Federica Luna Vincenti: «Sono giovane, ma quando la vita ti dà le mazzate capisci subito cosa conta davvero. Oggi metto un punto, ho raggiunto la felicità»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


«Il teatro è una sorta di bolla. Quando ci sei dentro riesci a comprendere meglio le cose. È come se la vita si fermasse un po’. Hai più tempo per leggere, per prenderti cura di te». Dal camerino del Franco Parenti di Milano ci parla Federica Luna Vincenti, in scena con Sissi l’imperatrice, un racconto anni luce lontano dall’immagine patinata, se non leziosa, della sovrana vissuta nell’Ottocento. Abbandonati i merletti e le carrozze dorate dell’iconografia, la Sissi di Federica Luna Vincenti, con il testo e la regia di Roberto Cavosi, è una creatura scura, anticonformista, in lotta con la corte e la realtà del tempo. Però è la vera Sissi, come emerge dai diari e dalle poesie scritti di suo pugno e a lungo censurati: fu l’imperatrice in persona ad affidarli, nel suo testamento, a un’ipotetica anima del futuro che avrebbe potuto pubblicarli non prima del 1890 per devolvere i proventi della loro vendita ai rifugiati politici. Nel 1980, al momento della prima pubblicazione, i diritti d’autore vennero devoluti al Fondo di Soccorso dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati e i ricavi nell’edizione successiva furono donati ad Amnesty International, rispettando così la volontà dell’imperatrice.

Per lei scoprire questa Sissi com’è stato?
«Siamo sempre stati abituati a vedere una donna cristallizzata nel tempo, bella, evanescente, sorridente nelle parate militari. La classica first lady accanto all’uomo di potere. Invece i documenti ci restituiscono la vera donna e la sua voragine di dolore. Il più profondo, quello della perdita di due figli: la femmina primogenita Sofia e poi l’unico maschio, Rodolfo, suicida. Il crollo che ne consegue è come se le svelasse le miserie di ciò che aveva intorno».

Lei dà corpo a una imperatrice antimperialista.
«Era così, per lei la guerra e il terrorismo sono una grande miseria. Quando gli uomini si contendono i confini a suon di guerre non stanno facendo altro che sfidarsi a chi piscia più lontano. Possedere, conquistare, obbligare sono azioni che appartengono agli animali e non all’uomo. Invece vediamo quanto narcisismo e quanto materialismo ci circondano. Viviamo in un cabaret tragico. Sissi diceva che le guerre non finiranno mai perché il grande male del mondo si rinnova. Aveva ragione».

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Siamo condannati, dunque?
«I politici hanno grandi responsabilità ma mi sembra che le perdano di vista. Non basta mettersi a urlare: “Io sono donna, sono cristiana…”. In realtà, dico io, saresti lì non per dirci chi sei ma per dare voce a chi non ne ha. Hai questo obbligo, altrimenti in politica non ti ci metti e resti a casa. Oggi siamo al paradosso che i politici fanno gli attori e agli attori viene affidato il compito di dire cose politiche. Per questo, dopo aver fatto per tanto tempo la produttrice teatrale e cinematografica, sono contenta di tornare sul palcoscenico. Mi riempie di gioia recitare anche solo per venti spettatori che hanno scelto di venire a vedermi e poi tornano a casa riflettendo su certi argomenti».

E crede che possano cambiare qualcosa?
«Eccome! Nella comodità della nostra casa facciamo fatica a capire come si vive sulla Striscia di Gaza, ma tutti noi abbiamo delle piccole guerre nelle nostre vite. Il teatro ci permette di guardare non soltanto alla violenza, all’odio, alla mania di possesso su larga scala, ma anche dentro ai tanti focolai accesi nelle nostre esistenze. La coercizione può esserci anche nei confronti di un figlio, ed è ugualmente misera».

Sissi era anche una donna che odiava le regole imposte dalla corte.
«Per lei erano davvero sfiancanti. Il rifiuto totale è simboleggiato anche dalla sua anoressia, dalla cura maniacale per la forma fisica. Il suo corpo si trasforma in un campo di battaglia e la bellezza in un’armatura: rifiuta il cibo, il nutrimento che le porge la corte. Rifiuta i rapporti sessuali con l’imperatore. Si priva di tutto ciò che le sembra possa esercitare una forma di potere su di lei».

Federica Luna Vincenti in Sissi l’imperatrice

Per lei è faticoso portare in scena tutta questa sofferenza?
«Non è semplice anche dal punto di vista fisico. Sono sul palco per tutto il tempo, a parte una brevissima pausa. Canto, devo muovermi, a un certo punto devo tirare di boxe. Tutto con un corpetto legato molto stretto. A ogni movimento temo di rompermi le costole. Poi ci sono dei momenti in cui Sissi parla dei figli e lì è davvero dura. L’attore deve sempre nutrirsi della sua vita, attinge ai propri fallimenti, ai propri lutti, per far emergere più autentica l’emozione. Mi viene in mente Sissi che a un certo punto dice che scrivere poesie è come scalpellare un blocco di marmo per trovarci dentro un miracolo: “Chissà se un giorno pulendo il marmo riuscirò a trovare la mano dei miei figli”, dice. È faticoso scolpire il marmo. L’arte è faticosa».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta