Le Giornate FAI di Primavera

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Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano, per la 33esima edizione, le Giornate FAI di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni. 


Le Giornate di Primavera e i 50 anni del FAI


Un’edizione speciale, in occasione dei cinquanta anni dalla nascita del FAI – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate FAI di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. 


Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero. Un percorso di cittadinanza che coinvolge  istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.


“Da oggi e senza incertezza anche noi del FAI dobbiamo avere ancora più chiaro che ogni nostra azione sociale ed educativa debba concorrere al rafforzamento di una comune coscienza europea e affido dunque a questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano –  l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano.


Le Giornate FAI di Primavera anche in questa edizione attraverseranno il territorio italiano – da Nord a Sud del Belpaese, aprendo luoghi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco noti e valorizzati – per continuare assieme a meravigliarsi di fronte alla sorprendente vastità del patrimonio italiano, una festa con le persone e per le persone: 750 luoghi saranno infatti aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti – cittadini di domani – appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio. Una mappa italiana, variegata e inaspettata (elenco completo dei luoghi visitabili e modalità di partecipazione dall’11 marzo su www.giornatefai.it): borghi, palazzi storici, luoghi di ricerca e innovazione, di archeologia industriale, case private, botteghe e luoghi di antichi mestieri, luoghi che ci raccontano di altre culture, luoghi in cui è in corso un restauro, luoghi di natura e cultura. Saranno proprio le Giornate FAI di Primavera per due giorni a dare voce a tanti luoghi e a ricordarci di dar loro attenzione, per raccontare e valorizzare le meraviglie e i tesori nascosti che ci circondano, promuovendone la conoscenza, la cura e la tutela. Una missione culturale verso il patrimonio italiano che coinvolge tutti, perché appartiene a tutti.


Tra le tante aperture proposte, alcune saranno dedicate agli iscritti al FAI e a chi si iscriverà durante l’evento. Verranno inoltre riaperti luoghi particolarmente apprezzati e visitati nelle scorse edizioni.  Ad ogni visita sarà possibile sostenere la missione e le attività della Fondazione con una donazione. 


Le aperture nel Lazio


Ecco alcune delle aperture più interessanti nel LAZIO:

Palazzo Farnese a Roma

Ingresso dedicato agli iscritti FAI. Solo sabato 22 marzo

Dopo il successo della prima apertura nelle Giornate FAI di Primavera del 2008, sarà di nuovo visitabile Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia, il più sontuoso palazzo rinascimentale di Roma, commissionato nel 1513 da Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, e terminato nel 1589. A ogni angolo dell’edificio riecheggiano i nomi dei maggiori artisti vissuti fra il Cinquecento e i primi del Seicento, a partire dai quattro architetti che hanno diretto la sua costruzione: Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo, il Vignola e Giacomo della Porta. Il percorso partirà dal cortile, opera di Sangallo il Giovane, integrato e modificato da Michelangelo e appena restaurato; tra i resti archeologici che un tempo facevano parte della ricca collezione del palazzo, si giungerà al maestoso scalone del Sangallo che permetterà di accedere a saloni, gallerie e piccoli camerini, decorati da pittori del calibro di Salviati, Zuccari, Daniele da Volterra, Domenichino e i fratelli Carracci. Tra i capolavori di Palazzo Farnese, il Salone d’Ercole con arazzi del XVII secolo, i sarcofagi ornati di scene mitologiche e sormontati da sculture di navi da guerra romane, la Galleria di Murano e il Camerino affrescato da Annibale Caracci. L’apice della visita sarà la celeberrima Galleria Carracci, tra gli esiti più alti del tardo Rinascimento, realizzata tra il 1597 e il 1608 da Annibale e Agostino Carracci, una splendida volta di 20 metri affrescata con soggetti ispirati alle Metamorfosi di Ovidio. Il palazzo è sede dell’Ambasciata di Francia: comprato dalla Francia nel 1911, è stato rivenduto allo Stato italiano nel 1936, anno in cui i due Paesi hanno sottoscritto un accordo intergovernativo che prevede la locazione delle due ambasciate, italiana a Parigi e francese a Roma.


