La Venere alla Reggia di Caserta ci ricorda che l’arte è di tutti

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La figura della Venere è tra le più affascinanti, misteriose e ricche di simbolismi sin dalla notte dei tempi, e nel corso dei secoli si è fatta carico di diversi ruoli: da quello religioso a quello apotropaico, per diventare l’emblema della bellezza classica, simbolo di purezza, e successivamente di sensualità sfrenata e ancora di bellezza commerciale.

Ripercorrendo le icone della bellezza più famose della storia, la Venere di Willendorf (28.000-25.000 a.C.) è una delle prime rappresentazioni della figura femminile, simbolo di maternità e prosperità. Nella classicità, la Venere di Cnido (IV secolo a.C.), scolpita da Prassitele, è la prima rappresentazione completamente nuda della dea, seguita dalla Venere di Milo (130-100 a.C.), famosa per la sua posizione sinuosa e l’imperscrutabilità. Nel Rinascimento, Botticelli celebra la Venere come simbolo di rinascita spirituale nella Nascita di Venere (1485), mentre nel Barocco, artisti come Rubens e Velázquez enfatizzano la sua sensualità. Con il Neoclassicismo, Antonio Canova ripristina l’eleganza dell’antichità, ma nel Novecento la figura di Venere assume connotazioni più intime e psicologiche, influenzata dalla psicoanalisi. Nel dopoguerra, con l’arte pop e concettuale, Jeff Koons reinventa la dea come un oggetto kitsch con la sua Venere Ballon, un’opera dal valore di 8 milioni di dollari.

E oggi come siamo messi? Chi è la Venere della nostra epoca? Alla Reggia di Caserta, presso la Sala Romanelli il 20 marzo sarà presentata Crash, – nell’ambito di una concessione di spazi a titolo oneroso – un’installazione collettiva di arte contemporanea e impegno sociale a cura di Giuseppe Loffredo con ICONIC Art System. Gli artisti Angelo Accardi, Luca Bellandi e Daniele Fortuna hanno dato vita una maestosa Venere site specific, simbolo di emancipazione e parità di genere e che vuole imporsi come manifesto universale.

Crash è un’opera concepita per fondere materiali classici e innovativi, giocando con superfici riflettenti, trasparenze e contrasti luminosi per potenziare il significato dell’installazione. La resina bianca laccata di Angelo Accardi dona alla scultura un effetto marmoreo, mentre il dipinto su plexiglass di Luca Bellandi, riflesso da uno specchio, crea un’illusione ottica che trasforma e stratifica l’immagine attraverso la sovrapposizione del dipinto al drappo scolpito. L’elemento ligneo di Daniele Fortuna, con le sue forme sovrapposte e le tonalità vivaci, aggiunge ulteriore profondità tridimensionale all’opera, che poggia su un maestoso tappeto scenografico realizzato da Saints Studio, casa di moda da sempre vicina al mondo artistico.


Tanti i dettagli che rendono la Venere di ICONIC Art System un crogiuolo di riflessioni più che mai attuali: la chioma afro rende omaggio alle donne che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della lotta per l’uguaglianza di genere. La bocca, celata da un velo bianco che si conclude con una mela simbolica, richiama il concetto del peccato originale e lo stigma che, nel corso dei secoli, è stato imposto al genere femminile. Il patchwork di seta, lungo dieci metri e disteso ai piedi della Venere, sottolinea il legame indissolubile tra arte e memoria storica.

Attività promossa dalla Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion e realizzata nell’ambito di una concessione di spazi a titolo oneroso da parte della Reggia di Caserta “Crash” rappresenta il primo progetto pubblico di ICONIC Art System, piattaforma d’avanguardia ideata da Giuseppe Loffredo.

L’arte non è solo espressione: è anche azione concreta. Con questo spirito nasce Iconic Art System, una rete di gallerie d’arte promossa dalla Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion con un duplice scopo: creare spazi artistici inclusivi e generare risorse per sostenere i progetti della fondazione. Ogni galleria appartenente al sistema Iconic Art System sarà un luogo di incontro tra artisti, pubblico e comunità, offrendo un palcoscenico a voci emergenti e realtà spesso marginalizzate.

Il fondatore della Loffredo Foundation for the Arts and Inclusion spiega: “Vogliamo offrire ai giovani artisti emergenti non solo un supporto economico, ma un contesto sicuro e stimolante in cui sviluppare il proprio talento. Per questo motivo, abbiamo avviato un innovativo progetto di safe houses, residenze pensate come veri e propri centri di creazione e confronto, in cui gli artisti selezionati potranno sperimentare, dialogare e crescere attraverso la collaborazione. Queste strutture non saranno esclusivamente dedicate al mondo dell’arte, ma diventeranno un punto di riferimento per giovani che affrontano discriminazioni di genere o che hanno subito esclusione sociale a causa della loro identità. Vogliamo offrire loro non solo un rifugio, ma un’opportunità concreta per costruire un futuro in cui l’arte diventi uno strumento di libertà e inclusione”.

Tutti gli utili generati dalle gallerie Iconic Art System saranno interamente devoluti alla fondazione, contribuendo alla realizzazione delle safe houses, al finanziamento delle borse di studio e al supporto di iniziative artistiche e sociali.



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