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La malattia renale cronica (Mrc) è una patologia complessa e invalidante che a causa della mancanza di sintomi viene diagnosticata tardivamente, quando è già in stadio avanzato. Chi soffre di un disturbo renale spesso lo ignora e quando lo scopre è ormai troppo tardi. I reni sono infatti organi che non mostrano i sintomi della malattia finché non risultano irrimediabilmente compromessi. Di qui l’importanza di sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce di queste patologie. I soggetti più a rischio di malattia renale sono gli anziani e i pazienti che soffrono di ipertensione o di diabete. Sono queste le categorie che almeno una volta all’anno dovrebbero sottoporsi ad accertamenti della funzione renale, per cogliere fin dall’inizio qualsiasi alterazione dei reni. Gli esami da eseguire, semplici ed economici, sono i test delle urine e dei livelli di creatinina nel sangue e il monitoraggio dei valori della pressione. In generale, per prevenire la malattia renale cronica è bene adottare stili di vita sani: ridurre l’utilizzo di sale da tavola (sotto i 5 grammi di sale al giorno) per non favorire l’insorgenza dell’ipertensione e di carboidrati (zuccheri) per non favorire la comparsa del diabete, e fare attività fisica con costanza per ridurre il rischio di sovrappeso e obesità.

In Italia sono circa 5 milioni le persone che soffrono di malattie renali croniche, con una ridotta funzionalità dei reni e a rischio di complicanze cardiovascolari, dialisi e trapianto. L’incidenza della malattia renale cronica è minore nelle fasce di età inferiori ai 40 anni, per poi crescere in maniera importante nelle fasce sopra i 60 anni.

In Trentino, ad oggi, sono 238 i pazienti in terapia dialitica, di cui 191 in dialisi extracorporea nei centri dialisi degli ospedali trentini e 47 in dialisi peritoneale a domicilio. La dialisi gestita direttamente dal paziente a casa, un trattamento che si esegue di notte grazie ad un’apparecchiatura miniaturizzata e silenziosa, è una modalità di cura su cui la provincia di Trento ha puntato molto perché per il paziente è molto meno gravosa della dialisi ospedaliera, garantisce una miglior qualità di vita e permette al sistema sanitario provinciale un significativo risparmio di risorse economiche. I pazienti portatori di trapianto di rene sono 326, mentre quelli in lista di attesa sono 32. Nel 2024 i trapiantati di rene sono stati 18, di cui quattro da donatore vivente.

Gli ambulatori di nefrologia sono presenti in tutti gli ospedali trentini; complessivamente le prestazioni erogate sono state 5295: 2914 a Trento, 603 a Rovereto, le rimanenti 1778 negli altri cinque presidi ospedalieri. Garantendo un’attività ambulatoriale diffusa si evitano spostamenti sul territorio per le visite specialistiche e si assicura una presa in carico precoce del paziente con malattia renale, col vantaggio di seguire meglio nel tempo la progressione dell’insufficienza renale. Questo si traduce in un minor numero di pazienti avviati al trattamento dialitico rispetto al resto d’Italia. I dati del 2024 hanno evidenziato che questo controllo capillare del territorio ha permesso di ottenere 24 ingressi in dialisi in meno rispetto all’atteso dai dati del registro italiano di malattia renale. Un dato molto importante da un punto di vista di qualità della vita per i pazienti che possono evitare o posticipare l’inizio del trattamento dialitico, ma anche da un punto di vista economico. Un solo paziente in trattamento dialitico costa al sistema sanitario provinciale circa 50.000 euro; pertanto si può ipotizzare che lo scorso anno si è ottenuta in nefrologia una minor spesa di circa 1 milione di euro.

Il tema della Giornata mondiale del rene 2025, «Come stanno i tuoi reni? Promuovere la diagnosi precoce per proteggere la salute dei reni», richiama l’importanza del ruolo della diagnosi precoce e della protezione della salute dei reni, sottolineando sempre più la necessità della consapevolezza dei pazienti nei confronti dei fattori di rischio per la malattia renale e delle misure di prevenzione e protezione che possono salvaguardare i reni da un’evoluzione della malattia.



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