Onde celebrali e reti sottomarine: 10 startup italiane che sviluppano tecnologie per la difesa

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Si chiamano tecnologie da difesa, sicurezza e resilienza (DSR). A queste innovazioni di tendenza è dedicata la prima edizione del Rapporto Dealroom – Nato (emesso lo scorso febbraio), che rivela un anno record per gli investimenti nel settore.

Nel 2024 in Europa i finanziamenti di venture capital nel segmento DSR hanno raggiunto i massimi storici con 5,2 miliardi di dollari, e gli investimenti sono aumentati del 30% negli ultimi due anni, registrando la crescita più elevata tra tutti i segmenti VC deep tech. Le startup del settore della difesa hanno guidato la crescita del segmento. Le aziende che sviluppano tecnologie per gli ambiti di consapevolezza, comprensione e processo decisionale, tra cui le tecnologie che aiutano a tenere traccia dei rischi e delle minacce per consentire di prendere decisioni più rapide e migliori, hanno osservato un’impennata dei finanziamenti di VC fino a raggiungere una cifra record di 1 miliardo di dollari nel 2024, con un aumento di 4 volte rispetto al 2020 e di quasi 2 volte rispetto all’anno scorso.

I risultati del report indicano che il panorama tecnologico emergente in Europa sta subendo una trasformazione significativa nel settore della difesa, sotto la spinta degli sviluppi geopolitici e della crescente domanda di tecnologie emergenti in grado di garantire il futuro della regione. L’Europa ha il talento e le risorse per diventare un leader mondiale nelle tecnologie per la difesa, la sicurezza e la resilienza. Se consideriamo – anche – il recente piano “ReArm Europe” da 800 miliardi, annunciato di recente dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il mercato è destinato crescere.

Da Fincantieri a Leonardo passando per aziende come Alenia e Avio, anche l’Italia è nella partita con colossi che hanno fatturati stellari, e che – negli ultimi tempi – sono entrati in contatto (firmando preziose collaborazioni) con i fondatori di startup che hanno sviluppato soluzioni deeptech nel segmento difesa. L’obiettivo è di aiutare l’Europa a mantenere la sovranità tecnologica e di nuova generazione nel settore.

Innovazione militare e da difesa. Le 10 startup italiane

Dai chip fotonici alla crittografica quantistica, passando per la bonifica bellica e la frammentazione dei dati. Abbiamo selezionato dieci startup italiane che operano in ambito difesa, sicurezza e resilienza, da tenere d’occhio. Startup definite ‘dual use’, ovvero di duplice uso che rappresentano un elemento strategico nella regolamentazione europea. La normativa sul dual use (definita principalmente dal regolamento comunitario 821/2021) si riferisce a prodotti, software e tecnologie originariamente progettati per applicazioni civili ma che possono anche essere utilizzati a scopi militari, con particolare attenzione alla sicurezza pubblica. La nostra lista.

Ephos – Milano | chip fotonici in vetro

La crescente domanda di infrastrutture computazionali più potenti, scalabili ed efficienti dal punto di vista energetico richiede nuove soluzioni tecnologiche. Ephos progetta e produce microprocessori fotonici in vetro per rispondere a queste esigenze. L’uso del vetro al posto del silicio nei suoi chip garantisce un’efficienza superiore, permettendo ai clienti di scalare sistemi di calcolo avanzati. Fondata nel 2022 da Andrea Rocchetto (CEO), Roberto Osellame (CTO), Francesco Ceccarelli e Giacomo Corrielli, Ephos basa la sua innovazione su anni di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università Sapienza di Roma per la produzione di chip fotonici ad alta fedeltà nello sviluppo della tecnologia quantistica. La startup lavora per ridurre i tempi di produzione dei chip da mesi a giorni.

Gli innovativi chip di Ephos guardano ad ambiti quali il calcolo quantistico, le soluzioni di comunicazione e la sensoristica. Le tecnologie fotoniche, inoltre, rappresenteranno il futuro dei datacenter come modo per incrementare le prestazioni ma soprattutto ridurre l’impronta energetica. Nel 2023 Ephos è stata selezionata per la Fase II del programma di accelerazione DIANA (Defence innovation accelerator for the north Atlantic) della NATO, ricevendo 450 mila euro. A settembre 2024, Ephos ha raccolto finanziamenti per 8,5 milioni di dollari, dal fondo statunitense Starlight Ventures. L’azienda ha da poco avviato il suo nuovo stabilimento di ricerca e produzione nel Milano Innovation District (MIND). Ephos è un’azienda transatlantica, con sede negli Stati Uniti e produzione in Italia.