Palazzo del Collegio Romano. Ministero della Cultura

Per le Giornate FAI di Primavera 2025 tornerà a essere eccezionalmente visitabile, dopo la prima straordinaria apertura con il FAI nel 2007, il Ministero della Cultura, che dal 1975 ha sede all’interno dell’ala orientale del Palazzo del Collegio Romano. Istituito nel 1551, il collegio era stato pensato dal suo fondatore, Ignazio di Loyola, sul modello del Collège du Roi di Parigi (1530), destinato alla formazione teologica e culturale dei gesuiti e dei giovani delle famiglie più importanti dell’epoca. Nel 1581 il primo nucleo si rivelò insufficiente e venne ampliato grazie ai finanziamenti di Papa Gregorio XIII, che seguì in prima persona i lavori, diretti dall’architetto gesuita Padre Giuseppe Valeriano. Inaugurato nel 1584, il complesso venne portato a totale compimento nel 1685 con la costruzione della Chiesa di S. Ignazio. Il Collegio Romano, con i suoi prospetti solidi, ha una distribuzione interna semplice e ripetitiva che rispecchiava il severo metodo di insegnamento dei gesuiti e il rigore morale e religioso degli alunni e doveva servire da modello progettuale per la costruzione di altri collegi in tutto il mondo. Durante la visita si potranno ammirare alcuni interni nella loro magnificenza, dalla sala a crociera della Biblioteca Major – l’ambiente più rilevante del complesso, dal 1989 Biblioteca Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte – dove è conservata la pianta dell’ingegnere e cartografo Giovanni Battista Nolli che rappresenta la Roma del 1748, agli splendidi affacci su gallerie e sale colme di storia, tra cui la Sala Spadolini. Dal 1871 il complesso del Collegio Romano ospita, nell’ala sud-occidentale, la sede del liceo classico Ennio Quirino Visconti, anch’esso visitabile durante le Giornate FAI di Primavera 2025.


Palazzo del Collegio Romano: il Liceo Visconti

Si potrà straordinariamente visitare il liceo classico statale Ennio Quirino Visconti, istituito nel 1870 e il più antico della capitale. La scuola occupa l’ala sud-occidentale del complesso del Collegio Romano, il quale per secoli, dalla seconda metà del Cinquecento, ha rappresentato il modello educativo più autorevole e influente in Europa. Tra i maggiori protagonisti della vita culturale che animò l’istituto, si ricorda Galileo Galilei, chiamato a esporre e discutere le sue tesi a sostegno della teoria scientifica copernicana proprio al Collegio Romano, prima di subire il processo. Ancora, Athanasius Kircher (1602-1680), successore di Cristoforo Clavio nella cattedra di matematica del collegio, esperto studioso di fisica, egittologia, alchimia, astrologia e scienze occulte, ricevette nel 1651 una donazione di materiale archeologico da Alfonso Donnini, che costituirà il cuore del Museo del Collegio: un “gabinetto di curiosità” o “camera delle meraviglie” con collezioni composite di oggetti d’arte e naturalistici, in parte ancora conservato nel Wunder Musaeum. Il percorso, che partirà dal cortile e dalla vista sulla Torre Calandrelli, un tempo osservatorio astronomico, toccherà l’Aula Magna, dove il pubblico potrà affacciarsi nello spazio dedicato al Wunder Musaeum; si potrà accedere poi alla Cappella Prima Primaria (dal nome della congregazione fondata nel 1564 dagli alunni del collegio), affrescata dal Borgognone nel XVII secolo, e alla Sala Pozzo, con opere di Andrea Pozzo, autore della decorazione della cupola di Sant’Ignazio e una piccola cappella con un altare di comunità ortodossa. Il liceo è sempre stato legato allo spirito e alla cultura del tempo: lo testimoniano le azioni di dissenso mosse durante il ventennio fascista da professori illustri e studenti, che caddero per la difesa della città dall’occupazione nazista e nella lotta per la Resistenza, così come i numerosi ex studenti che hanno rivestito ruoli di spicco in ogni campo, dalle istituzioni al mondo accademico, dall’ambito scientifico a quello umanistico, come l’archeologo ed ex Presidente del FAI Andrea Carandini. 


