Rifiuti elettrici ed elettronici – Erion
Ancora pochi conoscono il significato dell’acronimo Raee: rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tuttavia la raccolta in Italia è in leggera crescita, anche se molto indietro rispetto al resto dell’Europa. Secondo le stime di un rapporto dello Iefe Bocconi per Remedia, se entro il 2030 si raggiungessero i due milioni di tonnellate, l’innalzamento delle quantità raccolte potrebbe tradursi in un impatto occupazionale di 15mila posti di lavoro. Oltre che a un risparmio sull’acquisto di materie prime pari a 390 milioni di euro (contro i 120 milioni attuali). Un risparmio di emissioni di gas climalternati pari a 2,5 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, per un valore economico quantificabile in 100 milioni di euro l’anno. Dal riciclo di 1.000 tonnellate di rifiuti elettronici domestici si possono ricavare circa 900 tonnellate di materie prime seconde. Nel dettaglio: oltre 500 tonnellate di ferro, più di 130 tonnellate di plastiche, circa 100 tonnellate di vetro, 80 tonnellate di cemento, 25 tonnellate di rame, 20 tonnellate di alluminio, 10 di legno e 15 di altri materiali. Un notevole risparmio di materiali, e anche di energia: oltre 1,5 milioni di kWh ogni 1.000 tonnellate di Raee gestiti. Un’operazione che evita di immettere nell’atmosfera quasi 7mila tonnellate di CO2.
Solamente un italiano su due però conosce l’acronimo Ree. È quanto emerge dall’Osservatorio conoscenza Raee realizzato da Ipsos per Erion WEEE, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Raee. Sale del +1% la percentuale di coloro che hanno già sentito la parola Raee, passati, da novembre 2022 a luglio 2024, dal 52% al 53% del totale. Rimane ancora troppo bassa la consapevolezza del valore dei Raee come risorsa strategica, grazie alla presenza di materie prime recuperabili, tra cui spiccano le terre rare. In due anni, la percentuale dei cittadini che conoscono questo aspetto è passata dal 47% al 48%, un dato che evidenzia come ci sia ancora ampio margine di miglioramento. Nonostante la complessità del tema e la varietà di oggetti che rientrano nelle categorie di Raee (dagli spazzolini elettrici ai giocattoli elettronici e gli smartwatch) la percentuale media di potenziali conferimenti scorretti – vale a dire i Raee che finiscono nel bidone della plastica o nel sacco dell’indifferenziata – si mantiene su livelli relativamente contenuti e stabili: dal 13% di novembre 2022 si è passati all’11% di luglio 2024.
Un dato interessante riguarda la percentuale di coloro che, pur commettendo errori nel conferimento dei Raee, si dichiarano convinti di seguire la procedura corretta. Questa quota si mantiene su livelli elevati, attestandosi all’87% nel luglio 2024.
Nonostante questo scenario, gli italiani hanno comunque un alto livello di conoscenza dei rischi derivanti da una scorretta dismissione dei Raee (anche se da novembre 2022 a luglio 2024 la percentuale è leggermente scesa, passando dall’80% al 78%). Secondo l’Osservatorio, realizzato su un campione di 1.000 cittadini italiani a cui si aggiunge un focus specifico su 500 giovani dai 18 ai 26 anni, la conoscenza del servizio “1 contro 0” mostra una crescita contenuta, ma costante (da novembre 2022 a luglio 2024 cresce dal 42% al 48%). Tuttavia, ancora un cittadino su due non conosce questa opportunità gratuita.
Livelli soddisfacenti invece per la conoscenza del servizio “1 contro 1” che passa dal 66% di novembre 2022 al 69% del luglio 2024.
In calo dal 32% al 28% la quota di coloro che hanno dichiarato di essersi rivolti agli “svuota cantine” per disfarsi dei propri Raee: un piccolo miglioramento in termini percentuali, ma anche un passo in avanti nel contrasto al “mercato parallelo”, spesso illegale, che intercetta i Raee unicamente per il proprio tornaconto economico, catturando le materie più facili da estrarre nel modo meno costoso, senza minimamente curarsi dell’aspetto ambientale.
Continuano a verificarsi ancora troppi episodi in cui i cittadini, nei centri di raccolta, vengono avvicinati da soggetti non autorizzati che chiedono indebitamente le apparecchiature elettroniche destinate al riciclo: il dato si attesta intorno al 30% nell’ultima rilevazione (in calo rispetto al 34% del novembre 2022).
