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Davide Marselli, nonostante gli incarichi firmati dall’allora presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e dall’assessore regionale Giacomo Giampedrone, non avrebbe quasi mai svolto l’attività lavorativa in Regione. È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta che vede indagati per truffa ai danni dello Stato Toti, Giampedrone e Marselli, gestore dello stabilimento balneare San Marco di Ameglia. Secondo l’accusa, in cambio delle consulenze, Toti e Giampedrone avrebbero avuto accesso gratuito allo stabilimento balneare. Nell’annotazione della Gdf emergono alcuni contratti di collaborazione stipulati tra il 2015 e 2017.
Si tratta di incarichi fiduciari assegnati con contratto di collaborazione coordinata e continuativa tra Marselli e la Regione Liguria. Il primo documento, del 4 agosto 2015, pur non recando firme, risultava stipulato tra il governatore Giovanni Toti e Marselli, con il riferimento alla determinazione dell’assessore Giacomo Raul Giampedrone. La collaborazione avrebbe dovuto svolgersi in autonomia, senza vincolo di subordinazione, e prevedeva un compenso annuo lordo di 11.550 euro, pari a circa 962,50 euro mensili. La durata del contratto era legata alla legislatura. Successivamente, il 15 gennaio 2016, una variazione del trattamento economico ridusse il compenso lordo mensile a 750 euro.
Anche in questo caso, il documento non riportava firme, ma indicava Toti e Marselli come firmatari. Infine, il 15 dicembre 2017, venne introdotto un premio di risultato fino a 2.400 euro annui, liquidabile a consuntivo. L’analisi delle conversazioni intercettate e dei tabulati telefonici, annota la guardia di finanza, ha evidenziato come Marselli non abbia mai svolto un’attività lavorativa effettiva in Regione. I dati mostrano un’assenza quasi totale a Genova, sede istituzionale, e un numero estremamente ridotto di contatti con i referenti politici. L’unica prestazione documentata sembra essere l’ospitalità gratuita fornita a Toti e Giampedrone presso il suo stabilimento balneare.
Giampedrone: “Ho la stima di Bucci”
Ieri mattina l’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone ha parlato dell’inchiesta che lo vede coinvolto, spiegando di avere dato mandato all’avvocato Stefano Pellegrini e di non avere niente in mano, riferendosi alle carte dell’inchiesta. “Di questa vicenda ho appreso da voi (riferendosi ai giornalisti, ndr), non ho una carta, non ho niente in mano, quindi il mandato all’avvocato è esplorativo, sono serenissimo, continuo il mio lavoro, ringrazio il presidente Bucci che mi ha chiamato ieri per rinnovarmi la sua stima, la sua fiducia e il nostro impegno ad andare avanti e vado a lavorare come tutti i giorni”.
La stima di Bucci è stata espressa alla stampa dallo stesso presidente della Regione che ha precisato: “Ho rinnovato la fiducia a Giampedrone, ma è un discorso che deve gestire l’assessore per conto suo, io non posso fare assolutamente nulla e, come sapete, io non commento i casi giudiziari. Ormai sono anni, otto anni che non li commento e continuerò a non commentarli”, ha detto Bucci, escludendo ripercussioni sulla sua giunta: “Assolutamente no, dopodiché l’assessore deve prendere le sue decisioni e io le rispetto”.
“A Toti e Giampedrone lo stagionale gratis“
Nelle carte emerge lo sconforto di Marselli per un incarico che secondo il gestore dello stabilimento sarebbe stato pagato troppo poco. Sfogandosi con l’ex braccio destro di Toti Matteo Cozzani (coinvolto nell’inchiesta sulla corruzione in Liguria, ndr): “Cinquecento euro al mese non è che mi cambiano la vita…anzi, quelli che prendevo… ce ne ho messi sempre di più, perché se vai a vedere tutto quello che ho fatto, feste, cene, ma da questo qua non ho mai avuto un c…”. Per la finanza, il gestore in queste frasi parlerebbe di Giampedrone che aveva assunto l’amico con un contratto co.co.co prima e a tempo determinato poi nella segreteria politica. Pagandolo con soldi pubblici.
“Sia a Giovanni (Toti, ndr) che a Giacomo gli ho sempre dato lo stagionale gratis tutti gli anni, per sette, otto anni… quasi manco mai fatti pagare quando vengono a mangiare…”, spiegava sempre Marselli secondo quanto ricostruito dagli inquirenti”.
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