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Pathways2Resilience: ecco il nuovo bando europeo che aiuta a sviluppare strategie di adattamento climatico efficaci e realizzare piani d’azione concreti e di investimento per la resilienza climatica
Il capacity building (letteralmente sviluppo delle capacità attraverso il quale individui, organizzazioni e comunità migliorano le loro competenze, conoscenze, strumenti e risorse per raggiungere obiettivi specifici in modo più efficace e sostenibile) gioca un ruolo centrale, preparando le comunità a comprendere meglio i rischi e a formulare risposte locali più efficaci.
Per questo l’Europa, attraverso la Missione Adattamento del programma Horizon Europe, ha lanciato l’edizione 2025 del bando Pathways2Resilience.
Sviluppare strategie di adattamento climatico efficaci e realizzare piani d’azione concreti e di investimento per la resilienza climatica: questi gli obiettivi che dovranno perseguire le amministrazioni regionali e locali, che partecipando al bando, in scadenza il 18 aprile 2025, anche in partnership consortile con enti privati senza scopo di lucro e Pmi, avranno a disposizione oltre 20 milioni di euro per realizzare e sostenere la formulazione di percorsi di resilienza locali e agende di innovazione.
Queste ultime, dovrebbero focalizzarsi sulla creazione di politiche che integrano l’innovazione sociale, economica e tecnologica. Le agende potrebbero includere politiche per finanziare iniziative locali, incentivare il settore privato a investire in soluzioni sostenibili, e promuovere l’adozione di nuove tecnologie.
Le regioni potranno usufruire di un self-assessment questionnaire per valutare i propri bisogni di adattamento, partecipare alla definizione del programma di supporto personalizzato in base alle esigenze locali e avere una maggiore probabilità di organizzare workshop con una molteplicità di stakeholder nel proprio Paese.
Le attività chiave per sviluppare strategie vincenti
Per candidare dei progetti vincenti, le regioni italiane e le comunità locali dovranno puntare a una serie di azioni concrete. Questo è quello che hanno fatto la regione Marche e l’Umbria, che, nella precedente edizione del bando, quella del 2024, sono risultate tra le prime 40 regioni selezionate, su oltre 160 candidate.
Entrambe si sono impegnate in progetti della durata di 180 mesi, che a partire da settembre 2024 fino a febbraio 2026, svilupperanno attività di transizione climatica nel rispetto dei criteri della sostenibilità.
Le nuove attività di progetto che i beneficiari candideranno per l’edizione 2025 dovrebbero occuparsi quindi della mappatura delle vulnerabilità locali, per analizzare in modo dettagliato come i cambiamenti climatici stanno influenzando la comunità, identificando i punti di vulnerabilità specifici (come inondazioni, siccità, perdita di biodiversità) e utilizzare dati locali e conoscenze tradizionali per avere una visione olistica dei rischi.
In seconda battuta, dovranno anche occuparsi del coinvolgimento delle comunità locali che avranno un ruolo da protagonista nel processo di resilienza. Questo significa coinvolgere direttamente i membri delle comunità nelle discussioni e nelle decisioni sulle politiche di adattamento, utilizzando approcci partecipativi e creando spazi di dialogo per scambiare idee e soluzioni innovative.
Il capacity building, elemento focale della progettualità per questo bando dovrà:
- organizzare workshop e formazione mirata per aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici e sulle azioni possibili a livello locale
- promuovere la formazione di competenze tecniche, come la gestione delle risorse naturali, la pianificazione urbana sostenibile, l’agricoltura resiliente, e l’uso di tecnologie verdi
Le soluzioni proposte devono essere sostenibili, sia dal punto di vista ambientale sia socio-economico. Investire in tecnologie verdi, energie rinnovabili e infrastrutture resilienti è fondamentale. Le soluzioni devono essere scalabili e adattabili a diversi contesti locali.
L’elemento della partnership, serve per un buon progetto, che abbia più carattere e che permetta di creare alleanze tra amministrazioni locali, organizzazioni non governative, università, enti di ricerca e imprese per garantire un approccio integrato; questo è un altro elemento determinante per il progetto.
Avere accesso a risorse esterne e a buone pratiche internazionali può potenziare l’impatto delle azioni locali. È importante, anche, avere un sistema di monitoraggio per valutare l’efficacia delle strategie e adattarle in base ai cambiamenti nei rischi climatici o nelle necessità della comunità.
Analizzare i successi e gli insuccessi, per migliorare costantemente il percorso verso la resilienza: l’attenzione agli aspetti di innovazione sono fondamentali per progredire in uno sviluppo sapiente del progetto e quindi l’innovazione sociale andrà a braccetto con la tecnologia.
Sarà importante sostenere l’innovazione attraverso l’adozione di nuove tecnologie che possano contribuire all’adattamento, come le soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions), i sistemi di previsione meteo avanzati e, le soluzioni digitali per la gestione dei rischi.
Infine, si dovrà stimolare la creatività e l’adozione di pratiche tradizionali che siano in armonia con l’ambiente. Le pratiche di innovazione sociale potrebbero riguardare soluzioni collaborative tra cittadini, autorità locali e istituzioni internazionali, come l’adozione di economie circolari o progetti di resilienza basati sulla comunità.
Crediti immagine: Depositphotos
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