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Dopo “Qatargate“, lo scandalo di corruzione che ha coinvolto presunti pagamenti e favori concessi dal Qatar a eurodeputati e funzionari per influenzare le decisioni del Parlamento europeo, un’altra inchiesta giudiziaria riporta l’attenzione sul problema dell’influenza illecita nelle istituzioni comunitarie.
La procura federale belga ha avviato l’operazione “Generazione”, un’indagine su presunti episodi di corruzione e attività illecite legate al lobbying nel Parlamento europeo. Le autorità stanno cercando di far luce su un possibile sistema di pressioni indebite che avrebbe coinvolto lobbisti legati al colosso tecnologico cinese Huawei, con l’obiettivo di influenzare le politiche dell’Unione Europea nel settore delle telecomunicazioni.
“Possiamo confermare che abbiamo un’indagine in corso su accuse preliminari di corruzione attiva, falsificazione di documenti, riciclaggio di denaro al Parlamento europeo”, ha dichiarato un portavoce dell’ufficio del procuratore di Bruxelles
All’alba, un centinaio di agenti della polizia giudiziaria belga ha eseguito una serie di perquisizioni tra Bruxelles, la Vallonia e le Fiandre. Secondo quanto riferito dalla procura federale, l’operazione ha portato al fermo di diversi lobbisti, sospettati di aver corrotto attuali ed ex parlamentari europei. Stando alle informazioni raccolte dal sito investigativo Follow the Money e dai quotidiani belgi Le Soir e Knack, il numero dei politici coinvolti potrebbe essere significativo: circa 15 tra eurodeputati in carica ed ex membri del Parlamento europeo sarebbero finiti nel mirino degli investigatori.
IL RUOLO DI VALERIO OTTATI E LE ACCUSE DI CORRUZIONE
Al centro dell’inchiesta c’è il 41enne Valerio Ottati, cittadino belga-italiano originario di Woluwe-Saint-Pierre, nella regione di Bruxelles-Capitale. Ottati ha iniziato la sua carriera come assistente parlamentare per due eurodeputati italiani, uno appartenente al Partito Popolare Europeo (PPE) e l’altro al gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), occupandosi in particolare di dossier legati ai rapporti tra Unione Europea e Cina.
Nel 2019, nel pieno delle tensioni tra Stati Uniti e Cina sulla sicurezza delle reti 5G, Ottati è entrato a far parte di Huawei, assumendo il ruolo di direttore degli affari pubblici europei. Secondo gli inquirenti, proprio durante il suo mandato nella multinazionale cinese sarebbe stato al centro di un sistema di pressioni illecite finalizzate a proteggere e rafforzare la presenza di Huawei nel mercato europeo.
Le indagini suggeriscono che la corruzione sarebbe stata portata avanti in modo discreto e costante dal 2021 fino a oggi. I metodi utilizzati includerebbero pagamenti indiretti, regali, viaggi e cene di rappresentanza, oltre a inviti esclusivi a eventi sportivi di alto livello. Questo dettaglio è rilevante perché, se le accuse venissero confermate, i presunti regali e benefit concessi ai parlamentari potrebbero aver violato il codice di condotta del Parlamento europeo. Secondo le regole interne, infatti, qualsiasi dono di valore superiore a 150 euro deve essere dichiarato e registrato pubblicamente, garantendo trasparenza sulle interazioni tra deputati e soggetti esterni.
PERQUISIZIONI E PROVE SEQUESTRATE
Le operazioni di polizia hanno interessato 21 abitazioni private, alla ricerca di prove sui presunti reati. Gli agenti hanno sequestrato documenti e dispositivi elettronici, che ora saranno analizzati per verificare il coinvolgimento dei sospettati. Nonostante il numero significativo di eurodeputati potenzialmente coinvolti, al momento non sono state effettuate perquisizioni all’interno del Parlamento europeo.
Se le indagini dovessero confermare la partecipazione di membri attualmente in carica, le autorità belghe dovranno richiedere ufficialmente la revoca dell’immunità parlamentare per poter procedere legalmente contro di loro. Un portavoce del Parlamento europeo ha dichiarato che l’istituzione è a conoscenza dell’inchiesta e che, qualora richiesto, collaborerà pienamente con le autorità giudiziarie.
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