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Batosta per tanti residenti. Gli sportelli bancari di numerose filiali stanno chiudendo uno dietro l’altro, con alcune regioni più penalizzate di altre.
Il processo di “disimpegno” delle banche su tutto il territorio italiano prosegue in modo inarrestabile. In merito ai dati messi in evidenza dall’Osservatorio Fiba di First Cisl, circa il 50% dei comuni è priva di sportelli. Se si prendono solo i dati dello scorso anno, sono stati chiusi 508 sportelli bancari, tanto che adesso sono presenti solamente 20mila. A preoccupare sono soprattutto i nuovi tagli all’orizzonte che andrebbero a peggiorare la situazione.
È sempre meno intensa la rete degli sportelli bancari in Italia. Sono tantissimi i comuni che non vedono sul proprio territorio la presenza di una filiale, rendendo molto difficile per i residenti svolgere delle transazioni. Sullo sfondo potrebbero arrivare anche altri tagli, come sottolineato dalla Fondazione Fiba del sindacato bancario First Cisl, che andrebbero a penalizzare soprattutto le popolazioni dei territori più fragili. Una desertificazione bancaria molto grave dovuta sia alla crescita dei pagamenti digitali che al declino economico, sociale e demografico di alcune aree.
Sportelli bancari chiudono in Italia: le regioni più colpite
Come spiegato dall’Osservatorio della Fondazione Fiba, 101 comuni sono rimasti senza filiali nel 2024, di cui 82 di questi solo negli ultimi tre mesi. È considerato il periodo peggiore dall’inizio delle rilevazioni del sindacato bancario iniziato nel 2022. Il numero totale dei comuni senza filiali è a 3.381, pari al 42,8% complessivo.
Addirittura, per la prima volta in assoluto è rimasto senza sportelli anche un comune con più di 20mila abitanti, che è Trentola Ducenta, in provincia di Caserta.Sono numerosi anche i centri che hanno solo uno sportello, con comuni che raggiungono anche i 35mila abitanti, come Mugnano di Napoli. Un altro dato che è risaltato all’occhio è il fatto che tra queste cittadine c’è anche Rivalta di Torino, sottolineando come la desertificazione degli sportelli si sta spostando anche al Nord, coinvolgendo quindi anche le aree settentrionali e non solo quelle meridionali.
Con l’aumentare le dimensioni delle città colpite dalla desertificazione bancaria, aumenta anche il numero degli utenti che non hanno accesso ai servizi bancari o rischi di perderlo. Attualmente sono circa 11 milioni di cittadini penalizzati dalla chiusura delle filiali. Di queste, più di 4,6 milioni vivono in zone completamente desertificate, mentre quasi 6,3 milioni in via di desertificazione con un solo sportello.
I tagli alla rete fisica delle banche hanno investito il nostro paese in modo omogeneo. La regione più colpita è stata la Valle d’Aosta che si è ritrovata con il 7,5% di filiali in meno. Un duro colpo l’ha avuta anche l’Umbria con il 4,3% di filiali chiuse, mentre la Sardegna ha visto la chiusura di 3,9% sportelli. Meno pesanti, invece, i dati in Emilia Romagna, in Calabria e in Liguria, dove più o meno il saldo è rimasto invariato.
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Sportelli bancari chiusi, batosta per l’Abruzzo: la situazione
La desertificazione bancaria ha colpito tutta l’Italia, compreso l’Abruzzo che sta risentendo notevolmente di questa situazione. Il numero dei comuni rimasti senza filiali è cresciuto notevolmente. Basti pensare che 187 comuni sono senza filiali bancarie su 305 comuni in totale.
Dei dati, quindi, in linea con il resto d’Italia, in cui i centri privi di uno sportello è aumentato di 640.282 unità rispetto al 2023, raggiungendo 4.739.273 persone.
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Dunque, il report ha confermato questa tendenza negativa anche in Abruzzo. A parlare di questa situazione è stato il segretario coordinatore della Fabi di Pescara/Teramo Davide Di Basilio, sottolineando che oltre il 61% dei comuni abruzzesi è senza sportelli. I soggetti più penalizzati sono gli anziani e chi ha difficoltà a spostarsi, rendendo l’accesso al credito sempre più una corsa a ostacoli.
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