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Andrea Sempio torna sotto i riflettori per il caso di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi. L’amico del fratello della ragazza uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007 – per il cui omicidio è stato condannato in via definitiva a 16 anni l’ex fidanzato Alberto Stasi, Sempio è nuovamente indagato: questa volta per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi.
Nuovamente indagato perché Sempio, all’epoca dei fatti diciannovenne, tra il 2016 e il 2017 era già stato al centro di ulteriori indagini sollecitate da parte dei legali di Stasi sul Dna ritrovato sotto le unghie della vittima. Accuse poi archiviate dalla procura di Pavia. Oggi attraverso una nuova indagine sul Dna si sarebbe arrivati – secondo quanto annuncia il Tg1 – a un avviso di garanzia notificato dai carabinieri nei giorni scorsi a Sempio.
Andrea Sempio, chi è e perché era già stato indagato
Un numero di scarpe (42-42,5) che coincide con le impronte lasciate nel sangue dall’assassino, la bicicletta con cui si spostava per Garlasco, una serie di telefonate a casa Poggi e un alibi che, sostenevano i legali di Alberto Stasi, appariva quantomeno traballante.
Questi gli elementi, messi in fila in un esposto denuncia della madre di Alberto, in base ai quali la Procura di Pavia aveva iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi l’allora ventottenne Andrea Sempio.
Sempio abitava a Garlasco. Andrea è un amico storico di Marco Poggi, fratello di Chiara, e come tutte le persone che gravitavano attorno a Chiara era stato ascoltato subito dopo il delitto, il 13 agosto 2007. E’ il 18 agosto quando venne convocato dai carabinieri, che gli chiesero dove si trovasse la mattina in cui Chiara è stata massacrata con un’arma mai trovata. Risposta: «Alla libreria Feltrinelli di piazza Ducale, a Vigevano».
Le prime accuse
Ma quel 13 agosto cadeva di lunedì e il negozio era chiuso, sottolineavano i difensori di Stasi nella loro denuncia. Il cerchio orario della morte di Chiara si restringeva a meno di un’ora – dalle 9,12, momento in cui disattiva l’allarme di casa, e le 10: Sempio era una delle sei persone che non avevano un alibi in quel lasso di tempo. Verrà risentito dagli investigatori solo quindici mesi dopo, il 4 ottobre 2008, ed esibirà in quell’occasione lo scontrino di un parcheggio in zona palazzo Ducale con la data del 13 agosto 2007. Quello scontrino non fornisce l’alibi, perché, poiché l’orario è successivo alle 10,30.
Le sei telefonate
L’attenzione dei legali di Stasi si era concentrata poi su alcune chiamate fatte dal cellulare di Sempio a casa Poggi. Dai tabulati sarebbe risultato che in quel periodo le telefonate tra casa Poggi e il cellulare del giovane furono in tutto sei. In tre casi la chiamata partì da casa Poggi (il 30 luglio, il 2 e il 3 agosto), ed era verosimile immaginare che all’apparecchio ci fosse il fratello minore di Chiara. Negli altri tre casi invece le telefonate avvennero il 4, il 7 e l’8 agosto: tutte telefonate brevissime, rispettivamente di 10, 2 e 21 secondi. Ma la seconda e la terza si collocavano nel periodo in Marco Poggi e i genitori erano già partiti per le vacanze in Trentino, il 5 agosto, e Chiara era rimasta da sola a Garlasco per fare compagnia ad Alberto che stava finendo la tesi.
Inchiesta archiviata
Il gip di Pavia Fabio Lambertucci aveva poi archiviato l’inchiesta su Sempio. Il giudice di Pavia aveva accolto l’istanza del procuratore aggiunto Mario Venditti e del pm Giulia Pezzino. Il gip aveva concluso sottolineando l’«inconsistenza degli sforzi profusi dalla difesa Stasi e tendente a rinvenire un diverso, alternativo, colpevole dell’uccisione di Chiara Poggi». Il gip aveva accolto l’istanza del procuratore aggiunto Mario Venditti e del pm Giulia Pezzino i quali avevano «categoricamente escluso» ogni responsabilità in capo a Sempio.
Il nuovo esame del Dna
Una consulenza disposta nei mesi scorsi dalla Procura di Pavia avrebbe confermato che sotto le unghie di Chiara Poggi, in più punti, erano presenti tracce di Dna riconducibile ad Andrea Sempio, l’amico del fratello della 26enne uccisa nell’agosto 2007 a Garlasco (Pavia). E’ quanto riferiscono all’ANSA fonti vicine alle indagini. A dare il via ai nuovi accertamenti è stata l’avvocato Giada Bocellari, legale di Alberto Stasi, che ha affidato a un laboratorio di genetica di fama internazionale, con sede all’estero, il compito di analizzare nuovamente i reperti biologici, i quali hanno dato esito positivo. Esito che avrebbe trovato riscontro anche nella consulenza della procura.
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