Palazzo della Valle

Ingresso dedicato agli iscritti FAI

Aprirà eccezionalmente Palazzo della Valle, di solito inaccessibile al pubblico perché dal 1948 è sede di Confagricoltura: la visita offrirà lo spunto anche per affrontare alcune tematiche ambientali.  Il palazzo cinquecentesco – secondo il Vasari progettato parzialmente da Lorenzetto (1494-1541), allievo di Raffaello, mentre altri lo attribuiscono ad Andrea Sansovino o Sangallo il Giovane – fu la dimora del cardinale Andrea della Valle, vescovo di Crotone e di Mileto, insigne umanista e mecenate e uno dei primi collezionisti antiquari nella Roma del Rinascimento, proprietario di una delle raccolte statuarie più cospicue e celebri del suo tempo, poi dispersa alla sua morte. Si visiterà l’elegante cortile, con arcate poggianti su colonne di marmo e granito grigio provenienti da edifici dell’antica Roma, restaurato dall’architetto Carlo Forti su commissione della Confederazione Fascista dei Commercianti, che acquistò il palazzo nel 1941. Il percorso proseguirà tra alcuni maestosi ambienti cinquecenteschi del piano nobile – al centro di un importante intervento di restauro conservativo voluto da Confagricoltura nel 2023, che ha coinvolto anche le facciate – fino alla Sala Serpieri: la sala, intitolata ad Arrigo Serpieri, insigne cultore di economia agraria, ospita gli eventi principali di Confagricoltura ed è interamente affrescata con vedute di paesaggi agresti e rovine, alternate a ritratti di figure femminili e guerrieri, mentre il soffitto a cassettoni è arricchito da rosoni, girali, putti dorati e dallo stemma del Cardinale.


Fondazione Besso

Ingresso dedicato agli iscritti FAI

Durante le Giornate FAI di Primavera 2025 sarà visitabile la sede della Fondazione Besso, all’interno di un palazzo quattrocentesco, rimaneggiato e decorato secondo il gusto barocco nel Seicento, appartenuto per due secoli alla famiglia fiorentina degli Strozzi e acquistato nel 1905 da Marco Besso, finanziere e letterato, che ne fece la propria abitazione. Tra gli ambienti che si potranno ammirare, la sala della biblioteca, una preziosa raccolta di oltre 70.000 volumi avviata dallo stesso Besso e ancora oggi in espansione, custodita tra maestosi arredi lignei risalenti agli inizi del XX secolo. Ancora, gli spazi ristrutturati nel 2018 in occasione del centenario della Fondazione, con sezioni espositive che valorizzano la collezione di oggetti d’arte, dipinti e sculture raccolte dalla famiglia Besso. Inoltre, aprirà per la prima volta nelle Giornate FAI il salottino cinese, la “sala dorata” con arredi orientali e pannelli dipinti su grandi telai che rivestono quasi completamente le pareti e che raffigurano soggetti floreali e animali. Il soffitto ligneo a cassettoni tardo-seicentesco è dipinto con motivi marini ed è ispirato alla collezione di naturalia di Leone Strozzi. Il fregio, con paesaggi marini, scene di manovre navali e coppie di tritoni e nereidi con putti, è attribuito a Giacinto Calandrucci e alla sua scuola e dovrebbe risalire alla fine del Seicento, anche se è stato restaurato nell’Ottocento.


Villa Il Vascello

In occasione delle Giornate FAI di Primavera 2025 aprirà eccezionalmente Villa Il Vascello, sul Gianicolo, progettata tra il 1655 e il 1663 da Plautilla Bricci, pittrice e probabile prima “architettrice” del mondo occidentale – alla quale è ispirato il romanzo L’architettrice di Melania Mazzucco – ispirandosi al linguaggio di Gian Lorenzo Bernini e per volere dell’abate Elpidio Benedetti. La villa fu teatro di alcuni dei momenti salienti del Risorgimento: nel 1849, durante la difesa della Repubblica Romana da parte dei garibaldini contro le truppe francesi, subì danni così pesanti da essere poi in gran parte demolita. Solo nel 1877 il generale e glorioso combattente Giacomo Medici, che strenuamente aveva difeso l’ultimo avamposto repubblicano oltre le mura accanto agli eroici compagni, acquistò la villa e la fece ricostruire, insieme al figlio Luigi, dandole l’aspetto attuale. Venne così realizzata una splendida dimora, ispirata al Rinascimento Romano, con esposizione e facciata principale rivolta a nord, un corpo centrale rettangolare e due avancorpi sporgenti verso il parco, in direzione della basilica di San Pietro. Il villino venne acquistato nel 1980 dal Grande Oriente d’Italia, la più antica istituzione massonica del Paese, divenendone la sede nazionale e trova una cornice ideale nel grande parco, con alberi secolari, particolari piantumazioni e specie tipiche della flora mediterranea. L’eccezionale percorso di visita si snoda all’interno della villa, che negli anni è stata restaurata, arricchita con una ricca biblioteca aperta agli studiosi e decorata con pitture di soggetto massonico, e nel parco, con la sua forte valenza botanica, naturalistica e storica. 