LevelQuantum – Milano | crittografia quantistica

LevelQuantum sviluppa soluzioni di sicurezza per le telecomunicazioni su base quantistica. La startup è stata fondata nel 2022 da due ricercatori polacchi, Magda Stobinska, fisica quantistica, e Adam Buraczewski, ingegnere informatico, entrambi con decenni di esperienza nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia, a cui si è aggiunto il giovane ingegnere quantistico Riccardo Arpe. L’azienda si occupa di comunicazioni quantistiche, un metodo emergente che consente di inviare informazioni criptate in un modo che è protetto dalla fisica quantistica. Con l’avvento dei computer quantistici, dei gruppi di hacker internazionali e del ransomware che si sta diffondendo in tutta Internet, questo è l’unico schema per contrastare molti tipi di attacchi informatici. LevelQuantum fornisce connessioni sicure attraverso una costellazione di satelliti quantistici, nonché l’integrazione con le infrastrutture IT esistenti di banche, telecomunicazioni e centri dati.

La startup incubata dal PoliHub di Milano e dal Business Incubation Center di Torino dell’Agenzia spaziale europea, nel 2024 è stata scelta dalla Nato per il suo programma Diana, come unica italiana chiamata a contribuire allo sviluppo di nuove soluzioni nell’area dedicata alla sicurezza delle telecomunicazioni. La tecnologia proposta da LQ rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma rispetto alle soluzioni utilizzate fino a oggi basate essenzialmente su modelli matematici di crittografia. L’elemento originale risiede proprio nella possibilità di utilizzare il movimento dei fotoni come parametro per la verifica di eventuali forme di compromissione. “Investendo nelle comunicazioni quantistiche, si potenzia una tecnologia dirompente e all’avanguardia, che ha un alto potenziale di applicazioni immediate per la sicurezza dei nostri dati personali, finanziari e aziendali, che sono costantemente sotto attacco da parte di vari attori minacciosi”.

WPE Research & Development – Padova | autonomia energetica in situazioni estreme

Nata nel 2019 con sede a Padova, WPE Research & Development sviluppa dispositivi di generazione di energia eolica, tra cui una microturbina per le città. La ricerca è il cuore della startup, che ha collaborato con istituzioni come l’Università di Trento e il National Research Council (CNR). La sua tecnologia introduce il concetto innovativo di capturability, ovvero la capacità di catturare l’energia eolica nel corso del tempo. Grazie alla combinazione unica di meccanica e intelligenza artificiale, la startup ha sviluppato una turbina intelligente in grado di sfruttare la curva di produzione ottimale dell’energia eolica in tutti i possibili scenari ambientali, da città a luoghi isolati. Le turbine sono anche completamente ecosostenibili, prodotte con materiali riciclabili.

WPE grazie al progetto EOS Turbowind, è stata selezionata nel 2023 dal programma della Nato, Diana, per esplorare l’applicazione di una microturbina eolica nel settore della difesa e della sicurezza, contribuendo all’autonomia energetica in situazioni di emergenza. WPE è stata fondata dall’imprenditore veneto Marco Rizzolo (CEO), dal fratello Valerio Rizzolo e da Massimo Chiggiato. “Forniamo una soluzione energetica a situazioni difficili da raggiungere. Per un’elettricità decentralizzata, decarbonizzata e digitalizzata”.

Cubbit – Bologna – frammentazione dei dati

La sovranità digitale sta diventando il tema principe nell’industria del cloud storage. Cubbit è una società italiana nata a Bologna nel 2016 che, grazie a un sistema di crittografia e frammentazione dei dati, fornisce una soluzione per lo storage dei dati sicura, che rispetta la sovranità digitale, resiliente agli attacchi informatici, scalabile, e che consente di risparmiare fino all’80% sui costi di archiviazione e back up dei dati riducendo l’impatto ambientale.

