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I numeri sull’omeopatia in Italia parlano chiaro. Nel nostro Paese quasi la totalità della popolazione adulta (98%, circa 49 milioni di persone) conosce i medicinali omeopatici e 2 italiani su 3 (66%, pari a circa 33 milioni di cittadini) li hanno almeno acquistati una volta nella vita. Nonostante ciò, la richiesta è quella di maggiore informazione su questa tipologia di medicinali, che dovrebbe arrivare non solo da medici e farmacisti, figure centrali nel ruolo di consiglieri per i pazienti, ma anche da autorità sanitarie e strutture pubbliche.
Sono queste le principali evidenze emerse da una nuova indagine sul settore, dal titolo “Scenario e consumatori di medicinali omeopatici 2025, condotta da Eumetra per Omeoimprese, l’associazione di categoria che riunisce le aziende del comparto in Italia.
I numeri nel dettaglio
Oltre a quelli già citati, a utilizzare nell’ultimo anno i medicinali omeopatici sono state quasi 18,5 milioni di persone (37%), un dato in crescita rispetto al passato che evidenzia una maggiore penetrazione dell’omeopatia nel panorama delle scelte terapeutiche degli italiani, con un livello di fiducia che va consolidato.
“Dal nostro punto di vista si tratta di un bilancio positivo. Il fatto che la maggior parte degli italiani abbia in qualche modo sentito parlare dell’omeopatia è un aspetto da prendere in considerazione. Registriamo anche un’apertura significativa nei confronti di questa categoria di medicinali da parte della popolazione – anche se sul tipo di utilizzo possiamo fare una riflessione – e pensiamo sia il segnale di un trend positivo”, spiega Silvia Nencioni, presidente di Omeoimprese (in foto).

Percezione e utilizzo dell’omeopatia
Globalmente, infatti, la ricerca ha evidenziato una percezione positiva dell’omeopatia, con alcuni fattori che si rivelano decisivi nel favorire questa scelta terapeutica: il 54% degli italiani riconosce che i medicinali omeopatici sono prodotti naturali, il 42% li ritiene privi di effetti collaterali e controindicazioni, mentre il 33% afferma che possono rafforzare le difese immunitarie.
Tra gli ambiti terapeutici per i quali si ricorre maggiormente all’omeopatia troviamo:
- sintomi influenzali, raffreddore e mal di gola (33%)
- insonnia e stress (28%)
- rafforzare il sistema immunitario (26%)
- dolori muscolari-articolari (23%)
- disturbi gastro-intestinali (20%)
Ruolo centrale di medici e farmacisti nella diffusione dell’omeopatia
L’indagine mette in luce anche il ruolo cruciale dei professionisti della salute nella diffusione dell’omeopatia. Dai risultati, infatti, emerge che chi ha acquistato medicinali omeopatici lo ha fatto su prescrizione del proprio medico di medicina generale o pediatra nel 44% dei casi, mentre il consiglio del farmacista al banco è risultato determinante nel 52% degli utilizzatori.
I dati indicano anche la necessità da parte del 31% del campione di saperne di più in merito ai medicinali omeopatici, percentuale che sale al 49% tra gli utilizzatori negli ultimi 6 mesi.
Secondo gli intervistati, nel 54% dei casi il medico di base è il professionista della salute più indicato a fornire queste informazioni; il 40% riconosce questo ruolo al medico esperto in omeopatia, il 34% allo specialista e il 39% al farmacista. Gli italiani si aspetterebbero di ricevere queste informazioni anche dalle strutture sanitarie pubbliche (27%) e dalle autorità sanitarie (26%).
“Come comparto, siamo consapevoli dell’esigenza di informazione sui medicinali omeopatici da parte dei pazienti. Serve maggiore chiarezza. La mancanza di indicazioni terapeutiche nelle confezioni e sul foglietto illustrativo delle specialità omeopatiche penalizza fortemente gli italiani che, dopo aver acquistato questi medicinali, si trovano spesso in difficoltà nel reperire le giuste indicazioni su posologia e ambiti di utilizzo” prosegue Silvia Nencioni.
