Bilancio Regione: approvata la prima variazione

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12 Marzo 2025

L’integrazione alla nota di aggiornamento al Defr 2025 e gli atti collegati passano col voto favorevole della maggioranza e il voto contrario delle opposizioni. Approvati all’unanimità tre ordini del giorno della Lega, che ha accolto emendamenti della maggioranza. Il dibattito sulla manovra

comunicato n. 0238

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Firenze – Via libera da parte dell’Aula alla prima variazione di bilancio, al termine di un lungo dibattito. L’atto è stato approvato a maggioranza, con 22 sì e 14 voti contrari delle opposizioni. Approvate, sempre con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e quello contrario di tutti i gruppi di minoranza, anche le proposte di legge collegate all’integrazione alla nota di aggiornamento al Defr 2025 (interventi normativi e Bilancio di previsione).

L’Aula ha quindi approvato all’unanimità tre ordini del giorno presentati dalla Lega, dopo che sono stati accolti emendamenti della maggioranza. Il primo, presentato da Giovanni Galli (Lega), impegna il presidente della Giunta regionale a “richiedere a Irpet e Ars una valutazione tecnica e finanziaria dell’impatto della riforma sanitaria introdotta con la Lrn.84 del 2015 che evidenzi eventuali migliorie e criticità in termini di spesa sanitaria, programmazione e governance, da presentare poi al Consiglio regionale e all’assessore”. L’atto impegna, inoltre la Giunta a relazionare nella terza commissione consiliare in merito all’incidenza del settore sanitario privato sulla spesa e i servizi del sistema sanitario regionale.

Sì unanime anche all’ordine del giorno, emendato, presentato da Massimiliano Riccardo Baldini (Lega). Impegna “il Presidente e la Giunta regionale della Toscana”, ad attivarsi “per valutare assieme ai Comuni, alle Province interessate e a Toscana Aeroporti l’istituzione di una linea di collegamento tra l’aeroporto di Pisa e Viareggio, con fermate strategiche nelle principali località della Versilia”; a valutare “da parte dei soggetti interessati l’inserimento di tale servizio all’interno della programmazione del Trasporto pubblico locale”.

Anche l’ordine del giorno presentato da Elena Meini (Lega), accolti gli emendamenti, ha quindi ricevuto il sì unanime dell’Aula. Impegna il presidente e la Giunta regionale della Toscana “ad attivarsi presso i soggetti competenti al fine di predisporre l’installazione di una pensilina coperta lungo la Strada provinciale 19 tra il Km 1, VIII e il Km 2 (nel comune di Monteverdi Marittimo in provincia di Pisa) in corrispondenza del punto di attesa degli studenti; a verificare la possibilità di ottimizzare gli orari di coincidenza per ridurre i tempi di attesa degli studenti in condizioni non idonee”.

 

