Toti e Giampedrone indagati per truffa ai danni dello Stato: l’inchiesta dalla Spezia a Genova

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Genova. L’ex governatore della Liguria Giovanni Toti (che sta svolgendo i lavori socialmente utili dopo aver patteggiato l’accusa di corruzione) e l’attuale assessore regionale della giunta Bucci Giacomo Giampedrone sarebbero indagati dalla Procura di Genova per truffa ai danni dello Stato.
L’inchiesta, i cui contorni sono riportati dal Secolo XIX è stata trasmessa per competenza nelle scorse settimane dalla Procura della Spezia ai colleghi di Genova ed è nata dagli accertamenti svolti sull’ex capo di Gabinetto in Regione Matteo Cozzani, sospettato d’aver incassato tangenti da una serie di imprenditori in cambio di favori e per il quale la procura spezzina ha recentemente chiuso le indagini.

La vicenda riguarda il periodo 2015-2021 e coinvolge un imprenditore, Davide Marselli, che gestisce lo stabilimento balneare San Marco di Ameglia. Secondo la guardia di finanza Toti avrebbe firmato diversi contratti in favore di Marselli inserito, prima come co.co.co e poi come dipendente a tempo determinato, nella segreteria politica di Giampedrone per un totale di circa 80mila euro in sette anni in cambio – riporta il Secolo XIX sulla base di alcune informative della Gdf spezzina, della libera fruizione dello stabilimento balneare per attività che non avrebbe svolto o almeno che non avrebbe svolto come prevede il contratto. Anche Marselli è indagato per lo stesso reato.

Secondo una delle informative “le indagini  hanno evidenziato la totale fittizietà del rapporto di lavoro perché non corrisposto ad alcuna prestazione da parte del collaboratore e nessuna presenza presso la sede di Regione Liguria… Le verifiche rivelano come il contratto e la relativa remunerazione costituiscano in maniera esclusiva la contropartita di numerosi servigi corrisposti da Marselli a Giampedrone e Toti nella stagione estiva”. La pm della Spezia Elisa Loris, che sulla vicenda ha fatto svolgere diverse audizioni di funzionari regionali oltre ad aver sequestrato tutti i contratti, ha passato nelle scorse settimane il fascicolo al collega genovese Andrea Ranalli.

Secondo le fiamme gialle nel contratto dell’imprenditore balneare era indicata la sede di lavoro prevalente, vale a dire Genova. Secondo gli indagati (formalmente Toti e Giampedrone non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia e per questo la Procura di Genova non conferma che siano indagati) invece il contratto come prevedevano tutti i contratti simili prima della recente nuova legge, non conteneva alcun obbligo circa il “dove” venisse svolta l’attività lavorativa.

La difesa: “Accuse infondate, contratto ritenuto regolare dalla Regione”

“In riferimento alle indiscrezioni pubblicate dal Secolo XIX circa una inchiesta riguardante l’ex Governatore Giovanni Toti e i rapporti con un collaboratore di Regione, Davide Marselli e le prestazioni erogate da uno stabilimento balneare da esso gestito – fa sapere in una nota Stefano Savi che difende Giovanni Toti – il mio assistito e’ letteralmente trasecolato nel leggere la notizia. Ogni presenza di Toti e della sua famiglia allo stabilimento balneare, per altro usato da moltissimo tempo, e negli ultimi anni in modo sempre più sporadico, è stata regolarmente pagata dallo stesso Toti o da un suo familiare. Appare singolare che i pagamenti, per lo più fatti con strumenti tracciabili, non siano stati riscontranti vista la mole di indagini che lo hanno coinvolto. Peraltro, negli ultimi quattro anni, la scorta di pubblica sicurezza attribuita a Toti ha di fatto inibito la sua frequentazione dello stabilimento se non per eventi conviviali come pranzi e cene, regolarmente pagate. Per quanto riguarda l’attività di supporto politico – ha aggiunto Toti- per cui Marselli era retribuito ritengo sia stata svolta con scupolo oltre che passione ed era nota a tutti. Per altro, la posizione di staff poltico riparta dal Marselli con un contratto ritenuto regolare dall’Ente Regione, lo accomuna alla situazione di altre decine di persone con un simile contratto. Non è chiara quale sia la peculiarità di questo rapporto, se non quella di essere alle dipendenze di Giampedrone e amico di Toti. Immaginare che dietro un rapporto di conoscenza ed amicizia che dura da quasi due decenni vi possa essere una truffa credo vada al di là di ogni logica fattuale e giuridica”

L’assessore Giampedrone in una nota fa sapere di non essere”a conoscenza di nessun procedimento a mio carico, se non per aver letto, con non poco stupore, le agenzie di stampa che mi riguardano. Se la vicenda, come mi pare di capire, verte sul contratto di lavoro di un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito, trattandosi di un contratto di lavoro predisposto e verificato puntualmente, come per tutti gli altri collaboratori con la stessa mansione, dagli uffici regionali. Se poi l’ipotesi di reato è quella di avere anche un rapporto di amicizia con quel collaboratore e di aver frequentato un ristorante di uno stabilimento balneare, mi risulta tutto ancora più paradossale. Nel frattempo, vista questa assurda situazione dove si apprende di essere indagati dai giornali, ho conferito mandato difensivo all’avv. Stefano Pellegrini del Foro di Genova che si occuperà della mia difesa. Il mio lavoro proseguirà con lo stesso impegno di sempre, fiducioso di chiarire presto questa vicenda e sono a disposizione della magistratura come sempre ho fatto in tutti questi anni”. Così Giacomo Raul Giampedrone, assessore alla Protezione civile, Infrastrutture e Ambiente di Regione Liguria, in merito alle notizie di stampa che lo vedrebbero indagato per truffa ai danni dello Stato”.

L’avvocato Stefano Mione, che difende Marselli, sentito dai colleghi del Secolo XIX spiega: “La situazione contrattuale dal 2015 fino all’ottobre 2024 – le sue parole – è stata quella d’un contratto a tempo determinato part-time, cui viene allegata la dichiarazione del lavoratore su altre attività lavorative svolte. La fattispecie è stata utilizzata per diverse legislature dalla Regione, con caratteristiche peculiari rispetto alle esigenze delle segreterie politiche, ossia senza una postazione di lavoro presso una sede di lavoro prestabilita, senza orari, ferie, permessi o progetti da sviluppare. E non è stata rilevata alcuna irregolarità da parte degli uffici regionali che, a maggio 2024 su richiesta della procura che ha acquisito tutta la documentazione, ha effettuato i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni e sulla presenza di eventuali incompatibilità”.





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