Effettua la tua ricerca
More results...
LOS ANGELES – L’Oceano Pacifico custodisce segreti, storie e leggende che da secoli incantano generazioni di navigatori. È proprio da queste acque profonde e misteriose che prende il largo Oceania 2, il sequel dell’acclamato film d’animazione dei Walt Disney Animation Studios, in arrivo su Disney+ il 12 marzo.
Dopo aver conquistato il pubblico mondiale, diventando il terzo film con il maggior incasso del 2024 e superando il miliardo di dollari al botteghino globale, la pellicola con il titolo originale di Moana 2 (Oceania 2, appunto) si unisce al prestigioso club dei lungometraggi Disney che hanno raggiunto questo traguardo, insieme a titoli come Frozen – Il Regno di Ghiaccio, Zootropolis e Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle.
Diretto dal trio David Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller, tutti e tre originari delle isole del Pacifico, Oceania 2 segna una svolta significativa nella rappresentazione di quel mondo.
Le melodie sono state affidate al Abigail Barlow ed Emily Bear, vincitrici di un Grammy, che con questo progetto diventano la prima coppia di donne, e la più giovane, a comporre una colonna sonora di un film d’animazione per gli studios che hanno creato Topolino.
In Oceania 2 ritroviamo la nostra eroina e Maui, tre anni dopo la loro prima avventura, pronti a intraprendere una nuova missione insieme a un gruppo di improbabili navigatori.
Per scoprire di più sui segreti dietro la realizzazione di questo sequel, campione al botteghino che a breve entrerà nelle case degli italiani, abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere un’intera giornata nei leggendari Walt Disney Animation Studios di Burbank.
Qui, tra le sale dove prendono vita i capolavori senza tempo dell’animazione Disney, abbiamo incontrato i registi, i doppiatori americani e le compositrici della colonna sonora.
Cosa è cambiato per voi, dopo la grande reazione che avete avuto dal pubblico per il vostro film di animazione?
JH: Per noi è stato enormemente gratificante – esordisce Hand – abbiamo lavorato così duramente, per quattro anni a questo progetto, che vederlo ricevere così tati consensi in tutto il mondo è stato fantastico.
DD: Ci sono stati momenti in cui ci sembrava che non saremmo mai riusciti a finire – continua Derrick – Ricordo chiaramente il giorno i cui ho chiamato Jason e gli ho detto: ‘perché non creiamo un’isola a forma di vongola gigante, che inghiotte tutti’. Da lì è partito un enorme processo artistico che ci ha portati al punto in cui siamo oggi. Il successo di questo film è stato il culmine di un incredibile viaggio creativo, che abbiamo fatto insieme alla nostra squadra.
Quali sono state le sfide principali da affrontare per voi?
JH: Quando abbiamo ricevuto le prime canzoni, abbiamo capito che erano brani bellissimi e rappresentavano in qualche modo la continuazione di una storia cominciata con il primo capitolo di Oceania. A quel punto però era nostro dovere creare attorno a questi brani, una storia che fosse degna di fare parte di questa bellissima saga che, oltre a intrattenere, rende onore alle culture del Pacifico.
DD: Uno dei personaggi più complicati da creare è stata sicuramente Matangi. Perché non capisci mai da che parte sta, se è buona o cattiva. Molto difficile rappresentare questa sua ambiguità sullo schermo. Inoltre, la scena finale, quella in cui l’equipaggio si trova ad affrontare un enorme tempesta in mare, a livello grafico, è stata molto complicata da realizzare. Vaiana rompe un incantesimo immergendosi nell’Oceano in tempesta, fra una pioggia di fulmini. Probabilmente si è trattato della sequenza grafica più complicata mai realizzata qui alla Disney.
Inoltre, avevate la missione di rappresentare sullo schermo le culture del Pacifico, quanto e diventata personale questa storia per voi?
DD: Mi permetto di rispondere a nome di tutti, dicendo che per noi è stata un’avventura enormemente personale. Chiunque a bordo della nostra canoa si è sentito benvenuto. Abbiamo lavorato spalla a spalla con l’Oceanic Cultural Trust, un collettivo creato da Disney Animation e composto da antropologi, esperti culturali, storici e navigatori provenienti da Fiji, Samoa, Tahiti e altre isole, che hanno condiviso le loro conoscenze ed esperienze. Fondamentale per affinare ogni dettaglio del film, dai costumi alla mitologia. Siamo veramente orgogliosi della ricerca che c’è dietro a ogni sequenza, la più grande gratificazione è stata sicuramente la reazione positiva che abbiamo ricevuto dagli abitanti delle Hawaii e di altre isole del Pacifico. È importante ricordare che stiamo parlando di migliaia di atolli, che non sono una cosa unica ma da sempre condividono una profonda connessione culturale fra loro”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link