Il dibattito

Firenze – In apertura del dibattito dopo l’illustrazione del presidente Giacomo Bugliani, è intervenuto l’assessore regionale Stefano Baccelli in merito “ai 30milioni di euro del trasporto pubblico regionale”. Vicenda particolarmente complessa, ha ricordato Baccelli, “dall’offerta del 2015 all’entrata in servizio del nuovo gestore del primo novembre 2021”, la pandemia e successivamente “le vicende belliche con conseguente aumento del costo del carburante e poi l’inflazione”. Fin dall’inizio, “si lavora al riequilibrio del piano economico finanziario previsto dal contratto. Autolinee toscane ha anticipato nel primo anno tutti i nuovi bus previsti dal contratto per i primi due anni e che ad oggi abbiamo in esercizio ben 664 bus nuovi”. Il riequilibrio “ha interessato i primi due anni del nuovo contratto, il confronto è stato forte, con il limite della mancanza di un collegio arbitrale, tanto che ci siamo fatti indicare degli esperti dal ministero delle infrastrutture”. Il dato finale del primo anno “a fronte di una richiesta di 67milioni presentata da Autolinee toscane, abbiamo riconosciuto 54milioni primo anno; nel secondo anno a fronte di 53milioni, ne abbiamo riconosciuti 30milioni”. Dal terzo all’undicesimo anno, “At aveva presentato una richiesta di circa 290milioni di euro e poi a fronte di nostra nuova disponibilità di circa 310milioni, At ha presentato una nuova richiesta pari a ben 462milioni di euro”. Una richiesta che si basa su previsioni di costi crescenti e che l’assessore ha definito come “clamorosa”, alla quale si è aggiunta “con una nota del loro collegio dei revisori che il 5 febbraio rappresentava una situazione di potenziale pregiudizio anche della continuità aziendale. Noi abbiamo confermato la nostra proposta, che da un punto di vista tecnico e giuridico è corretta, ma ha al suo interno anche scelte politiche: non aumentare ulteriormente il corrispettivo rispetto agli stanziamenti di bilancio, non aumentare le tariffe e non ridurre il livello dei servizi”. Ai 310milioni di euro si è arrivati “oltre all’aumento di un anno della concessione, con una soluzione che ha trasformato le risorse integrative da contributo a corrispettivo, con un vantaggio economico finanziario per At, sostituendo una parte degli autobus che avrebbero dovuto da contratto essere acquisiti in autofinanziamento con risorse Pnrr e statali. L’operazione è stata particolarmente complessa, ma possiamo garantire che alla fine del dodicesimo anno raggiungeremo 2mila 226 bus”. Rispetto a questo meccanismo, “mancava la richiesta di autolinee per gli anni terzo, quarto e quinto di avere risorse liquide. Di qui la variazione di 17 più 13 si aggiungono 13milioni e 800mila già presenti nel budget del settore per mettere in sicurezza contratto sino alla fine della concessione”.

Per il presidente della commissione Aree interne, Marco Niccolai (Partito democratico) “molto significativa in rapporto all’attuazione della nuova legge sulla Toscana diffusa. Apprezzo molto che la Giunta sia voluta passare dalle parole ai fatti in pochissimo tempo, con una concezione e una modalità sicuramente innovativa sul Piano nazionale”. Secondo Niccolai, “la nota di aggiornamento ha anche il merito di fare chiarezza rispetto alle risorse: il quadro che emerge è che per il 2025 in Toscana avremo a disposizione già circa 50milioni di euro a disposizione per questi territori. La ripartizione del fondo per lo sviluppo della montagna, con la possibilità di estensione di incentivi per la residenzialità anche per i Comuni sotto i diecimila abitanti e con il riconoscimento dei servizi ecosistemici. Per la prima volta per i Comuni montani apposita misura per la tutela servizi ecosistemici”.

Secondo il consigliere Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), “stiamo assistendo all’ennesima puntata del disastro sanitario provocato dal governo della sanità del presidente Giani e dell’assessore Bezzini. Il buco di bilancio è un disavanzo del 2024, un buco di 311milioni di euro coperto con un’operazione finanziaria possibile per le Regioni, che non sarebbe consentita ai Comuni. Si spostano 129,6milioni di euro, il maggior gettito Irpef, si svuota il fondo di riserva, si assommano 50milioni di euro per un ulteriore indebitamento che ricadrà sulle spalle dei cittadini toscani. A questo si aggiungeranno i 106milioni dal recupero del ‘payback’ farmaceutico. Questo buco di bilancio del 2024, lo si copre aumentando il debito, prendendo i soldi dal fondo di riserva e aumentando le tasse”. In conclusione, Petrucci ha sottolineato “l’onestà intellettuale del presidente Bugliani, che ha parlato di disavanzo”.

Per il vicepresidente del Consiglio regionale, Marco Casucci (Lega): “si tratta di una gestione emergenziale, mentre ci saremmo aspettati un piano di riforma per ridurre sprechi e inefficienze. Assistiamo a misure tampone, il deficit che viene coperto con fondi una tantum, il debito regionale cresce, si spostano fondi senza incidere sull’inefficienza sanitaria. È una navigazione a vista, priva di visione strategica. C’è scarsa trasparenza sulla distribuzione del deficit tra le varie Asl. Se il disavanzo continua a crescere, è evidente che le risorse non sono state utilizzate nel modo più efficace. Accendere nuovi mutui significa scaricare peso problema sulle future generazioni”. Sul tpl, Casucci ritiene che “emerge con evidenza che l’affidamento a un unico gestore regionale ha creato rigidità di gestione, lo stesso presidente ha ammesso che la suddivisione in tre aree avrebbe garantito una gestione più efficace del servizio. Come si garantirà sostenibilità nel lungo periodo? La Regione – ha concluso Casucci – deve cambiare metodo, approccio più razionale e strategico, servono tre azioni fondamentali: più trasparenza nella gestione delle tre Asl, revisione spesa sanitaria, ripensare il ricorso all’indebitamento senza controllo. Siamo di fronte a una situazione sempre più critica, a una gestione priva di visione lungo periodo, con il rischio di nuovi aumenti fiscali o tagli servizi essenziali”.