Un capitolo a parte va riservato alla Gen Z che dimostra una notevole ricettività verso il termine Raee, la cui conoscenza subisce però un trend altalenante, con picchi di crescita in corrispondenza alle campagne di sensibilizzazione e alle comunicazioni mirate, realizzate da Erion WEEE. Partendo da un 39% nel novembre 2022, si è raggiunto un record del 50% nel luglio 2023, scendendo al 40% a luglio 2024. Emerge inoltre un divario del -13%, tra i giovani e il dato nazionale, sul livello di conoscenza dell’acronimo Raee, segno evidente che sulle nuove generazioni la strada è ancora lunga.
Risultati sopra la media nazionale sono quelli registrati in merito alla conoscenza del servizio “1 contro 0” (52% rispetto al 48% nazionale nella rilevazione di luglio 2024) che dimostra quanto la Gen Z sia attenta alle tematiche ambientali, soprattutto in relazione a piccoli dispositivi come cuffie wireless, smartphone, tablet, smartwatch e joypad. Buona conoscenza anche del servizio “1 contro 1”, dove la percentuale dei giovani arriva al 67% a fronte di una media nazionale del 69%.
A livello territoriale, sono le regioni del Nord Italia a registrare la maggiore conoscenza dell’acronimo Raee (56%), costantemente superiore alla media nazionale (53%) seguite da quelle del Centro (54%) e del Sud (49%). Le regioni del Sud, però, rappresentano i territori che hanno mostrato la crescita più significativa su questo punto passando, da novembre 2022 a luglio 2024, dal 46% al 49%.
Il bilancio della raccolta
Nel 2024 Erion WEEE – Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestici che rappresenta attualmente oltre 1.600 aziende – ha gestito su tutto il territorio nazionale circa 237mila tonnellate di Raee, in crescita del 2% rispetto al 2023 (232mila tonnellate). I risultati si confermano in linea con la raccolta dei Raee a livello nazionale e – seppur in miglioramento rispetto all’anno precedente – non aiutano a ridurre la distanza che separa l’Italia dai target fissati dall’Unione Europea. Per centrare l’obiettivo il nostro Paese dovrebbe, infatti, raccogliere circa 12 kg di rifiuti elettrici ed elettronici per abitante, mentre attualmente è fermo a 6 kg.
Per quanto concerne il Consorzio – che gestisce il 65% dei Raee domestici in Italia – l’incremento della raccolta, seppur contenuto, riguarda soprattutto i Raee del Raggruppamento R4 (piccoli dispositivi elettrici ed elettronici) con oltre 18.000 tonnellate (+5% rispetto al 2023). Le ragioni di questa crescita sono riconducibili in larga misura alle importanti iniziative di sensibilizzazione promosse nell’anno appena trascorso da Erion WEEE su tutto il territorio italiano al fine di accrescere la conoscenza dei cittadini rispetto ai Raee e favorire la raccolta differenziata e il corretto conferimento di questi rifiuti. Anche nel 2024, infatti, il Consorzio ha arricchito il maxipiano di comunicazione DireFareRAEE con ulteriori iniziative: dalle nuove date del tour di proiezione del docufilm “Materia Viva” (quasi 50 tappe) alla messa a disposizione dell’opera in streaming on demand su Mediaset Infinity; dalla prima mostra immersiva “Materia Viva Experience” dedicata ai Raee, alle campagne social “RAEEGen” e “RAEEGen – Opinion leader” in partnership con esperti del settore e personaggi del mondo dello sport, della televisione e dell’intrattenimento; dalla campagna stampa “Setenefottiseifottuto” a un piano di oltre 4mila affissioni in tutta Italia, fino alle collaborazioni con importanti e autorevoli partner (Legambiente, Giffoni Innovation HUB, National Geographic, Ipsos, MYmovies, Cinemovel Foundation, Libero Produzioni e molti altri).
Più posti di lavoro con l’economia circolare
Il Consorzio Erion ha anche pubblicato un Libro Bianco che contiene le misure di incentivazione. Sia nella forma dei contributi, come avvenuto con il bonus tv, «una dinamica sicuramente positiva che, per la modalità prevista, ha favorito l’incremento dei flussi legali», secondo il Centro di coordinamento Raee. Sia favorendo forme di raccolta domiciliare e micro-raccolta, per esempio «riconoscere la possibilità di raccogliere su base volontaria Raee di piccolissime dimensioni anche a distributori di prodotti non elettrici ed elettronici, con deroghe nelle autorizzazioni alla raccolta e al deposito», oppure «introdurre semplificazioni per il deposito di tali tipologie di rifiuti presso luoghi ad alta frequentazione» come scuole e uffici postali.
