«Scuola clinica psichiatrica, troppi alunni con diagnosi per i genitori», Galiano risponde a Galimberti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito


«La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo».

Nei giorni scorsi queste parole del filosofo Umberto Galimberti hanno fatto discutere, suonando per alcuni come un attacco alle famiglie e al sistema scolastico per quello che secondo lui è una sbagliata gestione delle difficoltà

Secondo il noto psicoanalista, che non ha risparmiato accuse ai genitori, questi sono più orientati alla promozione che alla formazione dei figli e l’aumento esponenziale delle certificazioni per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) tra gli studenti sarebbe dovuto alle scelte dei genitori che “inseguono” la certificazione medica per avere la strada spianata.

«Gli insegnanti di sostegno devono essere preparati e non semplicemente residuali di quelli che non hanno avuto la cattedra e dovrebbero essere dati a chi ha veri problemi psicologici e psichiatrici, non al dislessico», ha detto Umberto Galimberti durante il suo intervento in un evento organizzato dalla Confartigianato Vicenza

Enrico Galiano risponde a Umberto Galimberti: «Oggi sono migliorati gli strumenti per riconoscere le neurodivergenze»

Enrico Galiano, dopo la polemica generata da queste considerazioni di Umberto Galimberti sul delicato tema delle neurodivergenze, è voluto intervenire su ilLibraio.it e con un video sui suoi canali social. In tre punti risponde, dicendo di voler fare informazione, al filosofo, saggista e psicoanalista.

«Punto primo, cos’è una neurodivergenza? È una divergenza del neuro, del nostro cervello, cioè un diverso funzionamento. Fate finta che sia un computer all’interno del quale si possono montare diversi sistemi operativi. Un neurodivergente è qualcuno a cui è stato montato un sistema operativo diverso da quello che è la neurotipicità, dalla maggioranza delle persone, tutto qua. Non è un malfunzionamento, è un diverso funzionamento che ha bisogno di applicazioni particolari per poter fare le stesse cose, non per fare cose più facili», spiega Enrico Galiano.

«Punto due, la dislessia è diventata una moda. No, nel senso che oggi ci sono troppe persone con neurodivergenza, è un po’ come dire oggi ci sono troppi mancini. In passato per motivi culturali, legati a una superstizione, quelli che nascevano mancini erano costretti poi a dover scrivere con la destra a prezzo di gravi sofferenza. Le persone con neurodivergenza, costrette a fare le stesse cose senza i giusti strumenti, le giuste applicazioni dei neuroticipi lo possono fare ma a prezzo di grandi sofferenze e a volte di grandi rinunce. La letteratura scientifica è molto chiara, ci dice che abbiamo dei testi medici, già del 1900, cioè di 150 anni fa, in cui sono riconosciuti i sintomi delle neurodivergenze e ormai moltissimi studiosi sono concordi nel dire che alcune figure importanti della storia, come ad esempio Leonardo da Vinci, probabilmente aveva un disturbo da decifit dell’attenzione iperattività, quindi probabilmente non è che ce ne sono troppi è che oggi sono migliorati gli strumenti per identificarli», sottolinea.

«Punto 3 Galimberti dice, ecco i neurodivergenti vengono aiutati. No, nel senso che già la terminologia è sbagliata. Non sono degli aiuti, sono degli strumenti compensativi di tipo adattivo, si chiamano così perché è come dire a un miope se gli dai gli occhiali per leggere, non è che lo aiuti, gli dai il giusto strumento, di modo che poi lui possa fare le stesse cose che fa un neurotipico. Galimberti si dimentica di dire che c’è uno studio del 2019 del Journal Learning Disabilities che dice che il 40% dei ragazzi e delle ragazze con neurodivergenza a cui non è stato dato il giusto supporto abbandonano la scuola. Questo vuol dire che in passato, prima della legge 170 del 2010 quanti ne abbiamo persi per strada e gli abbiamo detto che erano pigri, che non avevano voglia di fare niente, che erano degli incapaci e magari erano solo dei neurodivergenti che con il giusto e l’opportuno supporto e con la giusta applicazione avrebbero potuto fare quello che hanno fatto tutti gli altri? A me dispiace anche un po’ fare questo video perché Galimberti è stato il mio professore, anche correlatore della mia tesi di laurea, però è anche giusto fare informazione», conclude.



PordenoneToday è anche su WhatsApp. Iscriviti al nostro canale

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link