Nata da un’idea di Marco Moschettini, Stefano Onofri, Alessandro Cillario e Lorenzo Posani, la startup ha raccolto un totale di 25 milioni di dollari, con l’ultimo round chiuso a luglio 2024 da 12,5 milioni di dollari, guidato da LocalGlobe (19 unicorni in portafoglio) e ETF Partners. A differenza del cloud tradizionale, i dati non vengono archiviati in pochi data center centralizzati – come avviene nel cloud storage tradizionale – ma ciascun file viene invece cifrato, frammentato e replicato su più sedi geografiche e sarà sempre ricostruibile nella sua interezza. La sicurezza verrà quindi assicurata anche in situazioni nelle quali possono essere colpite una o più sedi geografiche, come nel caso di attacchi fisici e cibernetici o di fronte a catastrofi naturali. Grazie alla distribuzione geografica granulare dei dati, ne viene altresì garantita la sovranità digitale, in quanto ogni file può essere distribuito all’interno di un singolo Paese.

Cubbit ha più di 350 clienti ed è supportata da partnership internazionali come Exclusive Networks ($4.9B di fatturato e distributore globale di cybersecurity), Leonardo ($14B di fatturato e leader mondiale della difesa) e numerose pubbliche amministrazioni. L’azienda è impegnata per consolidare e potenziare l’ecosistema di applicazioni software compatibili con la sua tecnologia abilitante, a supporto di progetti in diversi settori strategici tra cui quelli in ambito aerospaziale, della difesa, della sicurezza informatica. La startup si sta espandendo velocemente in Europa partendo dall’area DACH, dai paesi francofoni e dalla Gran Bretagna, e negli USA.

Xplora AI – Parma | soluzioni AI per analisi del sottosuolo

Fondata a Parma nel 2023 da Marco Pesci, Xplora sviluppa soluzioni per l’analisi dei dati acquisiti da droni (RGB, termici, multispettrali, lidar, elettromagnetici) utilizzando algoritmi e software proprietari basati su diversi processi di AI. La sua tecnologia introduce un sistema di mappatura avanzata del sottosuolo, combinando: droni e veicoli autonomi dotati di sensori di ultima generazione; AI e Machine Learning per analizzare i dati in tempo reale e identificare con precisione la presenza di ordigni inesplosi; sistemi di comunicazione avanzati per trasmettere dati in modo sicuro ed efficiente.

Si tratta di soluzioni innovative che consentono di bonificare oltre due ettari di terreno in un’ora, rispetto ai due ettari al giorno delle tecniche tradizionali, riducendo il rischio umano, minimizza la necessità di intervento diretto degli operatori e aumenta la precisione (con un margine di errore inferiore all’1%), e garantendo un’analisi più dettagliata del terreno.

Nel 2025 Xplora ha firmato una partnership strategica con Al Waha Group (Bassora, Iraq) per impiegare la sua tecnologia di mappatura del sottosuolo nelle operazioni di sminamento post-belliche. “Grazie alla nostra tecnologia DeepGeo AI, basata su intelligenza artificiale e sensor fusion, le operazioni di bonifica bellica e mappatura del sottosuolo potranno essere eseguite fino a dieci volte più velocemente, aumentando al contempo la sicurezza degli operatori in campo”. La collaborazione prevede forniture di software e sistemi made in Italy per bonificare vasti terreni da ordigni inesplosi. La startup ha attività in altri contesti critici (come Ucraina, Israele, USA) in ambito difesa e sicurezza.

Fluid Wire Robotics – Pisa | braccia robotiche per ambienti estremi

Fondata nel 2024, Fluid Wire Robotics è una startup che ridefinisce il modo in cui i robot vengono costruiti e impiegati negli ambienti più difficili, tra cui zone radioattive e ad alta temperatura, ambienti esplosivi, profondità sottomarine e spazio. Sfruttando la sua tecnologia proprietaria, i manipolatori completamente elettrici di FWR offrono affidabilità, sicurezza e prestazioni senza pari in condizioni difficili.

Il team composto da Marco Bolignari (CEO), Marco Fontana, Francesco Damiani, Gianluigi Grandesso e Ivan De Leonardis, ha progettato un braccio manipolatore, completamente elettrico e modulare, in grado di operare in condizioni estreme, ad esempio sotto radiazioni, nel vuoto, ad alte temperature, sott’acqua o in aree considerate troppo pericolose per gli operatori umani. Il progetto è nato come spin-off accreditato della Scuola Superiore Sant’Anna presso l’Istituto di Intelligenza Meccanica di questa università ed è stato sviluppato sotto la supervisione del docente Marco Fontana, co-fondatore della startup.

