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Il comandante Andrea Giacomini ha disposto quasi 400 servizi di pattuglia nel 2024. Cespugli e arbusti rimossi dai giardini per ridurre i nascondigli per la droga. In un anno 178 sanzioni per consumo di alcol, ma pochissime sono state pagate
La polizia locale di Ravenna ha svolto quasi quattrocento servizi di pattuglia nel quartiere dei giardini Speyer nel 2024. In tutto sono state controllate 1.030 persone di cui l’80 percento straniere. I controlli hanno portato a 94 notizie di reato segnalate alla procura. I numeri più alti riguardano irregolarità in materia di immigrazione (23), violazioni del Daspo urbano (17), mancata esibizione dei documenti (13). Numeri minori per furti, spaccio, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamenti, interruzione di pubblico servizio. Ma va ricordato che i vigili urbani sono solo una delle divise che si sorvegliano il quartiere.
«Le zone circostanti alle stazioni ferroviarie sono problematiche in tutte le città e forse la situazione di Ravenna è migliore se paragonata ad altre realtà», riconosce Andrea Giacomini, comandante della polizia locale di Ravenna dal 2017. Ma l’ex carabiniere non ci sta a rassegnarsi: «L’obiettivo di chi si occupa dell’amministrazione e della sicurezza del territorio è migliorare le cose. Dobbiamo puntare al massimo. Vorrei che chi esce dalla stazione avesse la sensazione di trovarsi in un quadro di Manet».
Per il momento sull’erba del giardino Speyer non si fanno colazioni come nei dipinti dell’impressionista francese. «Le stazioni sono hub di trasporti pubblici dove convergono persone che non si muovono con un’auto propria e spesso sono quindi persone in condizioni economiche meno floride. Nei palazzi circostanti è più facile che trovino casa famiglie straniere maggiormente disposte a condividere appartamenti tra più nuclei».
L’esiguo numero di persone non in regola con le norme di immigrazione, in occasione dei controlli, attesta che la maggior parte di quelle che compongono gli assembramenti sotto i portici hanno residenza altrove e lì si intrattengono perché lo considerano un luogo di ritrovo. «In questo scenario dove c’è molta gente è poi facile che trovino spazio attività illecite come lo spaccio che spesso è un “datore di lavoro” per chi ha bisogno di soldi». Tra le mosse per contrastare lo smercio di droga è stata potenziata l’illuminazione pubblica del giardino e sono stati rimossi arbusti e cespugli che offrivano luoghi di imbosco. «Va riconosciuto che nell’area della stazione ravennate – dice Giacomini – non sono radicati altri fenomeni illegali come la prostituzione o il commercio abusivo che invece sono frequenti in contesti simili, scippi e borseggi sono quasi a zero».
E capita che si inneschino i comportamenti che i residenti faticano a tollerare: «Lo spacciatore deve passare molte ore nello stesso posto e tra i passatempi ci sono musica e alcol. Se poi capitano clienti insolventi, tra persone ubriache, nel commercio della droga non si ricorre certo ai tribunali ma i conti si regolano in strada con modalità primordiali e quindi si verificano risse e liti. Ma sbaglia chi pensa che siano tutti spacciatori. I nostri controlli ormai ci hanno permesso di avere una fotografia piuttosto precisa di quali soggetti sono i principali responsabili del degrado e dell’insicurezza, parliamo di una ventina di persone».
Il dialogo tra il comandante e i residenti che chiedono più decoro è costante: «Conosco personalmente la presidente del comitato Nuova Isola San Giovanni e capisco il legittimo desiderio di migliorare il presente». Un risultato non facile a cui non può contribuire solo la polizia locale: «L’ordine pubblico e la sicurezza urbana è materia principale di polizia e carabinieri. La polizia locale fa la sua parte, ma abbiamo strumenti e personale con competenze diverse. Il cittadino vorrebbe vedere una nostra pattuglia a ogni angolo del condominio, ma questo vorrebbe dire svuotare il resto del territorio comunale e probabilmente farebbe solo spostare il problema altrove».
Uno degli strumenti in mano al Comune, e quindi ai vigili urbani, è il regolamento di polizia urbana che ha introdotto il divieto di consumo di alcolici in spazi aperti nel quartiere. La violazione comporta una sanzione da circa cento euro. Nel 2024 ne sono state contestate 178. Quante quelle pagate? «Una parte esigua – riconosce Giacomini –. In molti casi si tratta di soggetti incapienti fiscalmente, che non hanno soldi per pagare tributi e multe e questo li rende indifferenti all’azione amministrativa. Sono invece più sensibili di fronte a un arresto e al rischio di rimpatrio. Se si vuole percorrere questa strada deve essere una scelta che coinvolge tutte le amministrazioni del territorio».
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