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MILANO – La prospettiva di una pace duratura tra Ucraina e Russia potrebbe rappresentare un’importante opportunità per il settore vinicolo italiano, favorendo una significativa ripresa delle esportazioni verso questi mercati.
Secondo i dati dell’Osservatorio Edoardo Freddi International sui trend dell’export di vini italiani nel mondo, la fine della guerra favorirebbe un incremento dell’export del 20% nel giro di pochi mesi. Prima del conflitto, nel 2021, l’Italia esportava vino in Russia per un valore di 345 milioni di euro, registrando un incremento del 18% rispetto all’anno precedente, mentre le esportazioni verso l’Ucraina ammontavano a 56 milioni di euro, con una crescita del 200% negli ultimi cinque anni.
Durante il conflitto, nonostante le difficoltà logistiche e le sanzioni, le esportazioni di vino italiano verso la Russia hanno mostrato resilienza. Nel 2022, le esportazioni sono cresciute di circa il 15%, con i vini frizzanti che hanno rappresentato oltre la metà delle vendite.
Tuttavia, l’Ucraina ha subito una contrazione delle importazioni di vino italiano, con una diminuzione del 35,5% nel 2022, attestandosi a 35,8 milioni di euro. Con la fine del conflitto, secondo EFI, prima realtà italiana di export management del settore vinicolo, la domanda tornerà a crescere rapidamente, consentendo all’Italia di riconquistare le quote di mercato perse e rafforzare la propria presenza nell’Europa orientale.
Oltre a Russia e Ucraina, la stabilizzazione dell’area potrebbe generare un effetto positivo anche su mercati limitrofi che, negli ultimi anni, hanno dimostrato un forte potenziale di sviluppo.
La Bielorussia ad esempio, pur essendo un mercato più piccolo, ha registrato una crescita costante e secondo Osservatorio Edoardo Freddi International sui trend dell’export di vini italiani nel mondo potrebbe espandersi a un ritmo del 20-25% annuo. Kazakistan: la sua economia in forte espansione ha portato a un incremento delle importazioni di vino italiano del 25% negli anni pre-conflitto. Azerbaigian: emergente come destinazione per i vini di fascia premium, con un potenziale stimato tra 10 e 15 milioni di euro annui.
Secondo Edoardo Freddi, ideatore dell’Osservatorio Edoardo Freddi International sui trend dell’export di vini italiani nel mondo, “la ripresa delle esportazioni non sarà immediata né priva di sfide. Le aziende italiane dovranno affrontare la ricostruzione delle reti di distribuzione, in parte smantellate a causa della guerra, e adattarsi a nuove normative doganali e sanitarie che potrebbero emergere nel periodo post-bellico. Inoltre, la concorrenza con produttori francesi e spagnoli sarà ancora più intensa, con una corsa generale alla riconquista delle quote di mercato”.
“Per avere successo in questo scenario in evoluzione, le aziende vinicole italiane dovranno puntare su flessibilità nei formati, capacità di adattarsi ai gusti locali, e strategie di marketing digitale innovative per riconnettersi con i consumatori e rafforzare la propria posizione nei mercati chiave. Un approccio strategico e dinamico potrebbe trasformare la ripresa in una vera opportunità di crescita per il vino italiano a livello internazionale”.
Edoardo Freddi International è la prima azienda italiana di export management del settore vino, un vero e proprio “acceleratore di business” per le cantine che intendono avere un ruolo da protagoniste nei mercati internazionali.
Con sede a Castiglione delle Stiviere (Mantova), dove è stata fondata nel 2012 da Edoardo Freddi, l’azienda individua effettive opportunità, supporta le realtà vinicole nello studio e nella definizione di modelli commerciali e nell’identificazione dei giusti partner sui mercati esteri.
La sua mission è mettere in contatto i produttori con i migliori importatori e distributori esteri per creare un network internazionale capace di sviluppare e incrementare il business legato al mondo del vino. Rappresenta le più importanti cantine italiane (ad oggi 62), agendo come un vero e proprio “ambassador” del meglio del mondo vitivinicolo del Bel Paese.
Il fatturato gestito 2024 ha superato 112 milioni di euro (+8,2% rispetto al 2023), con oltre 30 milioni di bottiglie commercializzate soprattutto nei mercati: Usa, Germania, Svizzera, Danimarca, Singapore, Giappone e Vietnam.
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