“Raccontiamo il bene”, Report sugli immobili confiscati alle mafie ed il loro riutilizzo sociale

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In occasione dell’anniversario della Legge n. 109/96 che regola il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, è stato presentato il  report “Raccontiamo il Bene”. Un’occasione per fare il punto su come l’Italia ha saputo reagire alla presenza mafiosa e si è riappropriata dei propri spazi, creando un modello di cambiamento e speranza.

Attualmente sono 1.132 i soggetti della società civile impegnati nella gestione dei beni confiscati, con oltre 600 associazioni,30 scuole di ogni ordine e grado e numerosi gruppi locali che utilizzano questi beni per creare nuove opportunità e un’economia positiva. Queste realtà stanno trasformando gli spazi confiscati in luoghi di aggregazione, cultura e welfare, contribuendo a tessere un tessuto sociale più forte e resiliente.

Rispetto all’anno scorso, il numero di soggetti coinvolti è aumentato del 6,2%, con una presenza attiva in 398 comuni (contro i 383 del 2024). La Sicilia resta la regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati (297 soggetti), seguita da Campania (186), Lombardia (159) e Calabria (147).

Libera ha mappato anche le tipologie di beni gestiti:

  • Il 56,5% degli immobili ospita attività legate a welfare e politiche sociali.
  • Il 26% è dedicato a cultura, turismo sostenibile e promozione del sapere.
  • Il 10% è utilizzato per progetti legati all’agricoltura e all’ambiente.

Inoltre, 105 soggetti gestori hanno scelto di intitolare i beni a vittime innocenti delle mafie, un numero in crescita rispetto ai 88 dello scorso anno.

“Dietro ogni numero ci sono storie di associazioni e cooperative che hanno trasformato luoghi di malaffare in spazi di crescita, educazione e comunità. L’impegno collettivo ha rafforzato il nostro tessuto sociale e il supporto delle istituzioni è stato fondamentale, ma il percorso è ancora lungo”.

Tatiana Giannone – responsabile nazionale del settore beni confiscati di Libera

Le Prospettive Future: Un Nuovo Strumento per Rafforzare il Riuso Sociale

La recente introduzione della Piattaforma Unica delle Destinazioni sta semplificando la procedura di assegnazione dei beni confiscati, ma solleva anche nuove responsabilità per comuni e organizzazioni del Terzo Settore. Questi soggetti devono ora integrare la gestione dei beni nei propri piani di azione, progettando interventi e richiedendo ulteriori spazi. Il riuso sociale è ormai una prassi consolidata e la nuova piattaforma offre un’opportunità per renderla ancora più efficace.

La Direttiva Europea e l’Evoluzione in America Latina

A livello europeo, la criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia significativa, con proventi stimati tra i 92 e i 188 miliardi di euro l’anno. Nonostante ciò, meno del 2% dei beni illeciti viene effettivamente confiscato. La recente approvazione della Direttiva 1260/2024, la cosiddetta “legge Rognoni-La Torre europea”, potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta contro le mafie. In America Latina, i sequestri riguardano soprattutto beni legati a crimini gravi come il narcotraffico o la tratta di esseri umani. Secondo Libera, esistono 7 esperienze di riutilizzo sociale di beni confiscati, di cui 4 in Argentina e 3 in Colombia.

Una sfida ancora aperta

I risultati ottenuti fino ad oggi sono straordinari, ma le sfide non sono finite. La lotta contro la criminalità organizzata e la promozione di pratiche di riutilizzo sociale dei beni confiscati richiedono un impegno continuo da parte dei cittadini, delle istituzioni e della politica. Non possiamo permettere che il processo di privatizzazione dei beni confiscati prenda piede: sarebbe un tradimento della nostra storia e degli sforzi di tutta la società civile.

Il report “Raccontiamo il Bene” è una testimonianza di come, attraverso il riutilizzo dei beni confiscati, si possa costruire un futuro migliore. È il racconto di una resistenza viva, di progetti che restituiscono dignità e speranza a territori segnati dalla criminalità, ma che oggi stanno cambiando volto grazie all’impegno di tante realtà sociali. La strada da percorrere è ancora lunga, ma insieme possiamo continuare a Rac-contare sempre più storie di riscatto e di bene.

 

Da https://www.liberainformazione.org/


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