Carla Ferrari, Maria Costi, Lodovico Albasi, Matteo Daffadà, Andrea Costa, Luca Sabattini, Elena Carletti, Emma Petitti, Paolo Calvano, Luca Quintavalla e Eleonora Proni.
“Il Tribunale per i minori di Bologna è l’unico organo competente per tutti i procedimenti riguardanti i minori su tutto il territorio regionale dell’Emilia-Romagna, con un bacino di utenza che comprende circa 4,5 milioni di persone: attualmente soffre di una grave carenza di organico, stimata intorno al 52% rispetto al fabbisogno effettivo, con particolare riferimento al personale di cancelleria e ai magistrati assegnati”, spiegano i democratici per i quali “questa carenza di risorse umane e finanziarie ha determinato un significativo rallentamento nell’evasione dei procedimenti, con gravi ripercussioni sull’accesso alla giustizia per i minori e le famiglie coinvolte”
Il Pd chiede soluzioni anche sul nuovo processo civile telematico che, spiegano “ha comportato ulteriori difficoltà, soprattutto a seguito della migrazione dal sistema Sigma al sistema Sicid, che non è stata accompagnata da adeguati stanziamenti di risorse finanziarie e di personale: gli Avvocati hanno denunciato limitazioni nell’accesso fisico alle Cancellerie e disfunzioni nel deposito telematico degli atti e nella consultazione dei fascicoli tramite processo telematico, aggravate dalla riduzione dei giorni di apertura delle cancellerie civili e per le adozioni a due giorni alla settimana, e delle cancellerie per i ricongiungimenti familiari a un solo giorno settimanale. Questa situazione ha generato una grave difficoltà nella gestione dei procedimenti, con il rischio di compromissione dei diritti dei minori coinvolti nei procedimenti giudiziari”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “se abbia attivato un dialogo con il Ministero della Giustizia per sollecitare un ampliamento dell’organico del Tribunale, al fine di garantire un servizio efficiente e tempestivo alla cittadinanza e, in particolare, ai minori coinvolti nei procedimenti giudiziari e quali misure urgenti siano state adottate e quali ulteriori interventi si intendano predisporre per garantire il corretto funzionamento del processo civile telematico, migliorare l’accesso agli atti e ridurre i ritardi nelle comunicazioni tra Cancelleria, magistrati, avvocati e parti coinvolte nei procedimenti”.
PD, AVS, M5S, CIVICI CON DE PASCALE: “SOLUZIONI ALTERNATIVE AL TRASFERIMENTO DI GIOVANI DETENUTI A BOLOGNA E PARMA” – Con una risoluzione Simona Lembi (Pd), prima firmataria, Barbara Lori (Pd), Paolo Calvano (Pd), Lorenzo Casadei (M5s), Vincenzo Paldino (Civici con De Pascale), Simona Larghetti (Avs), chiedono alla Regione di individuare soluzioni alternative al trasferimento di 50 giovani detenuti in una sezione della Casa Circondariale di Bologna, per rispondere in maniera più adeguata alle esigenze educative e di recupero.
“La Casa Circondariale Rocco D’Amato di Bologna è attualmente soggetta a un sovraffollamento particolarmente grave, con un numero di detenuti che ha ormai superato le 850 unità, a fronte di una capienza regolamentare fissata a 507 posti, una situazione che incide profondamente sulla gestione quotidiana dell’istituto, riduce le possibilità di accesso alle attività trattamentali e rende estremamente difficoltosa l’organizzazione dei servizi essenziali. Per far spazio ai 50 giovani adulti in carico alla giustizia minorile, è già stata liberata una sezione della Casa Circondariale di Bologna, trasferendo i reclusi adulti dell’alta sicurezza, 29 dei quali alla Casa Circondariale di Parma, peggiorando le condizioni detentive dei detenuti già presenti, oltre che appesantire la mole di necessità sanitarie e di personale Asl”. I consiglieri e le consigliere spiegano che “la suddetta operazione di trasferimento riguarda detenuti maggiorenni tra i 21 e i 25 anni alcuni dei quali con percorsi di detenzione già segnati da difficoltà di socializzazione, prevede la loro collocazione in una sezione separata dell’istituto penitenziario per adulti, che, per struttura, non presenta condizioni adeguate al percorso di reinserimento, né le necessarie tutele in materia di trattamento penitenziario differenziato – inoltre, continuano – la scelta di destinare temporaneamente tutti i giovani detenuti a un’unica struttura, anziché distribuirli, in raccordo con le autorità locali, tra istituti penitenziari meno affollati, appare irragionevole e contraria ai principi di buona gestione del sistema penitenziario”.
Alla luce di quanto emerso, i consiglieri impegnano la giunta a “individuare soluzioni alternative al trasferimento dei giovani detenuti, che rispondano in maniera più adeguata alle esigenze educative e di recupero dei giovani adulti nei contesti penitenziari; a sostenere la proposta del Comune di Bologna volta alla creazione di una rete tra le città sedi di istituti penitenziari; a sollecitare il Governo e le istituzioni competenti per la creazione di nuove comunità per minori e giovani adulti, come i Centri Educativi Comunitari (CEC), e ad altre strutture alternative in grado di offrire percorsi riabilitativi efficaci e ridurre il ricorso alla detenzione carceraria; a verificare presso la Casa Circondariale Rocco D’Amato se sono garantiti i servizi sanitari di base previsti dal Servizio Sanitario Regionale; a monitorare l’attuazione del trasferimento temporaneo alla Dozza, valutando l’adeguatezza del riassetto organizzativo e a garantire, tramite il Garante regionale dei detenuti, un monitoraggio della situazione interna alla Casa Circondariale di Parma”.
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