Giovanni Galli (Lega) ha richiamato gli “Stati generali della salute che abbiamo fatto nella prima parte di questa legislatura: tutte le priorità sono sempre lì, propositi e buone intenzioni che probabilmente ritroveremo anche nel nuovo Piano socio sanitario, lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi”. Sulla valorizzazione della Toscana diffusa, ha aggiunto Galli, “con l’aggiunta di altri 22 Comuni si vede che neanche dopo un mese si vede snaturato il progetto approvato un mese fa. C’era stato detto che servivano 190milioni per chiudere il disavanzo della Regione, le entrate sono state di 250milioni: dove sono stati inseriti i 60milioni di differenza. Chiediamo chiarimenti sul disavanzo delle tre Asl ed extra Lea e sulla questione dei 100milioni recuperati, che ci ha illustrato il direttore Federico Gelli, ma non sappiamo da dove siano stati recuperati. La riforma del 2015 non ha portato agli obiettivi che si era prefissata. Volete continuare su questa strada, mentre l’ultimo rapporto Irpet ci dice che nel 2025 il disavanzo di 500milioni e nel 2026 di 600milioni. Come pensate di farvi fronte? Aumentare l’Irpef? Taglierete detrazioni fiscali? Metterete la patrimoniale?”.

A giudizio del consigliere Andrea Ulmi (Gruppo misto-Merito e realtà), che annuncia il voto contrario sulla prima variazione, “mancano riforme strutturali che garantiscano equilibrio di bilancio a lungo termine. Nessuno può pensare di andare avanti in questo modo. La sanità toscana urge di misure coraggiose. Difficile ad esempio pensare a una Toscana diffusa che abbia le stesse possibilità delle altre zone della Regione: non servono interventi a pioggia ma strategie ben precise di rilancio e sviluppo locale”.

“Dopo cinque anni che siamo qui, dovremmo sapere che gli spostamenti di denaro necessari in questo periodo dell’anno servono per presentare documenti al Ministero”, sostiene la consigliera Donatella Spadi (Pd): “Il payback farmaceutico è slittato al 15 marzo, per il bilancio della sanità si arriva il 30 aprile. Si parla di disavanzo, non di ‘buco’. Abbiamo una sanità universale e uguale per tutti e lavoriamo per mantenerla”.

“Gli atti connessi alla variazione di bilancio, per una parte rilevante, sono funzionali a presentarsi al tavolo adempimenti del ministero in equilibrio conti per anno 2024. Stiamo lavorando in questo senso”, ha confermato l’assessore Simone Bezzini. C’è la necessità di integrare il bilancio con risorse regionali, perché “abbiamo l’obiettivo strategico di proiettare nel futuro l’idea di sanità pubblica e universalistica”. Di qui, le risposte alle domande sul “perché abbiamo bisogno di oltre 300milioni per assicurare questo equilibrio? La Toscana tra le grandi Regioni è quella che ha il sistema sanitario più pubblico, questo produce un effetto sull’allocazione delle risorse”. Bezzini ha ricordato che la “vicenda payback dei farmaci: ciò che è stato approvato nel 2018 ha prodotto surplus di risorse rilevantissimo per Regioni come la Lombardia e penalizzato Regioni come la Toscana, perché si sgancia dallo sforamento effettivo e si lega al numero di abitanti”. Siamo di fronte a una “riduzione delle risorse reali per i sistemi sanitari e a una serie di misure apparentemente tecniche, ma con curvature politiche che hanno ricadute penalizzanti sulla nostra Regione. Ricordo che, ad oggi, il Governo non ha assunto iniziativa dopo la sentenza Consulta sul payback. E la Toscana garantisce livelli essenziali di assistenza ai vertici nazionali, emerge il lavoro straordinario delle nostre professioniste e dei nostri professionisti, di cui tutti dovremmo andare orgogliosi. Certo, mantenersi su questi livelli di prestazioni ha un costo significativo, che drena risorse in una fase in cui la domanda di prestazioni tende a crescere. Spendiamo di più di quanto ci trasferisce lo Stato per garantire livelli dei servizi e prestazioni aggiuntive, non previste negli standard nazionali, che altre Regioni non garantiscono. Non dimentichiamo la mole degli investimenti che questa Regione negli anni passati ha messo in campo – ha aggiunto Bezzini –, siamo la regione che ha fatto i maggiori investimenti a livello nazionale, costruendo nuove strutture ospedaliere di prim’ordine”. Resta ferma, ha concluso l’assessore, “la scelta politica di dare prospettiva alla sanità pubblica universalistica. Cerchiamo di migliorare l’efficienza e garantire l’equilibrio”.

