Sanremo, il parere dell’Antitrust sulle anomalie nella selezione delle canzoni al Festival – ASSODIGITALE.IT

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Selezione delle canzoni al Festival di Sanremo

Il Festival di Sanremo è da sempre un palcoscenico di riferimento per la musica italiana, e la sua selezione di brani è al centro di dibattiti e controversie. Anche nell’edizione 2025, la scelta dei pezzi in gara ha sollevato interrogativi riguardo alla distribuzione dei diritti e alla varietà musicale proposta. Recentemente, è emerso che quasi il 70% delle canzoni in competizione è stato composto da una ristretta cerchia di autori, alcuni dei quali erano già stati protagonisti nella precedente edizione. Questa concentrazione ha acceso una discussione sulla legittimità delle dinamiche di selezione, suggerendo un possibile squilibrio a beneficio di pochi a scapito di un’ampia gamma di talenti. La questione si inserisce nel contesto ampio del mercato musicale, attivando le preoccupazioni di associazioni come il Codacons, che hanno inteso chiedere un intervento da parte delle autorità competenti.

Irregolarità segnalate dal Codacons

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Il Codacons, nella sua segnalazione, ha messo in evidenza preoccupanti elementi riguardanti la selezione dei brani per il Festival di Sanremo. È stato evidenziato come una significativa quota dei partecipanti, ben il 70%, fosse riconducibile a un numero limitato di autori. Questo ha sollevato l’ipotesi di una “casta discografica”, termine utilizzato per descrivere una situazione in cui pochi autori dominano il panorama musicale, limitando di fatto le opportunità per altri talenti emergenti. Nel comunicato, il Codacons ha inoltre sottolineato le potenziali conseguenze negative per i cantanti non affiliati, che si trovano a fronteggiare ostacoli maggiori per entrare nel mercato. La denuncia si è estesa anche ai ritmi di produzione e alla varietà stilistica dei brani in gara, suggerendo che una simile concentrazione possa portare a un appiattimento musicale, penalizzando la competizione e la diversità artistica.

Posizione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato

In risposta alle preoccupazioni sollevate dal Codacons, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ritenuto opportuno esaminare la questione. Durante la riunione del 4 marzo 2025, l’Autorità ha analizzato la segnalazione e i risultati delle indagini preliminari riguardanti la selezione delle canzoni per il Festival di Sanremo. La nota ufficiale dell’Autorità chiarisce che, dopo attenta valutazione, non sono emerse violazioni delle normative antitrust pertinenti. In particolare, si è stabilito che il processo di selezione dei brani per il Festival non incide negativamente sulle dinamiche di concorrenza nel settore musicale. Pertanto, l’Autorità ha archiviato il caso, affermando che le procedure adottate per il Festival non rientrano tra le fattispecie di illecito previste dalla legislazione nazionale ed eurounitaria, indicando che tali decisioni rientrano nella discrezionalità degli organizzatori della manifestazione.

Conseguenze per il mercato discografico

Le conseguenze di questa vicenda potrebbero avere un effetto significativo sulle dinamiche del mercato discografico italiano. La conferma da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato di non aver riscontrato illeciti rende evidente che le modalità di selezione dei brani, pur sollevando interrogativi, non violano le normative vigenti. Questo scenario implica che gli artisti e i produttori che avessero sperato in un cambiamento radicale nella rappresentazione delle proprie opere, potrebbero continuare a trovarsi in difficoltà. Le considerazioni sulla concentrazione di autori potrebbero influenzare la percezione del pubblico e degli investitori, con il rischio di disincentivare l’innovazione musicale da parte degli artisti emergenti, che potrebbero essere messi all’angolo in favore di coloro già affermati.

In un contesto in cui i consumatori manifestano un crescente desiderio di varietà e freschezza musicale, la ripetitiva selezione dei brani potrebbe generare un appiattimento dell’offerta, riducendo le opportunità per una cultura musicale diversificata. Inoltre, le case discografiche potrebbero adottare strategie più cautelose, puntando su nomi già noti, il che aprirebbe interrogativi sulla reale democratizzazione dei talenti nel panorama musicale nazionale. In un settore storicamente caratterizzato da sfide e competizione, la scarsità di opportunità per nuovi artisti potrebbe tradursi in gravi conseguenze economiche sul lungo termine, influendo sulla capacità di innovare e rimanere competitivi.


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