“Da anni abbiamo un dialogo aperto con le Istituzioni e sono fiduciosa che riusciremo a sbloccare questa anomalia che, fra tutti i Paesi europei, riguarda solo l’Italia. Abbiamo bisogno di far evolvere il famoso articolo 18 del decreto legislativo 219 del 2006, che non è altro che un recepimento incompleto direttiva europea del 2001. È necessario che vengano emanate le linee guida per capire come le aziende dovrebbero costruire i dossier di registrazione per ottenere le indicazioni terapeutiche. Stiamo lavorando ad aprire un tavolo di lavoro su questo argomento che coinvolga il ministero della Salute e, successivamente, anche l’Aifa”.
Chi sono gli utilizzatori dell’omeopatia
I principali consumatori di medicinali omeopatici appartengono alla fascia d’età 35-55 anni (72%), risiedono prevalentemente nel Nord-Est e nel Centro Italia, con un picco in Toscana (75%) e hanno figli (71%), a testimonianza di come l’omeopatia sia spesso una scelta che coinvolge il benessere dell’intero nucleo familiare. È un target più femminile che maschile (60% vs 40%) trasversale per età e area geografica, che mostra una elevata soddisfazione nell’utilizzo sia individuale, che per i membri della propria famiglia.
Nell’analisi di Eumetra, c’è poi un dato più specifico su cui vale la pena focalizzare l’attenzione, e riguarda una segmentazione di intervistati effettuata sulla base delle opinioni e dei comportamenti. Da un campione di 900 intervistati è emerso che il 25% possono essere definiti fan dell’omeopatia (la utilizzano costantemente); 29% “scettici” (non la utilizzano in nessun caso, per diverse ragioni) e un restante 46% denominato “neutrale”.

Quest’ultimo gruppo è quello più interessante dal punto di vista della crescita dell’uso dell’omeopatia tra le persone. Come spiega ancora Silvia Nencioni: “L’ambito sul quale dobbiamo lavorare con convinzione è questo 46%, perché il nostro obiettivo è portarlo dentro quello che oggi è il gruppo dei fan dell’omeopatia, evitando il rischio che finiscano tra gli scettici. Per farlo dobbiamo lavorare approfonditamente sulla comunicazione affinché i neutrali sviluppino un senso di curiosità per l’argomento, che genera apertura, allontanando così le prese di posizione prettamente ideologiche”.
I canali di acquisto: cresce l’online ma la farmacia resta il punto di riferimento
Nonostante la digitalizzazione abbia avuto un impatto significativo anche sul settore farmaceutico, il 92% degli acquirenti continua a preferire il canale fisico delle farmacie e parafarmacie sul territorio per i propri acquisti, a testimonianza della necessità di un confronto diretto con il professionista della salute e del valore di un consiglio competente al banco per questa tipologia di farmaci. Tuttavia, l’online sta guadagnando terreno: il 21% degli utilizzatori ha comprato almeno una volta su internet, sebbene gli acquirenti esclusivi online siano ancora una minoranza (6%) che non va a sostituirsi con chi predilige un rapporto diretto con il farmacista.
Omeopatia: un mercato in crescita
Un dato particolarmente significativo emerge dal potenziale di crescita del settore omeopatico nel nostro Paese: il 35% degli italiani che non hanno mai acquistato medicinali omeopatici si dichiara comunque favorevole al loro utilizzo.
“L’esistenza di un bacino di utenti potenziali che, pur non avendo mai assunto medicinali omeopatici, è propenso al loro utilizzo, è un dato certamente interessante che indica come il mercato dell’omeopatia possa avere significativi margini di crescita”, conclude la presidente di Omeoimprese. “Per far sì che sempre più italiani si avvicinino con soddisfazione e fiducia a questo approccio di salute, continueremo come Associazione a sostenere la formazione e la diffusione della conoscenza dell’omeopatia presso i professionisti della salute, punto di riferimento fondamentale per rendere i pazienti consapevoli e informati su questa opportunità terapeutica”.
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