Calcio dilettanti: Narnese un turno a porte chiuse per lancio di panini e ossa di bistecche


di Giovanni Cardarello

Se da un lato il calcio dilettanti dell’Umbria regala alle centinaia di tifosi e appassionati che lo seguono momenti entusiasmanti e giocate che non hanno nulla da invidiare ai professionisti, da un altro lato, ogni settimana si fanno i conti con realtà che spesso travalicano il buonsenso. Basta leggere i provvedimenti del giudice sportivo della Comitato regionale Umbria della Lega nazionale dilettanti per avere contezza di questa realtà. Dopo il turno del 9 marzo scorso, spiccano due casi. Vediamoli nel dettaglio.

Il primo riguarda Narni e la Narnese. La formazione rossoblù è quinta in classifica in Eccellenza umbra a -6 dalla battistrada Sansepolcro e ha tutta la volontà di giocarsi la promozione fino alla fine. In questo contesto, domenica al ‘Gubbiotti’ di Narni ha superato per 3 a 2 l’Ellera in una sfida da ‘dentro o fuori’. In campo match bellissimo, elettrico, intenso. Fuori dal campo, a fine partita, un po’ di tutto: «Al rientro nello spogliatoio che si trova sotto la tribuna dei tifosi della Narnese – si legge nel comunicato del giudice sportivo -, venivano lanciati oggetti nei confronti dei giocatori della squadra ospitata (tra cui bottiglie di plastica con acqua, bistecche, ossa delle stesse, panini) colpendo anche l’assistente e provocandogli dolore». Un comportamento che è costato alla Narnese un turno a porte chiuse e 1.500 euro di multa.

Il secondo caso riguarda il Cerqueto, formazione di Gualdo Tadino che partecipa al girone B della Promozione umbra. La formazione attualmente occupa il nono posto con 27 punti e nell’ultimo match, quello disputato al ‘Luzi’ di Gualdo contro lo Spoleto, ha purtroppo dato materiale al giudice sportivo. I fatti così come emergono dal dispositivo.

«Dal 30º del primo tempo e sino al termine della gara – si legge – i sostenitori insultavano gravemente l’arbitro e lo minacciavano ripetutamente di morte. Quindi, a fine gara, l’arbitro era costretto a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine in quanto fuori dai cancelli erano presenti circa 40/50 sostenitori del Cerqueto in assembramento ostile, alcuni con le giacche sociali, i quali lo aspettavano minacciosamente».

Ma non solo: «Era stata posizionata volutamente un’auto davanti al cancello allo scopo di non far passare i direttori di gara con la loro. Appena usciti dagli spogliatoi, mentre questi ultimi si stavano dirigendo alla macchina, i sostenitori del Cerqueto iniziavano ad insultarli e a minacciarli nel modo sopra citato. Inoltre una persona con la giacca del Cerqueto si avvicinava faccia a faccia all’arbitro e urlava di non scrivere niente di quanto accaduto, accusandolo di essere un disonesto ed un incapace».

A quel punto le forze dell’ordine riuscivano a far spostare la macchina davanti al cancello «e questo veniva aperto, entravano molte persone circondando la vettura dove si stava allontanando l’arbitro, continuando con le offese e le minacce e colpivano ripetutamente i finestrini e le portiere con manate e sputi».

Sempre con l’aiuto delle forze dell’ordine, arbitro e assistenti riuscivano a lasciare il parcheggio interno dello stadio ma, una volta fuori nella strada, «la stessa auto di prima si rimetteva volutamente in mezzo al passaggio impedendo ai direttori di gara nuovamente di allontanarsi, dando così modo ai tifosi che li stavano seguendo a piedi di continuare nel comportamento sopra descritto».

Solo grazie nuovamente all’intervento delle forze dell’ordine si spostavano sia le persone che la macchina e l’arbitro e gli assistenti si potevano allontanare ma sempre scortati, in quanto la stessa auto li seguiva abbagliandoli e suonando ripetutamente il clacson.

«Arrivati scortati al bivio per Gubbio ad alcuni chilometri dallo stadio, mentre i carabinieri interrompevano la scorta, arrivava una macchina con alcuni tesserati del Cerqueto che suonava ripetutamente il clacson ed alcune persone applaudivano per scherno mostrando il dito medio fuori dal finestrino». Morale della favola, un dirigente squalificato fino al 30 novembre 2025, 1.500 euro di multa e due turni a porte chiuse.



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