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Tra maschere, inclusione, territori, tradizioni, moda e paesi il conduttore di rai uno si racconta
Sulmona,13 marzo– Se ci si recasse a Sulmona in questi giorni, con facilità, nei pressi del cinema Pacifico, ci si potrebbe imbattere in qualche stella filante o coriandolo. Questi elementi distintivi del carnevale stazionano, a tutt’oggi, nella città perché di recente hanno avuto la fortuna di prende parte ad un evento dall’importanza storica, con tratti di sublimità e di incanto. Per i pochi che ancora non l’avessero capito si sta narrando della cinquantasettesima edizione del Gran Galà della Mascherina d’Argento tenutosi sul palco del Pacifico. Un’edizione coinvolgente, originale nei costumi che, ha visto vincere, con la maschera –La ragazza dall’orecchino di perle– la giovane Giorgia D’ Alessandro. A decretare la vincitrice una giuria con a capo Domenico Taglieri, presidente Fondazione Carispaq. Tante le performance andate in scena, si sono fatte apprezzare le giovani e decise ballerine della Music&Dance preparate dalla sensibile e attenta insegnate Ada di Ianni, il mago Foster, il talento canoro di Isabel Durastante in arte Isamby proveniente da “The voice Kids”.
Tutti i bambini e gli artisti intervenuti sono stati guidati e cullati da Beppe Convertini.
Che il noto presentatore di Rai Uno, disponga di un’umanità e di una professionalità perfettamente armonizzate fra loro, ho avuto il privilegio di intenderlo sin dal momento in cui, seduto di fianco me, nelle poltroncine antistanti il palco, ha accettato di rilasciarmi un’intervista prima dell’inizio dello spettacolo, mai ha lesinato tempo o ha schivato domande. Abbiamo iniziato così!
- Beppe Convertini è già stato a Sulmona in occasione della presentazione del suo libro Paesi miei, oggi lo è in veste di conduttore di una festa per bambini che intriga anche gli adulti. Qual è la Sua maschera preferita e se potesse indossare i panni di un personaggio politico, storico, culturale o sportivo chi sceglierebbe e perché?
Diciamo che il mestiere dell’attore è un po’ simile al mascherarsi a carnevale, comunque si interpreta un personaggio diverso da sé stessi, si vive la vita di qualcun altro. L’idea di interpretare un personaggio è divertente, perché è come se ci si mascherasse, pur se ci si mette del proprio. Ho sempre trovato il carnevale una festa molto gioiosa, divertente per i bambini. Quando ero bambino io, le maschere erano sovente le stesse, arlecchino, pulcinella, l’indiano, spesso arrabattate, soprattutto se si proveniva da famiglie normalissime. La mia mamma è una sarta bravissima quindi indossavo un abito fatto sicuramente con amore. Essendo legato alla tradizione prediligo le maschere classiche italiane, dalla storia e dalla tradizione lunga. Di personaggi storici affascinanti ve ne sono tantissimi, sicuramente uno dei più affascinanti è Alessandro Magno. Un personaggio complesso, sarebbe affascinante interpretarlo, ha vissuto una vita variegata e ha saputo conquistare il mondo dominando degli eserciti e sconfiggendone altri.
- Potrebbe definirsi attuale il personaggio di Alessandro Magno?
La guerra in Ucraina e tutte le guerre in essere sarebbero state assolutamente evitabili, purtroppo pare che l’industria delle armi faccia di tutto per creare guerre, alla fine della fiera, appaiono come guerre di religione, ma sono guerre di conquista di territori e finalizzate alla vendita di armi. Alessandro Magno mi affascina perché uomo complesso che richiederebbe uno studio attento e minuzioso per essere interpretato.
- Sulla locandina della cinquantasettesima edizione del Gran Gala della Mascherina d’Argento si evince la scritta AISOS (Associazione Italiana Studio Osteosarcoma) il prezioso tema della beneficenza accompagna questo evento. Spesso i ricercatori italiani fuggono all’estero per mancanza di fondi, si può affermare che, anche, in queste congiunture economiche negative il privato continua a fare la sua parte in termini di solidarietà?
La ricerca dovrebbe essere al primo posto, aiuta tutti e salva vite, far scappar via grandi menti è un dispiacere ed è un danno grave. Si perdono opportunità di avere in casa geni che, possono dare risultati eccezionali ed è giusto che tutti i giovani, non solo i geni, vengano accolti nel mondo del lavoro e sostenuti. Mi capita spessissimo di fare manifestazioni dove si cerca di aiutare chi ha più bisogno. I bambini che oggi parteciperanno a questa edizione della mascherina d’argento sono sicuramente più fortunati di tanti altri, per questo attraverso AISOS è giusto e bello aiutare chi è meno fortunato.
