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Israele respinge come \”categoricamente infondate\” le accuse rivolte da un’inchiesta dell’Onu pubblicata oggi, di aver \”parzialmente distrutto le strutture sanitarie riproduttive\” nella Striscia di Gaza, commettendo così \”atti di genocidio\”. Lo si legge in una nota del governo dello Stato ebraico. Israele ha più volte accusato la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite presieduta da Navi Pillay di promuovere un \”programma politico predeterminato e di parte (…) che tenta spudoratamente di incriminare le Forze di difesa israeliane\”.
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Un’inchiesta delle Nazioni Unite pubblicata oggi accusa Israele di aver compiuto \”atti di genocidio\” nella Striscia di Gaza attraverso la distruzione sistematica delle strutture sanitarie per l’assistenza sessuale e riproduttiva palestinesi. La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha affermato che Israele ha \”intenzionalmente attaccato e distrutto\” il principale centro di fertilità del territorio palestinese e ha simultaneamente imposto un assedio e bloccato gli aiuti, compresi i farmaci per garantire gravidanze, parti e cure neonatali sicure. Ciò, secondo la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, equivale a \”due categorie di atti di genocidio\” compiuti durante l’offensiva dell’Idf. La convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio definisce tale crimine come atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Delle sue cinque categorie, l’inchiesta ha affermato che le due che implicavano Israele stavano \”deliberatamente infliggendo al gruppo condizioni di vita calcolate per provocarne la distruzione fisica\” e \”imponendo misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo\”. \”Queste violazioni non hanno solo causato gravi danni fisici e mentali immediati e sofferenze a donne e ragazze, ma anche effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive e di fertilità dei palestinesi come gruppo\”, ha affermato il presidente della commissione Navi Pillay in una dichiarazione. La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta, composta da tre persone, è stata istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel maggio 2021 per indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale in Israele e nei territori palestinesi. Pillay, ex capo dei diritti dell’ONU, è stato giudice presso la Corte penale internazionale e ha presieduto il Tribunale penale internazionale per il Ruanda.
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L’Iran ha ribadito che non avvierà un dialogo con gli Usa, \”a meno che Washington non garantisca colloqui esenti da minacce\”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, citato dall’agenzia Mehr, aggiungendo che \”onore, saggezza e opportunità\” sono i principi sulla base dei quali Teheran vuole negoziare. Ieri un alto consigliere del presidente degli Emirati Arabi Uniti (Eau), Mohamed bin Zayed Al Nahyan, si era recato a Teheran per consegnare alle autorità iraniane una lettera del presidente americano, Donald Trump, che nei giorni scorsi ha dichiarato di avere scritto alla Guida suprema, Ali Khamenei, invitando Teheran ad avere colloqui sulle sue attività nucleari, minacciando in caso contrario un’azione militare. Khamenei già all’inizio di febbraio aveva escluso colloqui con gli Usa e anche ieri ha ribadito la sua contrarietà a un negoziato con Washington, affermando che, in caso di attacchi da parte degli Stati Uniti, l’Iran è pronto a dare una \”risposta dura e definitiva\”.
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La smentita di Trump è stata apprezzata anche dal ministero degli Esteri del Cairo. Ieri Trump, ricevendo alla Casa Bianca il primo ministro (toiseach) irlandese, Micheál Martin, ha detto, rispondendo a una domanda, che \”nessuno sta espellendo alcun palestinese da Gaza\”, contraddicendo quanto era previsto nel suo controverso piano di ricostruzione della Striscia.
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Sia Hamas che l’Egitto, hanno espresso apprezzamento per le parole di rassicurazione pronunciate dal presidente Usa Donald Trump, che in quello che sembra un secco dietrofront, ha smentito di voler sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha esortato il presidente americano a non allinearsi alla visione della \”estrema destra sionista\”. \”Se le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump rappresentano una smentita di qualsiasi idea di spostamento della popolazione della Striscia di Gaza, sono benvenute\”, ha affermato Qassem.
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La Cina sollecita \”una soluzione diplomatica\” sulla complessa questione del nucleare iraniano. E’ quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, alla vigilia dei colloqui di Pechino sul tema con Russia e Iran.
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La popolazione di Gaza è entrata nell’undicesimo giorno senza aiuti umanitari, a causa del blocco dei convogli attuato dall’esercito israeliano che sta compromettendo la situazione dopo sei settimane di cessate il fuoco. Lo ha denunciato il portavoce dell’Onu nel corso dell’incontro quotidiano con i media, al Palazzo di Vetro. \”In tutta la Striscia – ha aggiunto Stephane Dujarric – sta diventando sempre più difficile per le persone avere cibo decente e sufficiente, oltre all’acqua e ai servizi medici\”. Nella zona nord solo il 16% dei centri medici è funzionante interamente o in modo parziale.
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Riflettori puntati su Doha dove sono ripresi i negoziati indiretti tra Israele e Hamas per il prolungamento della tregua e il rilascio degli ostaggi, mentre lo Stato ebraico riannoda i fili di un altro fronte diplomatico, quello con Beirut, aprendo a colloqui per definire le controversie di confine. In Qatar i negoziatori israeliani, guidati da un alto responsabile dello Shin Bet, hanno sul tavolo la proposta americana per l’estensione della tregua di altri 60 giorni in cambio del rilascio di 10 ostaggi ancora in vita. Su 59 rapiti ancora a Gaza si ritiene che 24 siano vivi, gli altri 35 morti. “Questa è la vostra ultima possibilità di impedire che Israele ricominci la guerra a Gaza”. E’ l’ultimatum posto dai mediatori di Qatar, Stati Uniti ed Egitto a Hamas negli incontri che si stanno tenendo a Doha.
