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Bezos e Zuckerberg si inchinano al tycoon aspettando qualcosa in cambio. Tra fake news, bolle e influenze straniere, nella post democrazia il centrosinistra dovrà riassicurare la popolazione rispetto alla sicurezza. Sia economica sia fisica. Colloquio con il politologo britannico
Nemmeno due mesi di governo e Donald Trump sta smantellando a suon di ordini esecutivi diverse istituzioni, dall’istruzione pubblica agli aiuti umanitari all’estero, oltre a ribaltare la dottrina geopolitica dell’ultimo mezzo secolo. Come possiamo definire questo regime politico che Trump sembra voler costruire? “Il governo Trump è un’oligarchia eletta”, dice al Foglio Colin Crouch, politologo britannico che ha coniato il l’espressione “post democrazia”. Crouch spiega che quella trumpiana “è un tipo di democrazia (ossia della post democrazia), perché lui ha vinto le elezioni. Ma è anche un’oligarchia, perché il suo circolo interno è un gruppo di miliardari, e perché non rispetta leggi e norme”.
Nella post democrazia teorizzata da Crouch abbiamo sì un sistema con norme e istituzioni democratiche, ma molto è pilotato da lobby e mass media. “Certo, questa non è la prima volta che un’oligarchia di miliardari ha controllato un gran parte della vita politica americana”, ci dice il professore emerito. “Si pensi ai ‘baroni del petrolio’, ma anche a molti altri. Diverso però il ruolo dei big tech, perché questi controllano l’informazione e gran parte di quello che la gente ‘ordinaria’ sa. Usano questo controllo per cambiare la presentazione della realtà, il cosiddetto gaslighting. Questo comportamento minaccia il cuore della democrazia, perché la democrazia dipende da corrette informazioni e conoscenze”.
Alcuni si chiedono che cosa vogliano, a lungo termine, Jeff Bezos e Mark Zuckerberg da Trump: “Stanno aspettando dei privilegi dalla mano di Trump – e hanno anche paura che se non si inchinano a lui i loro concorrenti riceveranno tutti i privilegi. E poi Trump promette grandi riduzioni delle imposte per i più ricchi”. Dentro il cerchio Maga c’è un conflitto tra il mega-miliardario Elon Musk e l’ideologo dell’alt right Steve Bannon. “Non capisco totalmente la lite tra Bannon e Musk. Forse c’è qualcosa di personale”, dice Crouch. “Ma Bannon rappresenta una destra più tradizionale, come Viktor Orbán in Ungheria: conservatore, forse religioso, forse razzista. Musk è un anarchista della destra”.
Molti americani, dice Crouch, “non si interessano alle ideologie o alla qualità della democrazia stessa. Ma dobbiamo ricordare che Trump non rappresenta tutti gli americani. Molti non hanno votato per lui”. La sinistra, il centro sinistra, i democratici sembrano paralizzati di fronte a un certo nazionalismo, che funziona bene elettoralmente. “Abbiamo grandissimi problemi. Le identità di classe sociale e – in Europa, non negli Stati Uniti – la religione, che nel passato hanno fornito l’identità politica, oggi si indeboliscono con il cambiare della società e dell’economia che le hanno fatte nascere. Il nazionalismo riempie il buco che lasciano aperto, soprattutto tra persone che non vedono la possibilità di un futuro economicamente ottimistico. Un’altra causa della crescita del nazionalismo è il terrorismo islamico”, ci spiega Crouch. “Dunque, il centrosinistra deve cercare politiche che possono riassicurare la popolazione rispetto alla sicurezza – sia economica sia fisica. Serve una ricostruzione delle zone ex industriali con nuove attività in quei settori che hanno un futuro, e questo non vuol dire magazzini di Amazon, cioè essere il back-office di grandi imprese o dei governi. Qui un ruolo importante possono averlo sindaci e associazioni locali, facendo campagne per proporre cambiamenti in questa direzione”.
Per un breve periodo internet è sembrato un elemento chiave per aiutare la democrazia. Tra fake news, bolle, bot, troll e influenze straniere, ci si chiede se possa ancora essere utile come strumento democratico. “Internet è una cosa paradossale. Certo, crea occasioni per piccoli gruppi che non hanno risorse e li aiuta a organizzarsi e fare campagne. Ma man mano si cade nelle mani dei super ricchi. Importante dunque continuare a fare campagne e a organizzarci usando internet”, dice Crouch. “La democrazia liberale è più forte in molti paesi europei che non negli Stati Uniti”, continua il professore. “Una questione importante è: come si comportano i partiti quando si trovano al governo? Se cominciano a cambiare le regole costituzionali, combattere le pratiche democratiche e usare regolarmente le bugie, allora ci sono problemi grandi per la democrazia, e servono delle mobilitazioni”.
Tutto sta accadendo molto velocemente, e non è facile prevedere anche a breve termine quello che succederà, e se un futuro governo democratico in America potrebbe ribaltare i danni del mondo Maga. “Trump ha appena cominciato a produrre il caos e a farlo arrivare dappertutto. Chi sa se e quando finirà e che tipo di Stati Uniti rimarrà? Certo, in futuro tutti i governi americani si aspetteranno che noi europei paghiamo per la nostra propria difesa – e sarà meglio per noi se lo facciamo”.
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