La tecnologia proprietaria di FWR ridefinisce gli standard di affidabilità, eliminando i rischi legati alla presenza di componenti sensibili, come motori e sensori, all’interno del braccio robotico. Questi elementi, tradizionalmente incompatibili con gli ambienti ostili, sono posizionati in un’unità esterna e dunque protetti da condizioni ambientali aggressive. L’innovativo design del braccio robotico permette di ottenere una struttura “vuota”, priva di elementi soggetti a surriscaldamento, radiazioni o che possano causare esplosioni, garantendo un’affidabilità senza precedenti. La trasmissione della potenza dalla scatola al braccio avviene mediante un sistema idrostatico proprietario, il “Fluid Wires”, che consente di ottenere delle performance molto elevate in termini di destrezza e accuratezza del controllo delle forze scambiate con l’ambiente circostante. FWRobotics ha completato un round di finanziamento raccogliendo un totale di 1,2 milioni di euro, in due fasi chiave: la prima fase, annunciata a luglio 2024, è stata guidata da RoboIT, Scientifica Venture Capital e Pariter Partners. La seconda, completata a dicembre 2024, ha incluso un investimento strategico da parte di Deep Blue Ventures, il fondo di venture capital Deep Tech gestito da Deep Ocean Capital.

W-Sense – Roma | reti wireless sottomarine

Pioniera delle reti wireless sottomarine e dell’Internet of Underwater Things (IoUT), WSense è una startup deep tech, nata come spinoff della “Sapienza” Università di Roma e specializzata in soluzioni “chiavi in mano” di monitoraggio e comunicazione subacquei wireless per chi opera in tutti i settori della Blue Economy. È stata la prima realtà a livello mondiale a portare internet in profondità oceanica per la raccolta di Big Data, elemento chiave nella lotta globale al cambiamento climatico. La rete underwater IoT (IoUT) creata da WSense, mettendo in comunicazione due mondi che prima non si parlavano, ha segnato quindi un punto di svolta tra i limiti delle tecnologie del passato e le possibilità del futuro.

Grazie alle sue reti mesh, al basso consumo energetico, all’architettura software-defined, alla cifratura informatica e all’interoperabilità multivendor, le soluzioni WSense garantiscono una connettività senza interruzioni tra sensori subacquei di qualsiasi produttore e veicoli robotici autonomi. Il tutto è supportato da tecnologie proprietarie brevettate che assicurano una comunicazione sicura e in tempo reale tra i nodi della rete.

Attiva dal 2017, WSense conta oggi su una squadra di oltre 50 ingegneri e ricercatori – con uffici in Italia, Norvegia e Regno Unito – e annovera tra i propri clienti il Ministero della Difesa Italiano, la Marina Militare, il National Oceanography Centre, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie Enea e aziende come Leonardo, Leroy, Saipem, Terna, Fincantieri, Eni, Aker. La società guidata dalla ingegnera informatica e ricercatrice Chiara Petrioli, ha chiuso a fine 2023 un round di serie A da 11 milioni di euro che ha coinvolto anche investitori internazionali di riferimento nell’ambito ocean-tech.

CyLock – Roma | cybersecurity click & play

Startup nata a Roma nel 2022 da un’idea di Diego Padovan, Paolo Antoniani, Verando Zappi e Alessio Salzano, ha sviluppato una soluzione di “ethical hacking”: un vero e proprio hacker virtuale che individua le vulnerabilità di qualsiasi sistema informatico ed elabora risultati chiari e pronti da usare, senza richiedere competenze tecniche, installazione o configurazione. Il metodo brevettato consente di auto-configurarsi grazie all’intelligenza artificiale, simulando migliaia di attacchi mirati con velocità e precisione.

Nel dettaglio, CyLock ha sviluppato EVA, un software di cybersecurity click & play, per testare e rilevare le vulnerabilità dei sistemi IT. EVA è il primo extended vulnerability assessment che abilita personale specializzato e non in cybersecurity al testing dei sistemi IT. Quest’aspetto è particolarmente rilevante in un contesto in cui la carenza di esperti in cybersecurity rende le organizzazioni vulnerabili agli attacchi hacker, causando danni stimati intorno ai 6.000 miliardi di dollari all’anno. La tecnologia di CyLock, fornita in modalità SaaS, si autoconfigura, simula migliaia di attacchi con velocità e precisione, rimuove intelligentemente i falsi positivi, produce report pronti all’uso e riduce di oltre l’80% il tempo medio richiesto dalle attività di pentesting. Gli utenti possono accedere ai test con un solo click e ricevere risultati classificati per livello di rischio e superare i più rigorosi standard internazionali. I risultati sono esportabili in PDF per una condivisione facilitata anche con gli auditor, accompagnati da una guida passo-passo per la correzione delle vulnerabilità. La startup a luglio 2024 ha portato a termine un round da 500mila euro guidato da Scientifica Venture Capital, con il supporto anche di CDP Venture Capital e Startup Wise Guys ed Exor Ventures. Questo investimento si aggiunge ai 320mila euro già raccolti da CyLock tramite l’acceleratore Cyber Xcelerator.

