Napoli, tangenti in cambio di false certificazioni di morte e invalidità. Indagati medici, imprenditori funebri e dipendenti del Comune

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Settanta le persone destinatarie di misure cautelari, tutte al centro di una rete criminale ben collaudata

Pubblicato:11-03-2025 14:58

Ultimo aggiornamento:11-03-2025 14:58


NAPOLI – Associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e materiale, corruzione e truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Sono questi i reati contestati a medici dipendenti dell’Asl Napoli 1, a titolari di imprese funebri e impiegati del Comune di Napoli. Circa 70 le persone che figuravano in un giro di tangenti in cambio di false certificazioni di morte e invalidità e che sono state destinatarie di misure cautelari. Diciannove sono finite in carcere, cinquantuno agli arresti domiciliari.

I SOGGETTI COINVOLTI

Le indagini hanno consentito di accertare la sussistenza “di un vincolo di natura associativa tra i vari indagati stabile e duraturo nel tempo”. L’organizzazione criminale diretta ed organizzata da dirigenti medici mediante un preciso modus operandi e con compiti ed attività ben collaudate aveva creato una vera e propria rete, composta da referenti di varie imprese funebri operanti sul territorio cittadino; procacciatori gravitanti nel mondo dell’invalidità civile, appartenenti a patronati, CAF, agenzie private; dipendenti pubblici, in particolare soggetti in servizio presso l’Ufficio Cimiteriale e l’ufficio Anagrafe del Comune di Napoli.

COME AVVENIVA LA TRUFFA

A fronte del pagamento di una somma di denaro, stabilita in base ad uno specifico tariffario, venivano emessi certificati necroscopici nei quali veniva attestato falsamente che il medico legale aveva constatato il decesso presso il domicilio del defunto, mentre “in realtà l’intera documentazione veniva redatta, sottoscritta e consegnata agli impresari funebri dal medico legale, direttamente negli uffici del D.S. 24 di Napoli via Chiatamone 33, previo il pagamento di una somma in denaro, stabilita in base alla tipologia di certificazione da redigere”. Denaro che, poi, veniva successivamente addebitato al privato sotto forma di costo del servizio funerario fornito.

Tale illecita procedura consentiva agli impresari funebri di avviare celermente tutte le procedure funerarie, comprese le cremazioni, “senza eseguire il previsto prelievo del dna, senza l’autorizzazione scritta dei congiunti del defunto, talvolta senza rispettare le competenze giurisdizionali del D.S. 24″.

Dall’attività di intercettazione ambientale effettuata all’interno degli Uffici del Distretto Sanitario 24 è emerso che il funzionario medico provvedeva alla redazione della certificazione necroscopica direttamente nel suo ufficio, dove si recavano i referenti delle diverse pompe funebri con tutta la documentazione necessaria, referenti nelle cui mani venivano poi consegnate le certificazioni false dopo essere state sottoscritte dal medico.

LA RETE ALL’INTERNO DEL COMUNE

In questa truffa, figurano anche le certificazioni mediche attestanti false patologie, che consentivano ai singoli cittadini “di ottenere indebitamente il beneficio del contrassegno per il parcheggio dei veicoli destinati al trasporto di invalidi“.

Gli accertamenti compiuti dai Nas di Napoli hanno fatto emergere gravi indizi anche in relazione alle condotte dei dipendenti comunali i quali svolgerebbero un ruolo cruciale all’interno dell’organizzazione criminale in quanto, previo il pagamento di una somma in denaro o la ricezione di altri benefici, violando in modo sistematico le normative vigenti, avrebbero provveduto al rilascio irregolare di autorizzazioni; omettendo ogni forma di controllo e rendendosi responsabili di divulgazione di informazioni riservate. In particolare spessissimo hanno informato gli impresari funebri in merito all’esistenza di indagini a loro carico e posto in essere numerosi accorgimenti tesi ad inquinare le prove e a consentire la reiterazione dei reati. In particolare in più occasioni, hanno adottato condotte volte ad inquinare le prove ed a reiterare i comportamenti illeciti attraverso la falsificazione dei documenti relativi alle dichiarazioni fornite dai congiunti dei defunti sulle autorizzazioni alla cremazione.

Gravi indizi sono ancora emersi a carico di diversi soggetti che, attraverso false certificazioni emesse da uno dei medici indagati, avrebbero ottenuto dal comune di Napoli l’emissione di contrassegni per parcheggio disabili a favore di persone prive di problemi di deambulazione.

MEDICI INDAGATI PER TRUFFA AGGRAVATA: SI ASSENTAVANO INGIUSTIFICATAMENTE

Ai cinque medici indagati è stato altresì contestato il reato di truffa aggravata in quanto gli stessi si sarebbero assentati ingiustificatamente dal posto di lavoro, attestando falsamente la propria presenza in servizio.

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