Proprio alla semplificazione è dedicata la parte più corposa del Libro Bianco. Troppe inefficienze e mancanza di incisività nel sistema della raccolta che secondo il rapporto sarebbero risolvibili con la sburocratizzazione. In particolare nei confronti degli impianti di trattamento dei rifiuti, sfruttando gli strumenti dell’autocertificazione e della digitalizzazione, facilitando così anche gli adempimenti a carico delle imprese.
Una razionalizzazione normativa, secondo gli autori del Libro Bianco, è necessaria inoltre per quanto riguarda il trasporto transfrontaliero dei rifiuti. Si invitano gli Stati europei a riconoscere reciprocamente i requisiti previsti degli altri Paesi membri, senza bisogno di conseguire altri titoli richiesti dalla nazione di transito o arrivo. Lo stesso nel caso in cui diversi adempimenti siano previsti a livello locale, imponendo lo scambio di dati e informazioni per velocizzare le pratiche.
Sempre legato alla tracciabilità, il Libro Bianco affronta il problema del free-riding, ovvero i venditori on line che non soddisfano gli obblighi ambientali, amministrativi e finanziari di Responsabilità Estesa del Produttore, attraverso misure di sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di Raee.
Innovare produzioni e prodotti, decarbonizzare l’economia italiana per moltiplicare i posti di lavoro e competere sui mercati internazionali. È questa anche per Legambiente la ricetta vincente per accelerare in Italia la transizione ecologica e per rendere concreto questo scenario La Bussola per la competitività dell’economia italiana è composta da 14 proposte riguardanti quattro aree di intervento, iter autorizzativi, energia, economia circolare e controlli ambientali. Al centro anche i 30 “campioni nazionali” censiti dall’associazione ambientalista con un tour itinerante, nell’ambito della campagna nazionale I cantieri della transizione ecologica.
Storie che attraversano la Penisola e che dimostrano con concretezza la forza della transizione ecologica in diversi ambiti: rivoluzione energetica, adattamento alla crisi climatica, agroecologia, rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, riconversione industriale, economia circolare, lotta alle illegalità, aree protette e biodiversità, giovani e Università.
Accordo con l’Università dell’Aquila
Haiki+, società quotata sul mercato Euronext Growth Milan, e l’Università degli Studi dell’Aquila, attraverso il Diiie-Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia, annunciano di aver siglato una partnership per lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche nel settore del riciclo e trattamento dei rifiuti tecnologici e industriali, in particolare per pile, accumulatori e Raee. Questa partnership nasce dall’impegno comune delle due realtà nella ricerca industriale e nello sviluppo tecnologico finalizzato alla valorizzazione delle materie prime seconde, con l’obiettivo di generare nuove soluzioni in linea con i principi dell’economia circolare e con le direttive nazionali ed europee. Inoltre, la collaborazione prevede anche la progettazione e ottimizzazione di impianti industriali, nonché la partecipazione congiunta a bandi di finanziamento regionali, nazionali ed europei per sostenere le attività di ricerca e innovazione.
Il Diiie è già attivamente coinvolto in progetti di ricerca e sviluppo sulla valorizzazione dei Raee, dei rifiuti di pile e accumulatori e dei rifiuti industriali. Inoltre, il Dipartimento sta portando avanti importanti attività di studio nei settori della transizione ecologica ed energetica, partecipando a progetti nazionali ed europei, con particolare riferimento al Pnrr e al progetto “Vitality”, dedicato al recupero di materie prime critiche per il settore automotive e della e-mobility. L’accordo prevede anche il coinvolgimento diretto di dottorandi e ricercatori del Diiie, che avranno l’opportunità di contribuire attivamente alle attività di ricerca e sviluppo, consolidando un modello di collaborazione tra mondo accademico e industria.
Anche HAIKI+ è fortemente impegnata nello sviluppo di processi innovativi di recupero e valorizzazione dei materiali provenienti dal trattamento di prodotti a fine vita, con l’obiettivo di ottimizzare l’estrazione e il riutilizzo delle frazioni metalliche e non metalliche contenute in essi. Questa sinergia con l’Università degli Studi dell’Aquila consentirà di unire competenze accademiche e know-how industriale per dare vita a nuove tecnologie e processi sempre più efficienti e sostenibili.
L’accordo ha una durata di cinque anni, con rinnovo automatico di volta in volta per ulteriori tre anni.
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