Brain Waves – Bologna | comandi con onde cerebrali

Nasce come startup di un gruppo specializzato in Crittografia (Cryptolab). Basata a Bologna e guidata dal CEO Massimo Bertaccini, Brain Waves ha sviluppato un software che traduce le onde cerebrali in comandi sia per attivare e controllare dispositivi di vario genere, dai droni ai semplici computer, sia per attivare sistemi di autenticazione per la Cybersecurity. Nel dettaglio, si tratta di un sensore che capta le onde cerebrali, riesce a individuare il pattern univoco di ogni persona che lo utilizza per usarlo come chiave di autenticazione oppure per trasmettere comandi a devices elettronici.

Una tecnologia rivoluzionaria e brevettata che mette in connessione le onde cerebrali con i più diversi dispositivi elettronici dalla tastiera di un computer ai robot. Si tratta di una Brain Neural Interface non invasiva: non prevede alcun chip da inserire nella corteccia cerebrale, come avviene invece per Neuralink di Elon Musk. Basta indossare un cerchietto flessibile dotato di sensori, perché le onde cerebrali comunichino, tramite il sistema BrainWaves ad esempio con una carrozzina elettrica e permettano alla persona di spostarla con la sola forza delle mente. Gli impieghi sono naturalmente molteplici, non soltanto in ambito sanitario: questa tecnologia può essere utilizzata per pilotare droni, guidare auto o comandare bracci robotici e altri dispositivi elettronici. BrainWaves è frutto della mente di Massimo Bertaccini, matematico e crittografo, nonché founder e CEO di BrainWaves, con la collaborazione degli ingegneri informatici Alessandro Passerini e Tiziana Landi, di Cryptolab e di due tecnici elettromeccanici Marco Massari e Piergiorgio Montanari. L’azienda sta sperimentando, in ambito Cybersecurity, un sistema chiamato ‘Brain Password’, che permette l’autenticazione tramite le onde cerebrali. Altre applicazioni già possibili riguardano il campo della guida di droni, robots e di altri veicoli elettronici, tramite la tecnologia BrainWaves.

Volta Structural Energy – Milano | Batterie strutturali

Fondata a Milano nel 2020 da Gabriele Consiglio, Chiara Mirani e Tommaso Randolfi, Volta Structural Energy è specializzata nello sviluppo di batterie strutturali all’avanguardia, pannelli strutturali utilizzabili per realizzare telai di aerei, automobili o navi che integrano in modo sinergico capacità di stoccaggio dell’energia grazie ai materiali di cui sono costituiti. Questo approccio innovativo e altamente integrato dei sistemi multifunzionali di Volta permette di sfruttare le masse ed i volumi delle strutture come, il tetto di un’auto, la fusoliera ed i pavimenti di un aereo o lo scafo di un’imbarcazione per immagazzinare energia elettrica, diminuendo fino ad eliminare la necessità di utilizzare i tradizionali pacchi batterie che sono a tutti gli effetti payload ingombranti e con masse molto elevate che limitano sensibilmente le autonomie raggiungibili. Il risultato è la possibilità di massimizzare la quantità di energia immagazzinabile e di conseguanza l’autonomia, in un dato sistema senza intaccarne la massa o il volume necessario al trasporto di passeggeri o merci.

La startup è tra le prime in Europa a sviluppare tecnologie per lo stoccaggio energetico che puntano sulle grandi potenzialità della chimica al Sodio. La tecnologia brevettata di Volta ha quindi il potenziale di rivoluzionare vari settori del trasporto, offrendo una soluzione leggera ed efficiente per lo stoccaggio dell’energia che oltre a migliorare le perfomance degli attuali sistemi elettrici può abilitare la transizione energetica di settori ancora dipendenti dai combustibili fossili come l’industria aeronautica, navale ed il trasporto pesante terrestre. Volta nel 2024 ha raccolto un seed round per un valore pari a 1 milione di euro. L’operazione è stata guidata da Tech4Planet, il Polo di CDP Venture Capital, e da Leonardo.



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