Effettua la tua ricerca
More results...
Raccogliere i cocci. Possibilmente in fretta e senza che le pessime vibrazioni della disfatta storica con il Südtirol abbiano ripercussioni anche nelle prossime sfide. Il direttore generale del Cittadella Stefano Marchetti si sforza di capire cosa è successo in quei tre minuti di follia tra il 58′ e il 61′ che hanno indirizzato la sfida salvezza contro gli uomini di Castori: «Se avessi risposte le darei. Per come la vedo io, è successo qualcosa di grave, e provo un po’ di vergogna So benissimo che è solo una partita di calcio, che non bisogna esagerare, ma dopo una gara del genere è difficile non parlarne male. E forse sarebbe anche riduttivo. Sono molto deluso e dispiaciuto. Serve una riflessione profonda a tutti i livelli, perché quello che ho visto domenica non va bene».
La contestazione dei tifosi a fine partita vale più di qualsiasi parola: «È una sconfitta pesante, il campo parla chiaro. Possiamo solo chiedere scusa ai tifosi e fare un esame di coscienza. Ora dobbiamo avere la forza di ripartire, tenendo il focus sull’obiettivo: la salvezza. Sicuramente, non è giocando come domenica che ci salveremo, ma come abbiamo fatto in altre occasioni in cui abbiamo fatto bene».
Perché anche dopo dopo il crollo del Tombolato il Citta è ancora padrone del suo destino. Due punti sopra la zona pericolo, con una salvezza da mettere in porto, magari senza passare dai playout. «L’obiettivo resta lì, dobbiamo solo rimettere la rotta nel verso giusto. Questa settimana testa bassa e silenzio, senza trascinarci dietro scorie di questa caduta verso la sfida col Sassuolo. La delusione va circoscritta al match con il Südtirol. Da domani, dobbiamo trasformarla in rabbia agonistica. Saremo capaci di farlo? Dobbiamo farlo. Anche se in passato ci siamo riusciti a tratti. Se facciamo i ragionamenti sbagliati, non andiamo da nessuna parte. Ad oggi abbiamo ancora squadre dietro di noi, e dovremo mantenerle lì fino alla fine. Abbiamo le qualità per cambiare rotta, poi a fine stagione tireremo le somme. Ma non ora. Siamo già stati in situazioni peggiori, quindi non dobbiamo trascinare questa delusione nelle prossime partite. Prendiamo atto di questa batosta e andiamo avanti».
Il buio all’improvviso
Marchetti poi torna nuovamente sulla gara, riconoscendo difficoltà e lati oscuri della sua squadra: «In partite del genere, l’aspetto psicologico conta più di tutto. Finché siamo rimasti dentro la gara, abbiamo avuto anche una grande occasione per passare in vantaggio. Onestamente, non c’erano segnali di un crollo così evidente. Poi dopo il secondo gol, un tiro-cross fortuito, è caduto il palco e non siamo stati capaci di restare dentro la partita. Loro si sono esaltati e ci hanno ucciso, sportivamente parlando. A un certo punto, ogni loro azione poteva essere un gol. Roba da perdere la faccia. E un po’ l’abbiamo persa perché potevano fare qualche gol in più. Chi ha giocato a calcio sa che certe cose possono succedere, anche se spiegarle è difficile. Nel tennis o in altri sport puoi fermarti con un time-out, noi invece siamo entrati in un vortice e siamo andati al tappeto. Ora dobbiamo solo curare le ferite e ripartire».
In questa stagione non è la prima volta che blackout improvvisi colpiscono capitan Vita e compagni. Il ricordo del primo tempo di Carrara, la prima frazione a Bari, le difficoltà casalinghe del 2025, senza dimenticare che è già la terza volta che il Cittadella subisce almeno 5 gol in campionato. Prima di domenica contro il Südtirol era accaduto ad ottobre con il Sassuolo, in quel caso un tennistico 6 a 1 in trasferta, e poi a La Spezia, con un’altra manita. Partite in cui il Cittadella ha sbracato completamente denotando un’arrendevolezza poco comprensibile per chi deve lottare per salvarsi. Ancora più incomprensibile pensando agli undici clean sheet raccolti da Kastrati e Maniero nel cammino stagionale. Marchetti non si nasconde: «Se questi crolli si ripetono, significa che la squadra ha la tendenza a perdere la testa. E questo non può essere un caso, è un problema caratteriale. Dobbiamo imparare a restare fuori dalla difficoltà. Quando le cose si fanno dure, non siamo bravi a gestire la situazione e crolliamo. Se invece l’episodio gira a nostro favore, sappiamo esaltarci e fare anche buone partite. Siamo in un equilibrio instabile. Il nostro obiettivo dev’essere uno solo: mettere sempre la gara dalla parte giusta».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link