MONTE PORZIO CATONE (RM)

Villa Mondragone


Sarà eccezionalmente visitabile Villa Mondragone, parte del complesso delle Ville Tuscolane, in posizione panoramica e circondata da un parco di 18 ettari, oggi sede congressuale dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Posta sui resti di un’antica villa appartenente alla famiglia dei Quintili, venne edificata tra il 1573 e il 1574 per volere del cardinale Marco Sittico Altemps, per ospitare la corte papale di Gregorio XIII, che proprio in questa villa promulgò la celebre bolla Inter gravissimas (1582), la riforma del calendario giuliano. A Gregorio XIII si deve il nome “Mondragone” riferito al drago alato, simbolo araldico della famiglia del Papa, i Boncompagni, usato come elemento decorativo nel palazzo e nel giardino. Acquistata dal cardinale Scipione Borghese nel 1613 e residenza dei Papi fino al 1626, fu successivamente abbandonata e nel 1866 venne acquisita dalla Compagnia di Gesù, che vi collocò dapprima la sede estera del collegio Ghislieri e poi il Nobile Collegio Mondragone, convitto per i rampolli di famiglie altolocate. Tra gli interni decorati che si potranno visitare con il FAI, la Retirata, la piccola costruzione residenziale edificata per il figlio del cardinale Altemps, due cappelle, la Sala delle Cariatidi e la Sala Rossa. Alcune curiosità caratterizzano e rendono unico il passato della Villa Mondragone, intrecciandolo a momenti cruciali della storia della scienza: qui Galileo Galilei diede una dimostrazione dell’utilità del suo cannocchiale, mentre Guglielmo Marconi effettuò alcuni importanti esperimenti di radiocomunicazione. Ancora, nel 2010 il Dipartimento di Fisica dell’Università di Tor Vergata ha installato nella biblioteca un Pendolo di Foucault, il più alto dell’Italia centrale.


SANTA MARINELLA (RM)

Castrum Novum


Con le Giornate FAI di Primavera 2025 riapre al pubblico Castrum Novum per inaugurare la nuova stagione di visite. Il sito archeologico – in corso di scavo e valorizzazione a cura del Polo Museale Civico di Santa Marinella, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Etruria, l’Università di West Bohemia, l’Institutum Romanum Finlandiae e il Gruppo Archeologico del Territorio Cerite – sorse nel 264 a.C. come fortezza marittima romana a difesa della costa tirrenica settentrionale, ripopolata in epoca cesariana, quando divenne colonia (Colonia Iulia Castronovana). La pianta, in origine rettangolare e circondata da mura, successivamente fu ampliata e provvista di un teatro, una curia, un archivio (tabularium), l’area sacra ad Apollo e un impianto termale (balneum), dotato anche di uno spazio presumibilmente riscaldato per mezzo di un forno. A seguito dei materiali rinvenuti, si deduce che a Castrum Novum si praticassero la vendita di bestiame e pesce e, in epoca imperiale, l’attività alberghiera. Il percorso di visita, arricchito dalle nuove scoperte avvenute nel 2024, si snoderà tra i resti delle mura urbane con gli spazi della caserma e la porta est della fortezza del III secolo a.C., il decumano, la piazza del foro con i resti del basamento del tempio e una fontana monumentale, una ricca domus, gli ambienti termali e il teatro sul mare. 