“Vediamo che la famosa manovra una tantum sull’Irpef è in realtà una manovra strutturale”, ha dichiarato Alessandro Capecchi (FdI). “Si utilizza il fondo di riserva precostituito con la consapevolezza che ci sarebbe stato subito da correre a riequilibrare, ricorrendo all’Irpef 2025 e ricorrendo al fondo di riserva. Una parte di questa manovra è dedicata al tpl: intanto, grida vendetta il fatto che la rivalutazione e rivisitazione del più importante contratto di concessione è avvenuta senza che il Consiglio regionale ne sapesse nulla. La vicenda chiaramente è delicata, sul Tpl gara dal valore molto rilevante, oggetto di contenzioso lunghissimo e non si può pensare di pagare solo gli sconti ai fiorentini con la fiscalità generale e lasciare gli altri territori ad aspettare autobus che non passano, perché sono stati tagliati. Nei prossimi mesi bisogna fare azione di giustizia sostanziale, investire dove i servizi sono stati tagliati. Sulla rigidità del bilancio. non abbiamo più a disposizione la leva fiscale, perché abbiamo già raggiunto i livelli massimi”, ha concluso Capecchi.

Francesco Gazzetti (Pd), ha concentrato il suo intervento sulle scelte fatte in materia di trasporto pubblico locale. Il consigliere ha sottolineato come si sia fatto un lavoro approfondito e dettagliato nel corso del tempo, e come “le soluzioni che caratterizzano il Tpl in Toscana siano state a lungo analizzate e siano sopravvissute a ogni vaglio possibile e immaginabile, e ne siamo contenti”, anche grazie ai contributi preziosi forniti da esperti per analisi tecniche. Soprattutto Gazzetti ha sottolineato “la volontà di non intervenire sulle tariffe, non aumentando il costo dei biglietti, scelta equa e significativa”. Va infatti considerata, ha proseguito, non solo il valore ambientale e di qualità dell’aria che riveste il trasporto pubblico locale, ma anche quello sociale. “Chi sale sui mezzi pubblici, soprattutto in alcune ore, si rende conto come chi li utilizza siano spesso persone che non avrebbero altre possibilità per spostarsi” ha concluso.

Elisa Tozzi (FdI) ha osservato che, per quanto riguarda la sanità, “finché è presente una deresponsabilizzazione dei centri di costo è difficile fare monitoraggio sul servizio”. “Dobbiamo concentrarci non tanto sul numero delle Asl ma su come funzionano – ha proseguito – e il Consiglio regionale deve avere la possibilità di effettuare, e farlo con attenzione, un continuo e costante controllo su come vengano spesi i soldi”. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, la consigliera ha posto il dubbio che la gara unica sia stata proficua e che il modello non sia da ripensare. “Si finiscono per penalizzare i territori periferici a cui poi si destinano risorse con iniziative come la Toscana diffusa – ha detto -. Servono misure strutturali, e non contributi una tantum, per garantire lo sviluppo di queste aree della nostra regione”.

