le immagini dell’alone di 22°

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L’11 marzo nel cielo della Sardegna meridionale si è manifestato uno spettacolare fenomeno ottico conosciuto come “alone di 22°”, un anello di luce attorno al Sole. Come si forma e perché è chiamato così.

Anello di 22° in Sardegna. Credit: Marta Visentin

Poco prima delle 11 di martedì 11 marzo uno spettacolare anello di luce è comparso attorno al Sole nel cielo della Sardegna. Più nello specifico, è stato avvistato nella Sardegna meridionale, dalle parti di Cagliari. Il fenomeno ottico è tecnicamente conosciuto come “Anello di 22°”. Le immagini spettacolari che potete osservare nell’articolo sono state scattate durante una visita al Parco Archeologico di Nora nel comune di Pula, uno dei siti più importanti della Sardegna (Nora fu insediamento fenicio, cartaginese e romano). A immortalare l’affascinante fenomeno la naturalista Marta Visentin, una nostra lettrice che ci ha gentilmente concesso le sue bellissime fotografie. Ma cos’è esattamente questo anello di luce attorno al Sole?

Cos’è l’anello di 22°

Dal punto di vista scientifico, come indicato, siamo innanzi a quello che gli scienziati chiamano Alone di 22° (esiste anche quello di 46°, ma è meno comune). Il National Weather Service della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), un’agenzia governativa statunitense che si occupa di oceani, atmosfera e meteo spaziale, spiega che gli aloni sono anelli che si formano attorno al Sole o alla Luna “quando la luce del Sole o della Luna si rifrange sui cristalli di ghiaccio presenti in un sottile velo di cirri. L’alone è solitamente visto come un anello bianco brillante, anche se a volte può essere colorato”. In parole semplici, è spettacolare fenomeno ottico legato alla presenza di cristalli di ghiaccio in alta quota, in genere tra i 5.000 e i 13.000 metri di altezza dove si trovano i cirri. Si tratta di una peculiare tipologia di nuvole dell’alta troposfera composte appunto da una moltitudine di cristalli di ghiaccio, generati dal congelamento del vapore acqueo. I cirri sono molto sottili e presentano una caratteristica struttura filamentosa, delicata e biancastra, come piume d’oca frastagliate. Gli aloni di 22 o 46° si formano quando la luce del Sole – o quella riflessa della Luna – attraversano questi cristalli di ghiaccio, venendo rifratta attraverso un angolo particolare.

L'alone di 22° in Sardegna. Credit: Marta Visentin

L’alone di 22° in Sardegna. Credit: Marta Visentin

I cristalli di ghiaccio, con forma a prisma e base esagonale, sono orientati in modo casuale nel cielo. Se la luce li colpisce con una determinata angolazione, dalla rifrazione si generano gli affascinanti anelli di luce. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) spiega che l’anello di 22°, in passato conosciuto come “piccolo alone”, è di colore bianco o prevalentemente bianco, con i bordi che possono apparire colorati: rosso verso l’intero e blu-viola (più raramente) all’esterno.

Il raggio (apparente) dell’anello è sempre di 22° e può essere verificato con un piccolo gioco, facendo attenzione a non guardare direttamente il disco solare, dato che si rischiano danni alla vista anche gravi e persino la cecità. “Il raggio può essere verificato usando la mano e sapendo che l’angolo approssimativo tra il pollice e il mignolo, con un braccio teso e le dita distese, è di 20°. Quindi, con il pollice tenuto sopra il Sole, l’alone di 22° si troverà vicino alla punta del mignolo”, sottolinea la WMO. Calcolando l’angolo di deviazione della luce che attraverso il prisma esagonale, si determina che la deviazione minima è proprio di 22°, mentre quella massima di 46°. Il cielo dietro all’alone è sempre più scuro di quello circostante.

Come indicato, gli aloni di 22° possono comparire anche attorno alla Luna, che chiaramente non brilla di luce propria (non è una stella che produce reazioni nucleari) ma riflette quella del Sole e della Terra, quest’ultima chiamata luce cinerea. Quando si formano gli anelli attorno alla Luna prendono il nome di anelli lunari o aloni invernali, perché sono più frequenti proprio in questa stagione. In genere si formano infatti in giornate fredde e limpide. La loro durata può essere effimera perché dipendono dal passaggio dei cirri, che possono svanire rapidamente o essere più persistenti nell’alta atmosfera.





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