“Il Comune va contro l’Autorità portuale”

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Il Comune di Ravenna, attraverso la sua società partecipata Sapir, va allo scontro frontale con l’ex presidente ed attuale Commissario dell’Autorità portuale Daniele Rossi. Questo il commento del capogruppo in Consiglio comunale de La Pigna, Veronica Verlicchi, commentando la vendita della società T&C srl. “Poche settimane fa, infatti, il gruppo consiliare La Pigna  – spiega Verlicchi – aveva manifestato pubblicamente e tramite una specifica interrogazione, i propri dubbi circa le modalità di avvio del procedimento  per la vendita del 100%  del capitale di T&C da parte di Autorità portuale e dalla stessa interamente controllata”.

“Appare del tutto ingiustificata la decisione del presidente di Autorità portuale Daniele Rossi di cedere l’intera partecipazione della T&C srl. Così come appaiono particolari le circostanze che hanno portato all’avvio della procedura di vendita da parte di Ap: la decisione, infatti, fu presa  dopo aver ricevuto la proposta da parte di un soggetto terzo, che fa parte del medesimo gruppo che ha in gestione la T&C. Elementi che a nostro avviso, disincentivano fortemente la partecipazione alla procedura di vendita da parte di altri soggetti, limitando pesantemente la platea degli interessati”, attacca Verlicchi.

“Nell’interrogazione che la Pigna ha presentato al sindaco facente funzioni, si chiede di sapere come lo stesso giudichi la decisione di vendita, presa senza il coinvolgimento del Comune di Ravenna, il quale, lo ricordiamo ha un proprio rappresentante in seno al comitato di gestione di Autorità portuale. Viene, inoltre, chiesto se il Comune ritenga legittima la decisione di Autorità portuale di vendere il capitale sociale di T&C senza una deliberazione del Comitato di Gestione, stante l’interesse strategico a livello nazionale”, prosegue la capogruppo de La Pigna.

“Oggi apprendiamo dalla stampa specializzata di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia-Romagna, promosso da Sapir spa, società partecipata dal Comune di Ravenna, e da Pir. Le due società, attraverso il suddetto ricorso, intendono impugnare gli atti adottati dall’Autorità portuale e che indicono un’asta pubblica, a seguito della già citata offerta ricevuta dal Gruppo Grimaldi (attraverso Grimaldi Euromed) per l’acquisizione della T&C srl (valore stimato dell’operazione 25 milioni di euro). T&C che risulta essere proprietaria delle aree di piazzale locate alla Logiport (società dello stesso gruppo Grimaldi), e collocate nelle immediate vicinanze dei 26mila mq di banchina, di cui la Shipping Company partenopea è successivamente divenuta concessionario. Parliamo dell’area in cui approdano le sue linee ro-ro con Brindisi”, sottolinea Verlicchi.

“La procedura pubblica comparativa di vendita dell’intero capitale della T&C – oggi detenuto dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale – è conseguente all’adozione da parte del presidente della stessa Autorità Daniele Rossi, della deliberazione presidenziale n. 7 del 10 febbraio scorso. Da tale deliberazione si evince che appena 3 giorni prima ovvero il 7 febbraio, Autorità portuale abbia ricevuto una manifestazione d’interesse per l’acquisizione della totalità delle quote della T&C. Una velocità decisionale davvero insolita per un pachiderma burocratizzato come è AP”, accusa ancora Verlicchi.

“Dalla stampa specializzata si apprende che l’Autorità portuale meno di un mese prima della formale offerta ricevuta da Grimaldi (cioè verso la metà di dicembre), ha provveduto a una modifica dello statuto di T&C, anche se l’oggetto di tale intervento resta non precisato. Nel relativo verbale si legge che “pur non essendo sopravvenute disposizioni di legge che impongano un adeguamento dello statuto a norme imperative, ne appare comunque opportuna una revisione per migliorarne, ove necessario, la tecnica redazionale effettuandone un’unica integrazione rispetto all’oggetto sociale, affinché ne risulti, con la massima accentuazione la funzionalità a reggere la società coerentemente con le finalità istituzionali dell’ente controllante”. Secondo Daniele Rossi, presidente di AP e di T&C, si legge ancora nel verbale, “un’esposizione diretta ad illustrare analiticamente, con procedimento minuto e particolareggiato, gli aggiornamenti apportati” non sarebbe significativa. Considerando che le 2 società che hanno presentato istanza al TAR,. Sapir e Pir sono state fin verso l’inizio del 2000 pariteticamente proprietarie pariteticamente dell’intero capitale di T&C, hanno poi ceduto all’allora Autorità portuale la stessa proprietà con una non meglio precisata clausola che prevede una prelazione sul riacquisto, ma a una cifra di gran lunga inferiore rispetto a quella offerta da Grimaldi, riteniamo che ci sia più di un aspetto necessario di chiarimenti in tutta questa vicenda”, conclude Verlicchi.

 



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