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Israele respinge l’accusa dell’Onu su “atti di genocidio” a Gaza
Israele respinge come “categoricamente infondate” le accuse rivolte da un’inchiesta dell’Onu pubblicata oggi, di aver “parzialmente distrutto le strutture sanitarie riproduttive” nella Striscia di Gaza, commettendo così “atti di genocidio”. Lo si legge in una nota del governo dello Stato ebraico. Israele ha più volte accusato la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite presieduta da Navi Pillay di promuovere un “programma politico predeterminato e di parte (…) che tenta spudoratamente di incriminare le Forze di difesa israeliane”.
Onu: “Distruzione assistenza riproduttiva a Gaza è genocidio”
Un’inchiesta delle Nazioni Unite pubblicata oggi accusa Israele di aver compiuto “atti di genocidio” nella Striscia di Gaza attraverso la distruzione sistematica delle strutture sanitarie per l’assistenza sessuale e riproduttiva palestinesi. La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha affermato che Israele ha “intenzionalmente attaccato e distrutto” il principale centro di fertilità del territorio palestinese e ha simultaneamente imposto un assedio e bloccato gli aiuti, compresi i farmaci per garantire gravidanze, parti e cure neonatali sicure. Ciò, secondo la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, equivale a “due categorie di atti di genocidio” compiuti durante l’offensiva dell’Idf. La convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio definisce tale crimine come atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Delle sue cinque categorie, l’inchiesta ha affermato che le due che implicavano Israele stavano “deliberatamente infliggendo al gruppo condizioni di vita calcolate per provocarne la distruzione fisica” e “imponendo misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo”. “Queste violazioni non hanno solo causato gravi danni fisici e mentali immediati e sofferenze a donne e ragazze, ma anche effetti irreversibili a lungo termine sulla salute mentale e sulle prospettive riproduttive e di fertilità dei palestinesi come gruppo”, ha affermato il presidente della commissione Navi Pillay in una dichiarazione. La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta, composta da tre persone, è stata istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel maggio 2021 per indagare sulle presunte violazioni del diritto internazionale in Israele e nei territori palestinesi. Pillay, ex capo dei diritti dell’ONU, è stato giudice presso la Corte penale internazionale e ha presieduto il Tribunale penale internazionale per il Ruanda.
L’Iran ribadisce: “Sotto pressione niente colloqui con gli Usa”
L’Iran ha ribadito che non avvierà un dialogo con gli Usa, “a meno che Washington non garantisca colloqui esenti da minacce”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, citato dall’agenzia Mehr, aggiungendo che “onore, saggezza e opportunità” sono i principi sulla base dei quali Teheran vuole negoziare. Ieri un alto consigliere del presidente degli Emirati Arabi Uniti (Eau), Mohamed bin Zayed Al Nahyan, si era recato a Teheran per consegnare alle autorità iraniane una lettera del presidente americano, Donald Trump, che nei giorni scorsi ha dichiarato di avere scritto alla Guida suprema, Ali Khamenei, invitando Teheran ad avere colloqui sulle sue attività nucleari, minacciando in caso contrario un’azione militare. Khamenei già all’inizio di febbraio aveva escluso colloqui con gli Usa e anche ieri ha ribadito la sua contrarietà a un negoziato con Washington, affermando che, in caso di attacchi da parte degli Stati Uniti, l’Iran è pronto a dare una “risposta dura e definitiva”.
Hamas e Cairo: “Bene dietrofront Trump su sfollamento Gaza” (2)
La smentita di Trump è stata apprezzata anche dal ministero degli Esteri del Cairo. Ieri Trump, ricevendo alla Casa Bianca il primo ministro (toiseach) irlandese, Micheál Martin, ha detto, rispondendo a una domanda, che “nessuno sta espellendo alcun palestinese da Gaza”, contraddicendo quanto era previsto nel suo controverso piano di ricostruzione della Striscia.
Hamas e Cairo: “Bene dietrofront Trump su sfollamento Gaza”
Sia Hamas che l’Egitto, hanno espresso apprezzamento per le parole di rassicurazione pronunciate dal presidente Usa Donald Trump, che in quello che sembra un secco dietrofront, ha smentito di voler sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha esortato il presidente americano a non allinearsi alla visione della “estrema destra sionista”. “Se le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump rappresentano una smentita di qualsiasi idea di spostamento della popolazione della Striscia di Gaza, sono benvenute”, ha affermato Qassem.
Cina: “Su nucleare Iran serve una soluzione diplomatica”
La Cina sollecita “una soluzione diplomatica” sulla complessa questione del nucleare iraniano. E’ quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, alla vigilia dei colloqui di Pechino sul tema con Russia e Iran.
Onu: “Da 11 giorni Israele blocca accesso aiuti a Gaza”
La popolazione di Gaza è entrata nell’undicesimo giorno senza aiuti umanitari, a causa del blocco dei convogli attuato dall’esercito israeliano che sta compromettendo la situazione dopo sei settimane di cessate il fuoco. Lo ha denunciato il portavoce dell’Onu nel corso dell’incontro quotidiano con i media, al Palazzo di Vetro. “In tutta la Striscia – ha aggiunto Stephane Dujarric – sta diventando sempre più difficile per le persone avere cibo decente e sufficiente, oltre all’acqua e ai servizi medici”. Nella zona nord solo il 16% dei centri medici è funzionante interamente o in modo parziale.
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