Secondo Vincenzo Ceccarelli (Pd) quella in discussione “è una variazione di bilancio consuetudinaria”. “Avevo previsto, in commissione Sanità, che le opposizioni avrebbero gridato al buco di bilancio anche se gli esperti ci hanno spiegato che non è vero. E così è stato puntualmente”. “La verità – ha proseguito il capogruppo del Pd – è che non si tratta di un buco, di un ammanco, ma di uno sbilancio strutturale che in parte sarà pagato dal gettito Irpef. Nasce dalla scelta precisa di mantenere comunque una serie di servizi sanitari per i cittadini per i quali il fondo sanitario non mette abbastanza soldi, e di optare per il recupero di risorse intervenendo sull’Irpef invece di aumentare, come è stato fatto ad esempio in Lombardia, il costo dei ticket sanitari”. “Il buco lo sta facendo il governo nazionale che non mette abbastanza fondi” ha osservato Ceccarelli. Anche per quanto riguarda il Tpl “si è giustamente scelto di non aumentare le tariffe”. “Siamo davanti a un riequilibrio contrattuale – ha concluso -, per cui c’è stata una riduzione degli investimenti da parte dell’azienda a cui si sopperisce però con i fondi nel frattempo stanziati con il Pnrr”.

Massimiliano Baldini (Lega) ha sostenuto “di fare un ragionamento politico e non tecnico”. “E’ evidente, se si guarda la percezione dei cittadini, che la sanità toscana non dà risposte adeguate ai bisogni espressi. Non è un caso il grande successo che sta ottenendo la raccolta firme per un referendum sulla strutturazione in tre grandi Asl”. Anche sul trasporto pubblico locale “le critiche dei cittadini per la carenza dei servizi sono continue e costanti. E’ una situazione di grande difficoltà, e trovo irragionevole fare una difesa di ufficio invece di riconoscere i problemi e affrontarli”.

Stefano Scaramelli (Iv) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo con, però, una precisa raccomandazione. “Avevo già detto a suo tempo che, se ci si trova davanti a uno squilibrio oggettivo e strutturale della spesa in sanità, perché si vuole continuare a garantire alcuni servizi, era necessario fare uno sforzo per far partire un’ulteriore fase di riforma del sistema sanitario regionale” ha spiegato. “Non lo abbiamo fatto negli ultimi due anni e sarà difficile farlo in sei mesi – ha proseguito il consigliere – ma è necessario impegnarsi per trovare le risorse necessarie con altre modalità più eque e corrette, invece che intervenire sull’Irpef”.

“Dal punto di vista economico finanziario stiamo parlando di un documento che non può sottacere l’aumento dell’Irpef per ripianare il disavanzo – è intervenuto il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) – Siamo intorno ai 260milioni di euro, forse anche per una necessità che deriva dalla legislatura precedente, dove il disavanzo esisteva già al fine del 2019”, “ad oggi– continua – la situazione emergenziale è superata e dobbiamo fare conti con la realtà”. “Si parla di sanità pubblica universalistica – aggiunge – ma basta parlare con cittadini per capire se vanno nel pubblico aspettando o si rivolgono al privato per accelerare le cure”. “Quei 20milioni messi da Regione Toscana per convenzionare i privati e quindi permettere ai cittadini di velocizzare le lista d’attesa evidentemente sono in quei bandi che non trovano una risultanza efficace; poi, si era parlato di un bando triennale invece si continua l’annuale non consentendo alle strutture di organizzarsi”. Landi ha poi parlato di possibili danni erariali sulle risonanze magnetiche. Perché – ha spiegato – “la Regione paga ai privati la stessa cifra per risonanze a basso o alto campo”, “ci sono alcuni casi in cui la Regione Toscana paga il doppio ai privati per le convenzioni, rispetto a quello che paga un cittadino normale”. Un altro caso concreto, “per i malati di emofilia b – continua- si mandano nelle farmacie ospedaliere fiale da 3000, ne servono 5000 così se ne buttano via mille”. Sulla riorganizzazione dei servizi, “c’è da tornare sui territori perché la gestione accentrata sulle tre Asl non è sufficiente a garantire un controllo maggiore”.

(testo a cura di Sandro Bartoli, Cecilia Meli e Benedetta Bernocchi)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana



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