Euro-Conte Show. Oggi a Stasburgo per protestare contro Ursula. Tragicommedia

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Il capo del M5s vola al Parlamento europeo sognando un bilaterale con von der Leyen o Metsola. Il flashmob pentastellato anti riarmo raccoglie solo le adesioni della Sinistra Ue. Non si escludono sorprese, ma il Pd si finge morto. Tutte le tappe della protesta pacifista


Bruxelles. A Strasburgo oggi va in scena il Conte Show. L’ex premier torna a vestire i panni dell’avvocato del popolo e sbarca questa mattina da Roma con quaranta fedelissimi, tra deputati e senatori, con l’obiettivo di far partire la bagarre al Parlamento europeo durante il dibattito sul riarmo, intestarsi la leadership della barricata pacifista in Ue e scatenare la gelosia dei fedelissimi di Schlein. Il sogno di Conte è un vis-à-vis con Ursula, basterebbe un incontro nei corridoi per rievocare i tempi d’oro in cui si batteva contro l’arcigna Commissione per i fondi del Recovery. Uno scenario, però, contro cui è già al lavoro il protocollo della Commissione che non intende concedere all’ex premier questa soddisfazione. Obiettivo secondario potrebbe essere un bilaterale con la presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, che in genere non nega gli onori di casa quasi a nessuno. Ma in questo caso dalla presidenza ieri a tarda sera si parlava di “un’agenda molto complessa per la giornata di oggi”.

L’arrivo del caravanserraglio pacifista infatti per ora, non agita il grosso dei parlamentari europei. Il capodelegazione pentastellato Pasquale Tridico ha però scritto di persona a tutti gli eurodeputati della sinistra Ue, dei Verdi, dei Socialisti e dei Liberali per chiedere loro di unirsi al “flash mob pentastellato ma di risposte positive sono arrivate solo quelle del gruppo della sinistra Ue, ma non si escludono sorprese. Nessun tentativo di contatto, invece, con i Patrioti, gruppo europeo della Lega, o con i tedeschi dell’AfD, nonostante i tabulati degli ultimi mesi dimostrino che il voto pacifista sui testi sulla difesa e sull’Ucraina, più che il fronte progressista scaldi cuori dell’estrema destra Ue. Argomento che non interessa al leader M5s, Conte “ha scelto il fronte progressista” fa sapere, e di nostalgia giallo-verde dice di non averne.

 

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La prima tappa del Conte Show, stamattina, è prevista fuori dai cancelli dell’Eurocamera con l’arringa dell’eurodeputato Danilo Della Valle, la fanfara anti riarmo si sposterà poi sulla tribuna ospiti dell’emiciclo di Strasburgo, dove l’ex premier e i suoi manipoli pacifisti intendono “far sentire la propria voce” durante il dibattito in aula sulle conclusioni del Consiglio straordinario sulla difesa. E chissà che scelgano proprio il momento dell’introduzione di von der Leyen stessa per levare la voce della protesta.

A seguire, la falange pacifista pianifica di riunirsi fuori dall’emiciclo al termine del dibattito, dove dovrebbe andare in scena il flash mob pentastellato vero e proprio e dove gli uomini di Conte sperano di incassare la solidarietà degli altri eurodeputati da ogni schieramento. Attesi anche gli eurodeputati di Avs, da Ilaria Salis a Ignazio Marino, ma il bottino più ambito è la presenza di qualcuno eletto nelle liste del Pd ma desideroso di mostrarsi contrario al piano di riarmo Ue.

Mentre l’orso pentastellato imperversa per i corridoi dell’Eurocamera, la tattica del Pd è fingere di essere morto. Dopo gli scontri dei giorni passati tra il Nazareno e gli ex premier Prodi e Gentiloni sulla linea da tenere sulla questione del riarmo, gli eurodeputati dem si sono riuniti ieri sera fino a tarda notte per decidere quale posizione adottare ma non c’è stata fumata bianca.

Rispetto alla kermesse pentastellata, la linea della delegazione dem è far finta di niente. Timori però sulla condotta degli ‘indipendenti’ (leggi Strada e Tarquinio) che il resto della pattuglia teme possano lasciarsi affascinare dalle sirene pacifiste e finire immortalati nel flash mob contiano.

La scelta più difficile, però, non è quella di oggi, ma di domani. La risoluzione comune presentata dalla maggioranza Ue – e quindi anche dal gruppo socialista – sul testo sulla difesa europea che andrà al voto mercoledì non lascia grandi margini di manovra per i dem. A inchiodare gli eurodeputati Pd è infatti il paragrafo 66, che recita: “L’Eurocamera accoglie con favore il piano in 5 punti ‘Re-Arm Eu’ proposto dal presidente della Commissione il 4 marzo”. Oltre al 66, scivoloso anche il 71, che chiede agli Stati membri di “esplorare l’uso dei ‘Coronabond’ inutilizzati per la difesa”.

Paragrafi su cui tutti gli eurodeputati dovranno esprimersi in modo chiaro, così come dovranno votare il testo finale, in cui è facile prevedere che, visti gli equilibri dell’Eurocamera, le due diciture incriminate rimarranno. Per chi ha scelto di farsi eleggere a Strasburgo dunque mercoledì è l’ultima chiamata per decidere se stare con il testo proposto dalla maggioranza europeista a sostegno del piano europeo di riarmo o se virare sulla linea pacifista e inseguire proteste e flash mob. C’è, altrimenti, una terza opportunità: ognuno per sé e Dio per tutti, attenzione però rimangono i tabulati, polaroid indelebili appese al frigo di chi sceglie di non avere una linea.
 





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