Europa, Cgil: “In piazza per pace, diritti e lavoro”

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La Cgil ribadisce la necessità di un’Europa che rispetti i suoi principi fondanti e rifiuta la corsa agli armamenti

cgilSecondo la Cgil, l’Unione Europea dovrebbe essere una comunità di pace, diritti e lavoro. Il sindacato ha espresso forte disapprovazione per la decisione della Commissaria europea e del Consiglio di lanciare un piano di riarmo che prevede un investimento di 800 miliardi di euro, senza nemmeno il voto del Parlamento europeo. In questo contesto, la Cgil ribadisce che la vera priorità deve essere la difesa del lavoro, della pace e dei diritti, valori che hanno ispirato la nascita dell’Unione. Se questi principi non vengono rispettati, l’Europa perde la sua ragion d’essere. Lo ha scritto a chiare lettere Maurizio Landini, segretario generale del sindacato, in una lettera indirizzata al direttore de La Repubblica.

Il piano di riarmo: una risorsa sottratta al welfare

 La Cgil ha affermato che il piano di riarmo lanciato dall’Unione Europea è problematico. Di fatto, i 650 miliardi di euro presi dai fondi di coesione, destinati principalmente all’acquisto di armi, sono risorse sottratte al welfare e alla creazione di posti di lavoro. Questo piano, inoltre, non contribuirà alla costruzione di un esercito europeo né a un sistema di difesa comune, come promesso inizialmente. Al contrario, il 70% delle risorse verrà utilizzato per acquistare armamenti, a vantaggio delle aziende statunitensi.

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La riflessione della Cgil: un errore tragico

La Cgil ha dedicato giorni di riflessione a questa situazione, discutendo all’interno del Sindacato europeo e con le realtà civiche, laiche e cattoliche. Questo mondo, che ha partecipato attivamente a numerose mobilitazioni in favore della pace, soprattutto in Ucraina, Gaza e altre aree conflittuali, ha sempre chiesto un ruolo di leadership per l’Europa nei processi diplomatici per fermare i conflitti. Tuttavia, la decisione dei governi dell’Unione di focalizzarsi sulla corsa agli armamenti è percepita dalla Cgil come un errore tragico. Questo tradisce il progetto europeo che il sindacato ha sempre sostenuto, basato sul principio di pace e cooperazione.

L’Unione Europea tra difficoltà e opportunità

Nel suo articolo del 5 marzo 2025, il giornalista Michele Serra ha parlato delle difficoltà che l’Unione Europea sta affrontando, con una crescente debolezza rispetto alle sfide globali. L’Unione, nata per ricostruire e promuovere la pace dopo le devastazioni delle due guerre mondiali, oggi sembra incapace di affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali. Il sistema industriale europeo non regge la concorrenza delle potenze mondiali, e le politiche di austerità hanno causato una precarizzazione del lavoro e del sistema di welfare. Questi problemi hanno indebolito il progetto politico europeo e messo in discussione la sua efficacia.

La Cgil chiama all’azione: costruire un’Europa basata sulla pace

In risposta a questa situazione, la Cgil ha deciso di mobilitarsi per riaffermare l’importanza di un’Europa che rispetti i suoi valori fondanti. Non è accettabile che la guerra venga considerata uno strumento legittimo per risolvere i conflitti, né che leader come Donald Trump siano considerati pacifisti mentre devastano paesi come l’Ucraina e Gaza. La Cgil si batte per un’Europa che sia una vera comunità politica, economica e democratica, che promuova politiche comuni non solo in difesa, ma anche in economia, fisco, politiche industriali e stato sociale. In questo contesto, il sindacato propone di creare fondi per contrastare i licenziamenti e supportare i lavoratori durante la transizione ecologica e digitale.

Verso una nuova cultura europea della pace

La Cgil ha ribadito che la pace è una causa da costruire ogni giorno e che il confronto democratico, anche quando aspro, è parte fondamentale di questo processo. Il 15 marzo 2025, in Piazza del Popolo a Roma, il sindacato parteciperà a una manifestazione con le bandiere della pace, come segno del suo impegno verso un futuro pacifico. Inoltre, la Cgil invita tutti coloro che vogliono lavorare per la pace a partecipare a un grande incontro pubblico previsto per marzo, con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura europea della pace che si estenda oltre le manifestazioni e abbia continuità nel tempo.

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