CASTELNUOVO DI PORTO (RM)

Rocca Colonna


Sarà possibile visitare l’imponente Rocca Colonna, situata sullo sperone tufaceo stretto tra la valle del fosso di Chiarano e della Mola, nel punto più alto del borgo antico di Castelnuovo di Porto che, nei secoli, si è sviluppato tutto intorno seguendo uno schema a cerchi concentrici. Rocca Colonna, così chiamata perché appartenne alla famiglia Colonna dal 1252, è il risultato della trasformazione da insediamento militare a palazzo rinascimentale: il castello, fortificato a partire dalla seconda metà del XIII secolo per volere di Stefano e Giacomo Colonna – lo “Sciarra”, noto come l’artefice dello “schiaffo di Anagni” – assunse la funzione di residenza nella metà del Cinquecento, quando venne adattato alle necessità e alle comodità della vita di corte. Furono abbelliti e ornati gli spazi rappresentativi, fu costruito un piano nobile con volte affrescate dagli Zuccari – la Loggia Pinta con raffigurazioni delle stagioni, Virtù ed episodi della storia di Roma – e venne impreziosita l’antica Cappella di San Silvestro, riportata alla luce da pochi anni in seguito a un accurato restauro. Oggi centro culturale di proprietà del Comune, nei secoli il palazzo ha ospitato numerosi personaggi illustri, dalla Regina Cristina di Svezia alla fine del Seicento a Carlo III di Borbone nel 1734. Dal 1870 fino alla fine degli anni Sessanta, il complesso è stato sede di Pretura e carcere mandamentale.


ISCHIA DI CASTRO (VT)

Rocca Farnese


La Rocca Farnese, solitamente chiusa al pubblico perché proprietà privata, domina il centro storico di Ischia di Castro, nel cuore della Tuscia, tra il mare della maremma laziale e il lago di Bolsena. Costruita nella parte più alta dell’antico insediamento, sullo sperone di tufo dove sorgeva il castrum medievale, l’imponente rocca è la più antica residenza della nobile famiglia Farnese, che dal 1537 al 1649 dominò il Ducato di Castro, al confine tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana. La fortezza originaria, costruita nel XIII secolo, fu ereditata da Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, che la volle adeguare trasformandola in un palazzo, secondo un progetto attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Il complesso testimonia le diverse stratificazioni costruttive fino alla committenza farnesiana, come l’antico stemma di famiglia, con i gigli e il liocorno, che campeggia sulla Torre dell’Orologio. A partire dalla caduta del Ducato di Castro e nel corso dei secoli, il palazzo subì diversi cambi di proprietà fino al 2008, quando fu acquisito dall’attuale proprietario, Stefano Aluffi Pentini, che parteciperà alle Giornate di Primavera 2025 raccontando ai visitatori particolari della storia del recente intervento di restauro. L’apertura eccezionale del palazzo per le Giornate FAI di Primavera 2025 permetterà di visitare il cortile, il piano nobile, la loggia e il giardino.


CITTADUCALE (RI)

Scuola Forestale Cittaducale


Durante le Giornate FAI di Primavera 2025 aprirà eccezionalmente, in collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, la Scuola Forestale dei Carabinieri, fondata nel 1903 e ancora oggi istituto di formazione, aggiornamento e specializzazione del personale impiegato nei settori forestale, ambientale e agroalimentare. Le visite, a cura dei Carabinieri stessi, si snoderanno attraverso gli interno del complesso, che comprende due edifici risalenti al XIV secolo, l’ex convento e la chiesa di San Francesco, e strutture di moderna costruzione. Il percorso toccherà lo storico arboreto, in passato l’orto dei frati, che si estende per oltre due ettari, dove è possibile ammirare oltre settecento esemplari di circa cento specie arboree e arbustive differenti. Una porzione del parco di notevole bellezza è il roseto e un’altra altrettanto interessante, indicata con il nome di “Il giardino dei sensi”, è dedicata alle piante aromatiche. Negli ambienti della scuola è possibile visitare anche una storica collezione naturalistica con centinaia di esemplari di mammiferi e uccelli tassidermizzati, una ricca xiloteca e alcune riproduzioni in scala di ambienti naturali particolari. 


TORRI IN SABINA (RI)

Rocchette 


Durante le Giornate FAI di Primavera 2025 si potrà percorrere il borgo di Rocchette, edificato a partire dal XIII secolo su speroni di calcare e in posizione dominante per controllare la strada che congiungeva Rieti con la valle del Fiume Tevere. Nei secoli Rocchette si è trasformato in centro rurale, continuando ad essere abitato e conservando il fascino del borgo costruito sulla roccia, con la storica porta d’ingresso, le vie strette fra pareti di pietra e i resti delle tre cinte murarie. Le Giornate FAI saranno l’occasione per ammirare le belle tele del pittore seicentesco Girolamo Troppa, nato a Rocchette, vissuto a Roma e attivo nel Lazio. I sei dipinti su tela di grande formato, più due dipinti murali a tempera, tornano nella chiesa di San Salvatore, dopo essere stati oggetto di interventi di restauro e valorizzazione nel 2022 da parte della Soprintendenza Archeologica per l’Area Metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti, sotto la tutela del Direttore Scientifico Prof. Giuseppe Cassio. Le tele sono incorniciate da bellissimi stucchi dell’architetto Michele Chiesa Valsangiacomo che, insieme a Troppa, ricostruì la chiesa all’inizio del XVIII secolo. A testimonianza di questa ricostruzione e del primitivo assetto della chiesa, resta un dipinto devozionale che raffigura la Madonna che mostra il Bambino a San Gandolfo da Varennes, anch’esso restaurato.


LATINA

Lago di Fogliano


Il lago di Fogliano è il più grande dei quattro laghi costieri presenti all’interno del Parco Nazionale del Circeo, del quale è parte integrante, ed è direttamente collegato al mare attraverso due canali che garantiscono il circolo dell’acqua salmastra. È un sito di particolare interesse naturalistico, poiché caratterizzato da un ecosistema di grande valore ambientale, con una ricca biodiversità che include specie vegetali tipiche della macchia mediterranea e una fauna avicola di rilievo. Durante il Medioevo il lago appartenne ai monaci benedettini dell’Abbazia di Fossanova, che ne sfruttarono le risorse naturali; l’area circostante restò scarsamente popolata a causa della malaria. Dal XV secolo il territorio passò sotto il controllo dei Caetani, una delle più potenti famiglie nobili del Lazio, i quali lo trasformarono in un’importante tenuta agricola e di caccia intorno al XVIII secolo e fondarono il borgo sulle rive del lago. Durante le Giornate FAI di Primavera 2025, grazie alla collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, si potranno ammirare alcuni degli edifici caratteristici del borgo, oggi interessato dall’avvio di un progetto di recupero. Nel 1975 il lago diventò area protetta e passò al Demanio e oggi è gestito dal Reparto Carabinieri Biodiversità, che si occupa della foresta demaniale, del giardino botanico e del centro di recupero della fauna selvatica. Nel corso delle visite curate dal FAI verrà raccontato il lavoro dei Carabinieri Biodiversità per la riabilitazione degli animali feriti e la riqualificazione dell’orto botanico.


VICO NEL LAZIO (FR)

Verrà proposto un percorso nel borgo medievale di Vico nel Lazio, arroccato a 721 metri su un rilievo calcareo ricoperto di ulivi secolari, ai piedi del monte Monna della catena appenninica dei Monti Ernici. Il borgo fortificato dominava il territorio circostante, dove gli abitanti si dedicavano alla coltivazione e all’allevamento del bestiame, attività che garantivano il sostentamento della comunità. Tra le tappe più curiose, si visiterà l’antico frantoio, di proprietà privata e aperto solo saltuariamente, conservato intatto dal 1100 e centro nevralgico dell’economia rurale. Le sue strutture – dalla grande macina alla cisterna, fino alle robuste presse in legno – testimoniano il processo di produzione di un tesoro prezioso, l’olio d’oliva, indispensabile non solo come alimento, ma anche per illuminare le case, curare malanni e per la cura della persona. Ancora, si potrà ammirare la maestosa cinta muraria, che rappresenta uno dei sistemi difensivi più affascinanti e meglio conservati del Lazio. Le mura, realizzate in blocchetti squadrati di pietra locale, circondano il borgo per quasi un chilometro. Ad intervalli regolari lungo di esse si innalzano 25 torri di guardia con merlatura guelfa e pianta quadrata “scudata”, ossia priva del lato verso l’interno, e tre porte di ingresso ben conservate, possenti e monumentali: Porta a Monte, Porta Guarcino e Porta Orticelli. Un’altra costruzione di tipo difensivo interessante è la piccola Caserma della gendarmeria pontificia, parte integrante dell’antico sistema difensivo e coeva alle stesse mura.





Elenco completo dei luoghi aperti nel Lazio e modalità di partecipazione all’evento a questo link. Si raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.











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