- Da poco è rientrato dal fashion week Milano 2025. Siamo passati da una moda che escludeva per pochi chili in più ad una moda che si è fatta inclusiva, che è diventa contenitore di diversità e si è fatta solo adesso mondiale?
Ho visto diverse sfilate, quella che mi ha colpito di più è quella di Benedetta De Luca.Benedetta ha saputo coniugare la moda, la bellezza e la diversità, tutte le sue modelle, belle quanto le altre. Le diversità di molte modelle spesso implicano delle menomazioni, alcune hanno sfilato in carrozzina, altre non avevano un braccio o una gamba, tutte difficoltà reali, che non hanno impedito loro di sfilar, di mostrare la loro bellezza di sentirsi partecipi, di sentirsi vive. La bellezza va oltre, la bellezza interiore è sicuramente la più importante, ma l’essenza della bellezza passa proprio nella diversità di ognuno di noi dall’altro. Il messaggio straordinario sta nel partecipare tutti a qualsiasi cosa, credo che chiunque debba sentirsi compreso in ogni cosa, escludere è stupido. La donna con il burka ha rappresentato, in queste sfilate, un’altra tematica interessante. Sfilate elevate, sfilate serie. La moda è una cosa seria, gli stilisti e le stiliste italiane sono i più bravi al mondo, lanciare dei messaggi sociali così importanti è fondamentale. Abbiamo i più grandi in assoluto, da Armani, ai vari della Valle, a Reno Rosso, a Prada a Dolce e Gabbana, tutti veramente tutti, nessuno escluso, credono in quello che fanno e rendono il Made in Italy apprezzato in tutto il mondo, creando occupazione. Il sistema moda ha un indotto incredibile, è un altro modo di aiutare il prossimo. Gli stilisti non ricevono sovvenzioni, sono tutti privati, imprenditori nel vero senso della parola. Il rischio d’impresa è sempre alto per un imprenditore.
- Autore, di almeno quattro libri. In due libri la parola paese impera nei titoli. Il paese è quel nucleo di cui abbiamo maggiormente bisogno in questo periodo in cui sembra che il grande, il lontano e l’artificiale travolga adulti e piccini?
Credo sia la vera realtà in cui vivere, il paese ti accoglie, ti protegge, ti fa sentire a casa. Io sono di Martina Franca se potessi vivere lì ne sarei felice, non solo perché vi sono le mie sorelle, i nipoti, i pronipoti e mia madre, ma perché ci sono i luoghi del cuore.
- Qual è un luogo del cuore di Martina Franca dove è piacevole andare spesso?
Sicuramente è la Villa del Carmine, è la villa dove c’è la chiesa dove sono stato battezzato, comunicato e cresimato. Lì vi è la scuola media, la scuola elementare, insomma un mix di ricordi straordinaria in quella villa. È un posto speciale. I miei libri Paesi Miei e Paesi Azzurro, raccontano luoghi meno conosciuti, sono itinerari insoliti, ma altrettanto belli. Luoghi che gli italiani dovrebbero conoscere prima di altri, prima di andare in giro per il mondo dovremmo conoscere l’Italia. Per conoscere l’Italia ci vorrebbero tante vite, non ha solo patrimonio artistico e naturalistico, ma possiede tradizioni, enogastronomia, musica classica e lirica da sballo. L’Italia dispone di tanti elementi distintivi, si pensi al turismo religioso, luoghi di culto straordinari. Potrei fare un elenco infinito dei vari turismi che appartengono all’Italia che è il più bel paese al mondo.
L’intervista si è conclusa e Beppe Convertini è andato a prepararsi per la conduzione del Gran Gala della Mascherina D’Argento. Le parole, il coinvolgimento e il profondo affetto per tutto quello che ha menzionato me lo ha trasmesso sicuramente. Un vero ambasciatore di cultura e di rispetto per il nostro stivale, che non si è lasciato intaccare dal successo e dalla notorietà, altresì, ne ha fatto sano e autentico strumento di esempio. Amare il proprio paese rende forti e propensi ad amare ogni altra forma di bellezza perché si è composti di pasta buona e genuina. D’altronde Alessandro Magno aveva il grande sogno di costruire un impero universale, multirazziale e multiculturale
Cesira Donatelli
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