Incentivi per gli operatori sanitari che scelgono il Molise: la proposta del PD – isNews

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La mozione è stata illustrata questa mattina in conferenza stampa


CAMPOBASSO. Possibili incentivi per gli operatori sanitari del SSR che hanno scelto o sceglieranno di lavorare in Molise: illustrata questa mattina, nella sala biblioteca del Consiglio regionale, la una mozione del Partito Democratico, che vede come prima firmataria Alessandra Salvatore.

Frutto del lavoro di condivisione e confronto con il personale che ogni giorno opera negli ospedali e nelle strutture pubbliche della regione, la proposta dei consiglieri Salvatore, Fanelli e Facciolla è sostenuta anche dal segretario regionale del Pd Ovidio Bontempo e da quello dei Verdi Piero Neri.

La mozione, argomento di discussione anche nell’ultima direzione regionale dei democratici a cui ha preso parte la deputata Marina Sereni (responsabile salute e sanità nella segreteria nazionale di Elly Schlein) parte dall’illustrazione del contesto (la crisi della sanità pubblica legata alla carenza di personale amplificata dalla pandemia) e dalle ragioni che portano gli operatori sanitari ad abbandonare il SSN (pensionamenti nella migliore delle ipotesi, ma anche emigrazione all’estero, più attrattivo, specie da un punto di vista economico, o passaggio al settore privato in cui le condizioni di lavoro possono essere meno stressanti) per giungere alla conclusione con cui i molisani fanno i conti ogni giorno: le liste di attesa.

Il documento – che il gruppo Pd auspica possa essere condiviso dall’intero Consiglio regionale attraverso una serie di audizioni rapide nelle Commissioni preposte – evidenzia come cresca in misura spropositata la spesa out of pocket (prestazioni a pagamento per chi se le può permettere) e la percentuale di soggetti che rinunciano alle cure.

“Strategie per contrastare l’abbandono del SSN ci sono già e le ha elencate l’OMS. Migliori condizioni di lavoro, stipendi adeguati e protezione dallo stress sono alcune delle azioni volte a frenare l’emorragia del personale sanitario, ma in Molise?”
È la domanda a cui ha risposto la consigliera Salvatore.
“Qui le aree interne e montane, il piano di rientro dal disavanzo sanitario e quasi 15 anni di commissariamento rendono la partita più complessa, ma non impossibile. Implementare gli organici e raggiungere gli obiettivi di salute previsti dalla programmazione sanitaria regionale sono risultati perseguibili, ma servono scelte coraggiose e straordinarie.
Scelte che si traducono in una razionalizzazione della spesa per i cosiddetti gettonisti tra cui i medici in pensione pagati a ore per tamponare l’emergenza personale in reparti chiave come i Pronto Soccorso. Fondamentale sarà anche il rafforzamento della medicina territoriale e la telemedicina. La Regione Molise, però, può e deve fare di più”.

In attesa che una deroga ai limiti di spesa per il personale arrivi presto (e in questo va impegna a anche la delegazione parlamentare molisana), vanno messe in campo risorse (proprie, da FSC, da Fondi europei, ecc.) per finanziare – leggiamo nella mozione – azioni multilivello, che consentano, previo ampliamento degli organici ove possibile, di consolidare il rapporto con chi è già in servizio in Molise e di rendere attrattivi i concorsi Asrem per operatori sanitari, a partire dai Direttori di Strutture Complesse. Attrarre e trattenere il personale sanitario deve essere un impegno imprescindibile e non bisogna andare neppure troppo lontano per trovare spunti interessanti.
In Puglia, ad esempio, sono state individuate misure efficaci per un miglioramento delle condizioni lavorative (flessibilità degli orari, opportunità di crescita professionale, tutela legale gratuita), con la previsione di un supporto psicologico, una assistenza sanitaria dedicata per operatori e loro familiari. Incentivi economici, ma anche forme di rimborso per affitti, mutui, servizi di baby-sitting e trasporto sono azioni che finiscono tutte in un modello che potremmo replicare anche qui per medici, infermieri e operatori socio sanitari, che decidono di restare in Molise (e nel sistema sanitario pubblico) almeno 5 anni. Partendo da chi lavora in Pronto Soccorso”.



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