Colpo ai clan del narcotraffico: confiscati beni per oltre 23 milioni di euro. Il video

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


BARI – Un duro colpo alla criminalità organizzata con proiezioni internazionali è stato inflitto nelle ultime ore dalla Direzione Investigativa Antimafia, che ha eseguito una maxi confisca patrimoniale nei confronti di 23 soggetti legati a due potenti organizzazioni criminali attive nel traffico internazionale di droga, nel riciclaggio e in altri reati contro l’economia e l’ordine pubblico. Il valore complessivo dei beni sottratti supera i 23 milioni di euro.

L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e disposta dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione e Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari – si è svolta simultaneamente in diverse regioni italiane, tra cui Puglia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto, e ha colpito il vertice e i membri chiave dei due sodalizi criminali, già condannati in via definitiva per reati gravissimi.

Il sistema del “doppio binario”

A rendere possibile l’intervento è stato il cosiddetto “doppio binario” normativo, un meccanismo che affianca la confisca preventiva – basata sull’analisi della sproporzione tra patrimonio e reddito – a quella disposta in seguito a condanna penale definitiva. Questo sistema consente di aggredire in modo più efficace le ricchezze accumulate illecitamente, colpendo non solo i beni direttamente utilizzati o derivanti dai reati, ma anche quelli che risultano incompatibili con il tenore di vita dichiarato.

Secondo gli investigatori, questo approccio rappresenta uno strumento essenziale non solo per recuperare risorse frutto di attività criminali, ma anche come deterrente contro chi, sfruttando il crimine organizzato, costruisce imperi economici fittizi.

Il profilo dei destinatari: dal boss ai gregari

Il principale destinatario del provvedimento è un imprenditore di 49 anni, originario della provincia di Bari, identificato come il capo indiscusso di una delle due organizzazioni. L’uomo è stato condannato in via definitiva per una lunga serie di reati: associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, frodi fiscali, riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta.

Nel corso di un procedimento parallelo, condotto sul piano della prevenzione patrimoniale, è stato ricostruito il suo profilo di pericolosità sociale, insieme alla totale incompatibilità tra le sue disponibilità economiche e i redditi ufficialmente dichiarati. Grazie a questo lavoro investigativo, si è giunti prima al sequestro e oggi alla confisca di un vasto patrimonio riconducibile al soggetto e al suo nucleo di collaboratori.

Assieme a lui, altri 22 coimputati – ritenuti parte integrante del medesimo gruppo – sono stati raggiunti dalla misura. Si tratta di soggetti con ruoli differenti, dai promotori ai semplici esecutori, tutti già condannati per reati gravi collegati alle attività illecite del sodalizio.

Un impero costruito sul crimine: sequestrati beni in tutta Italia

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle e la DIA hanno confiscato denaro contante, conti bancari e investimenti, ville e appartamenti di lusso, quote societarie, gioielli e orologi di pregio, nonché veicoli di alta gamma. Il valore dei beni già acquisiti ammonta a oltre 18 milioni di euro, ma ulteriori beni per circa 5 milioni sono stati già individuati all’estero e sono in corso le attività necessarie per procedere alla loro acquisizione.

Le indagini hanno inoltre rivelato una fitta rete di triangolazioni finanziarie tra Paesi dell’Unione Europea e paradisi fiscali, utilizzate per spostare e reinvestire capitali derivanti da attività criminali. Una strategia sofisticata, finalizzata a schermare la provenienza illecita del denaro, sfruttando società intestate a prestanome o collocate in Paesi con normative fiscali favorevoli.

L’impegno dello Stato contro le mafie economiche

L’inchiesta rappresenta uno degli interventi più significativi contro la criminalità economica degli ultimi anni in Puglia. La Procura della Repubblica di Bari, con la Direzione Distrettuale Antimafia, ha sottolineato l’importanza del coordinamento tra potere giudiziario e forze investigative, in particolare la Direzione Investigativa Antimafia e la Guardia di Finanza, che hanno operato congiuntamente per mesi su un’indagine complessa e ramificata.

“Sottrarre risorse alla criminalità è uno dei metodi più efficaci per indebolirne il potere,” hanno ribadito fonti investigative, evidenziando come l’aggressione ai patrimoni illeciti rappresenti una priorità assoluta per lo Stato.

L’operazione è tuttora in corso con l’obiettivo di colpire ulteriori asset riconducibili agli indagati, mentre è attesa l’eventuale evoluzione del procedimento in fase di giudizio definitivo per la parte preventiva, in contraddittorio con le difese.

Una battaglia che non si combatte solo nelle aule dei tribunali ma anche sul terreno del controllo economico, lì dove le mafie reinvestono i proventi dei loro affari. E dove, grazie a operazioni come questa, lo Stato dimostra che la legalità non è solo un principio, ma una pratica concreta.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link