Stefania Ranzato, Lady Cyber, oggi vale 125 milioni di euro. Grazie al boom di contratti pubblici valutati da una perizia giurata

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L’imprenditrice che ha affascinato troppo i manager Sogei finendo nei guai giudiziari l’anno scorso si è messa in tasca 8,5 milioni di dividendi. Che diventeranno 21,1 milioni entro il 2028

Stefania Ranzato, la Lady Cyber al centro dell’inchiesta sulla Sogei non è solo una donna di grande fascino come con toni un pizzico più grevi ha notato – intercettato – l’ex direttore generale della società informatica del MEF, Paolino Iorio («Dato che è una bella f**a, so rimasto un po’ così…»). È una donna molto ricca che si stava avviando a diventare l’imprenditrice numero uno della sicurezza cibernetica nazionale grazie alle numerose gare Consip vinte e alle commesse ottenute quasi solo dalla pubblica amministrazione. La Ranzato solo l’anno scorso si è messa in tasca dividendi per 8,5 milioni di euro distribuiti dalla società di cui è unica azionista, la Difesa Analisi e Sistemi (DEAS) spa. Ma i soldi in arrivo sono ancora di più, come certifica un clamoroso documento venuto in possesso di Open.

In tre anni la società è passata da 3 a 20 milioni di euro di incassi

La DEAS, fondata il 15 ottobre 2018, ha visto crescere i suoi affari in maniera esponenziale dopo la pandemia grazie a rapporti stretti con le forze armate e con la pubblica amministrazione. Anche per questo si è piazzata in luoghi strategici: la sede legale è a piazza Affari a Milano, epicentro della finanza. Quelle secondarie sono in piazza Montecitorio a Roma, vicino ai palazzi della politica, in via della Conciliazione accanto al Vaticano, e in via Nomentana all’interno del compendio della Marina Militare di Sant’Alessandro. Nel 2021 fatturava 3,187 milioni di euro. L’anno dopo la cifra è più che raddoppiata: 7,9 milioni di euro. Nel 2023 il fatturato è ancora quasi triplicato: 20,2 milioni di euro. Cresciuti ancora di più i guadagni: 413 mila euro nel 2021, poi 2,3 milioni di euro nel 2022 e addirittura 8,7 milioni di euro nell’ultimo bilancio approvato, quello del 2023. Nell’assemblea che ha approvato quel bilancio la Ranzato ha appunto deciso di accantonare 170 mila euro di quell’utile e di distribuire come dividendo a se stessa i restanti 8.536.191 euro.

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Nell’ultimo bilancio citate tre maxi commesse ottenute dai bandi della Consip

Nell’ultimo bilancio Lady Cyber spiega così il boom dei suoi incassi: «la società», scrive, «nel corso dell’esercizio in analisi ha visto un ingente aumento del volume d’affari anche in seguito all’effetto dell’aggiudicazione di importanti bandi di gare europei avvenuti lo scorso anno (tra i quali i grandi Accordi Quadro del Piano Triennale AGID banditi da Consip “Affidamento di servizi applicativi in ottica cloud e di servizi di demand e PMO per le Pubbliche Amministrazioni centrali ed.2 – ID2483”, “Affidamento di servizi di sicurezza da remoto, di compliance e controllo per le Pubbliche Amministrazioni ID2296“, “Affidamento di servizi applicativi di Data Management per le Pubbliche Amministrazioni centrali ID2102”). Nel presente esercizio, infatti, sono stati stipulati i primi rilevanti contratti esecutivi derivati dagli accordi quadro citati che hanno rappresentato una quota significativa dei risultati relativi al fatturato aziendale». Non solo, ma il 2023 grazie «al protrarsi del conflitto russo-ucraino e all’avvio del conflitto israelo-palestinese, è stato caratterizzato dall’aumento degli attacchi cibernetici alle strutture pubbliche e a quelle private di rilevanza nazionale. In questo scenario di mercato, la società, in considerazione del settore in cui opera principalmente (Cyber e PAC Comparto Difesa) e grazie alla propria reputazione di primario livello in questo quadrante, ha visto affermarsi la propria posizione tra i leader di mercato che sempre più sarà influenzato da richieste di protezione dei dati in rete a livelli sempre più specialistici».

La nuova holding fondata e la perizia che valuta 125 milioni la DEAS di Lady Cyber

Il 19 dicembre scorso la Ranzato ha deciso di apportare la DEAS a una società di partecipazioni che aveva fondato un mese prima, la DEAS holding srl e nell’occasione ha chiesto una perizia giurata per determinare il valore del suo business. È il clamoroso documento citato sopra, una lunga perizia firmata dal commercialista Pietro Maria Minnella e asseverato da un notaio. La valutazione della società viene fatta sui bilanci 2021-2023 a disposizione, ma anche sul budget 2024 e sul piano industriale elaborato dalla Ranzato tenendo presente gli accordi già firmati con la pubblica amministrazione e le trattative in corso con esito ritenuto favorevole. Anche se a dicembre non era ancora noto che la manager fosse indagata insieme all’amministratore delegato di Sogei, Cristiano Cannarsa per tentato peculato, incidente giudiziario che potrebbe avere una ripercussione sul business nel breve termine. In ogni caso Minnella valuta la DEAS sia con il metodo finanziario che con il metodo dei multipli e ai fini del conferimento alla holding di partecipazioni certifica che il valore della società ammonta a 125 milioni di euro, circa 6 volte il fatturato del 2023.

Contratti in tasca per decine di milioni di euro per i prossimi anni fino al 2028

Dalla perizia si scopre infatti che grazie ai contratti pubblici acquisiti dalla Ranzato la DEAS continuerà ad aumentare in modo esponenziale ricavi e utili nei prossimi anni in maniera ormai certa. Nel 2024 i ricavi sono previsti a 38,4 milioni di euro. Nel 2025 salgono ancora a 47,08 milioni di euro. Nel 2026 piccolo balzo a 50,67 milioni di euro. Su ancora a 53,2 milioni di euro l’anno dopo e a 55,7 milioni di euro nel 2028. Allo stesso modo lievitano gli utili previsti citati nella perizia: 13,7 milioni di euro nel 2024, poi 17,7 milioni l’anno dopo, e ancora 19,1 milioni nel 2026, per salire a 20,1 milioni nel 2027 e a 21,13 milioni di euro nel 2028. Sempre secondo i dati citati nella perizia di stima Lady Cyber avrebbe trattative contrattuali o definite o in essere con previsione di conclusione positiva per 38,4 milioni di euro nel 2024, per 47 milioni di euro nel 2025 e per 34,4 milioni di euro nel 2026. Ma risultavano in definizione anche 8 contratti per il 2026, 20 contratti per il 2027 e 18 contratti per il 2028 per un valore complessivo di poco inferiore ai 160 milioni di euro. La perizia giurata fa i conti anche della liquidità sui conti della società, che dovrebbe crescere dai 6 milioni di euro del 2024 ai 13,9 milioni di euro dell’anno successivo, ai 31,5 milioni del 2026, e ancora ai 50,56 milioni del 2027 fino ai 70,58 milioni del 2028. Cifre clamorose non solo per una società che solo qualche anno fa fatturava poche centinaia di migliaia di euro, ma anche rispetto al contratto da 1,7 milioni di euro con Sogei su cui ha puntato i fari la magistratura.



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